• Twitter
  • Facebook
  • Google+
  • RSS Feed

sabato 24 dicembre 2011

Sono arrivato a San Francisco da due giorni appena, ancora non ho recuperato il fuso, crollo alle 19 e alle 4 del mattino sono sveglio e reattivo come un gatto. Però alla corsa non si può rinunciare.
E così questa mattina alle 8 siamo usciti (in compagnia di Dario coi Cavei) e siamo andati a fare una sgambatina a Golden Gate Park, io di corsa, Dario in bicicletta e munito di macchina fotografica.
Il risultato è stata una bella corsa di 13 km tra i saliscendi della città e il verde del parco. Visto che avevo il fotografo mi sono fatto immortalare mentre correvo. Vi posto il risultato, la canotta, manco a dirlo era d'obbligo.




Li in Italia si avvicina la mezzanote...per cui approfitto. Buon Natale.

giovedì 22 dicembre 2011

Ultimamente ho un po' trascurato il blog. Purtroppo. Il fatto è che dopo la maratona di Firenze il conto alla rovescia verso le vacanze di Natale ed il viaggio programmato ha subito una brusca accelerata.
Le cose da fare sono diventate improvvisamente tantissime ed il tempo a disposizione sempre troppo poco.
Mi ritrovo dunque ad aggiornare il blog mentre aspetto di essere imbarcato sul volo per San Francisco. Prima non sono riuscito a trovare il tempo preso dalla foga di portare a termine tutto in tempo prima di partire.
Ora che tutto è a posto posso pensare a rilassarmi, a godermi il viaggio...e ad aggiornare il blog.
Tra poco parto dunque, ci si risente quando sarò negli states, costa pacifica. Ovviamente la canotta Fulminea è nella valigia così come le scarpe e tutto il necessario per andare a correre.
Le strade di San Francisco mi attendono, vedrò di percorrerne il più possibile!

lunedì 28 novembre 2011

Bravo, bravo, bravo!
La maggior parte dei messaggi che mi sono giunti una volta tagliato il traguardo della maratona di Firenze riportavano questa formula, la stessa utilizzata da Bragagna nel commentare la vittoria olimpica di Baldini ad Atene nel 2004. Ed è la stessa frase che io stesso mi sono ripetuto nella testa all'arrivo. Curioso come anche nella mia mente la voce che pronunciava tali parole fosse sempre quella del commentatore Rai.
A furia di ripetermelo e di sentirmelo dire me ne sono convinto anch'io. Sono stato bravo, per davvero.
Detto cio', una maratona si merita un post formato maratona, com'è giusto che sia, e quindi via alle danze.

Domenica 27 Novembre, la sveglia suona alle 6, al contrario di altre volte al suono della sveglia sto ancora dormendo, segno che non mi sento particolarmente nervoso. Non so se sia per merito della buona notte di Alvin ("e adesso dormi cazzo!" come recitava il suo sms di auguri la sera prima della gara) ma di sicuro è una buona cosa.
Una leggera colazione e alle 7.30 mi ritrovo davanti all'hotel con la blog-star Pasteo. Blog-star sul serio, il giorno prima abbiamo fatto assieme il carico di carboidrati, pasta di primo e pasta di secondo sia a pranzo che a cena, e siamo stati all'expo a ritirare il pettorale, più di una volta Alberto è stato riconosciuto e fermato da persone di passaggio. Complimenti a lui per il movimento che ha saputo creare attorno al suo blog.
In compagnia di Pasteo andiamo al deposito sacche che dista qualche centinaio di metri dal nostro albergo. In poco tempo mi cambio, lascio la mia sacca all'organizzazione, quindi un breve riscaldamento e sono pronto ad entrare nella gabbia. Mentre attendiamo passa il sindaco di Firenze Matteo Renzi, lo salutiamo e gli facciamo un in bocca al lupo. Il sindaco ringrazia e prontamente ci stringe la mano e ricambia l'augurio con un sorriso. Un bel modo di porsi, cosi' si fa.
Dopo la benedizione del primo cittadino di Firenze le gabbie vengono aperte, ci fiondiamo dentro ed abbiamo un posto in prima fila, speriamo con questo di evitare i soliti furbi i quali invadono le gabbie che non competono loro rallentando chi ha un passo superiore.
Mentre stiamo in gabbia scambiamo quattro chiacchiere sulla gara che ci aspetta e sul ritmo da tenere. Con Pasteo concordiamo sul fatto di correre intorno ai 4'40/km, almeno per la prima metà del percorso, poi chi ne ha può andare anche se sarebbe bello arrivare assieme sotto al traguardo.
Il freddo della prima mattina lascia spazio ad un tiepido sole. Con l'approssimarsi del via la temperatura si fa sempre più mite tanto che le protezioni adottate per combattere il gelo diventano ben presto superficiali. Dieci minuti prima dello start Pasteo comincia ad entrare in tensione pre-gara, io, invece, mi sento tranquillo e continuo a cazzeggiare in attesa dello sparo.
Dopo la partenza degli atleti diversamente abili finalmente, e in maniera anche un poco improvvisa, arriva anche il nostro turno.
La pistola esplode il colpo, la massa si muove lentamente e dopo una quindicina di secondi passo sotto al via e faccio partire il cronometro.
Sono le 9.20 e comincia la mia quinta maratona.
Nonostante le precauzioni prese incontriamo un sacco di gente che corricchia in mezzo alla strada a ritmi troppo lenti. Pasteo (che nel frattempo s'è preso pure l'incoraggiamento di Salvatore Bettiol) impreca e dribbla schiumante di rabbia i corridori lumaca. Io lo seguo perplesso, forse siamo partiti troppo svelti ma fa uguale, tanto i primi km so che correremo ad un ritmo più veloce del previsto. Il Garmin lappa il primo giro: 4'32.
Dopo un km e mezzo percorso a zig-zag la strada si fa più scorrevole e possiamo pensare di imbastire il ritmo prestabilito. L'entusiasmo però ci prende le gambe ed anche il secondo km se ne va pari al primo: 4'32.
Pasteoooo, dobbiamo rallentare, urlo al mio compare. Il blogger più famoso della Marca concorda, alziamo il piede dall'accelaratore ma, inaspettatamente, tlin: 4'29.
Ci scambiamo uno sguardo perplesso, finchè va così si possono assecondare le gambe, attenzione però a non strafare, tlin: 4'19.
L'ultimo split mi preoccupa, 4'19 è un ritmo fuori da ogni grazia di dio, sullo sfondo vediamo il cartello dei 5 km, riusciamo ad uscire dalla sbornia di entusiasmo riportandoci su ritmi umani: 4'24.
Passato il cartello del 5° km si entra nel parco delle Cascine, la giornata splendida contribuisce a rendere questo passaggio davvero molto bello. A detta di tutti un grande passo avanti rispetto alle scorse edizioni quando il parco arrivava verso la fine contribuendo a stroncare chi vi capitava in condizione di crisi.
Mentre ci addentriamo nel parco cominciamo ad inanellare km ad un passo prossimo a quello che ci eravamo prefissati, anche se manca un po' la continuità: 4'33 - 4'32 - 4'40.
Sarà che a questo punto ci siamo scaldati per bene, sarà l'atmosfera piacevole del parco, sta di fatto che dall'8° km riusciamo a centrare una serie di km a ritmo costante: 4'36 - 4'38 - 4'36 - 4'35 - 4'36.
All'inizio del km 14 veniamo ripresi dai pacer delle 3h e 15, mi si affianca Frate Tack che aveva preso parte anche alla mezza dei 6 comuni di domenica scorsa. Scambiamo quattro chiacchiere e poi gli dico "Vai pure, tanto poi vi riprendiamo" e così faccio, decido che non è il caso di seguire il passo dei pacer, per me stanno viaggiando troppo veloci, se le gambe tengono li andrò a riprendere più avanti.
Purtroppo in questo tratto la strada è particolarmente stretta ed i pacer sono seguiti da un folto gruppo di persone. Corriamo un brutto km stretti tra corridori e transenne. Inevitabilmente ci tocca rallentare: 4'46 poco male, un po' di riposo.
Il km seguente dico a Pasteo che abbiamo tutto il tempo per recuperare il km più lento, ma non c'è niente da fare, anche senza volerlo oggi andiamo forte: tlin 4'32.
Siamo usciti dal parco delle Cascine, faccio il punto della situazione col mio compagno di avventura. Per ora stiamo andando bene ma la strada è ancora lunga, cerchiamo di non strafare e di tenere le energie pronte per le emergenze. Ma non strafare, per noi in quel momento, significa correre poco sopra ai 4' 30. I tre km successivi sono infatti corsi quasi tutti in fotocopia: 4'33 - 4'32 - 4'33.
Al 19° km preparo il secondo gel di giornata, non so se sia per questo ma il ritmo cala lievemente: Tlin 4'38.
Eh no, troppo piano, senza neanche star li a pensarci il km successivo vendica il ritmo un po' più alto della frazione precedente: tlin 4'29.
Durante il 21° km arriva la tegola che non ci voleva, Pasteo mi comunica che il suo ginocchio comincia a dargli fastidio, per il momento è solo un dolore lieve ma ha brutte sensazioni, conosce quella magagna e sa che non è una cosa su cui scherzare.
Intanto si passa alla mezza maratona in 1h 37 e 20, la proiezione dice 3h 14 e 40, sarebbe obiettivo massimo centrato alla grande, tutto ampiamente secondo i piani.
Tranquillizzati dal passaggio rallentiamo un po' l'andatura 4'36 - 4'36 - 4'38.
Scherzo con Pasteo e con il pubblico, saluto le vecchiette sui balconi e i bambini per strada. Mi sento bene e spero che, così facendo, anche Alberto riesca a trarne un po' di vantaggio distraendosi. Pasteo invece è piuttosto preoccupato e prosegue concentrato e in silenzio. Al km 24 pare risorgere, mi comunica che forse tutto è passato, l'euforia ci fa accelerare: tlin 4'29.
Al km 25 arriva un altro ristoro, decido di consumare qui l'ultimo gel di cui dispongo, tanto al 28° km l'organizzazione ha previsto di distribuire dei gel ai maratoneti, se ne avrò bisogno ne prenderò un altro li. Mentre mi avvicino al ristoro controllo Pasteo per vedere se tutto va bene ma non lo vedo più, mi giro e lo scorgo qualche metro dietro di me. Rallento un poco ma non si riavvicina. Prendo l'acqua dal ristoro ed assumo il mio gel, fatto il rifornimento mi volto ancora cercando Alberto ma a questo punto è sparito alla mia vista, in poco tempo mi rendo conto che da questo momento in avanti proseguirò da solo. Tlin 4'38.
Ora che non ho più Pasteo con il quale condividere le sensazioni di gara mi concentro maggiormente sulla corsa e sul pubblico. Come sempre mi capita, scherzo con la gente e cerco di coinvolgere i più passivi tra gli spettatori. Davanti a me, a una cinquantina di metri, vedo i palloncini verdi delle 3h e 15. Avevo detto che li avrei ripresi, cerchiamo di essere di parola: tlin 4'37.
Sono al km 27, pianifico di raggiungere i pacer entro il km 33 e di superarli intorno al km 35 sperando di riuscire ad accelerare nel finale. Lo stadio di atletica si profila, ormai siamo quasi a campo di Marte: tlin 4'31
L'ultimo km mi avvicina non poco ai pacer davanti a me. Comincio a riprendere gli elementi che si stanno staccando dal gruppo. Senza volerlo risalgo tra la gente e al km 28 sono di nuovo a fianco di Frate Tack. Tlin: 4'32.
Corro col frate per qualche km, da dietro un tizio mi riconosce (o meglio, riconosce la mia canotta gialla), mi chiede se ho un gel in più da dargli, gli dico che non ce l'ho ma che al km 28 c'è il ristoro con i gel. Mi guarda sbigottito, "cazzo dici" - mi fa - "siamo al km 29!". Ed in effetti, più avanti sulla destra c'è il cartello col numero 29. Tlin 4'37.
Rifletto sul fatto che i km continuano a passare velocemente e sul fatto che un gel me lo ciuccerei volentieri, mi sono perso la distribuzione dei gel al km 28 oppure proprio non l'abbiamo incontrata ? I pensieri mi rallentano un poco, all'orizzonte un nuovo punto di ristoro e con esso il km numero 30. Tlin 4'40.
La distribuzione dei gel si trova a questo ristoro. Davanti a me si presentano scene apocalittiche. I runner impazziti si fiondano tutti sulle prime postazioni con gli integratori travolgendo i volontari e i prodotti disposti sui tavoli. E' una scena piuttosto grottesca. Dribblo i runner famelici ed impazziti e con molta calma mi dirigo sui volontari a fondo ristoro che, ignorati dai più, agitano i loro prodotti nell'aria in attesa che qualcuno li colga. Agguanto il mio gel e mi ritrovo da solo nuovamente davanti ai palloncini. Grande, penso, sorpasso ai box! Tlin 4'33.
Assaggio il gel recuperato poco prima, sa di napalm, sento forze fresche diffondersi nelle gambe ma cerco di tenerle a bada. Tlin 4'32.
Al km 33 si entra in pieno centro storico, il percorso sotto ai piedi comincia a cambiare, dall'asfalto si passa ad una superficie meno regolare fatta di porfido o di lastre di pietra. Anche la gente aumenta così come il tifo ed il calore che trasmettono ai maratoneti. I miei piedi qui volano, 4'24.
Il pubblico mi da una grande carica, ogni tanto qualcuno riconosce la canotta gialla e mi incita con un "Vai fulmineo!". Sto andando forte, meglio delle aspettative, sono al 34° km ed ho ancora energie da spendere, si profila il tempone.  Per fortuna mantengo un briciolo di lucidità e non mi lascio trasportare troppo dall'euforia, dopo il passaggio in centro il percorso si addentra in vicoli meno affollati di pubblico, proseguo con la mia marcia mantenendo alto il ritmo: 4'33 - 4'32.
Ad un certo punto comincio a sentire un gran baccano da qualche parte davanti a me. E' il preavviso che si sta per correre all'interno della zona più bella della città. Dopo una curva, inaspettatamente, ci si ritrova a passare dietro al battistero e quindi all'interno di una piazza gremitissima di gente urlante. Spalanco gli occhi e
un gran sorriso si allarga sulla mia faccia. Mi godo il passaggio tra la folla. E' per scene come queste che vale la pena correre una maratona. L'entusiasmo si trasmette alle gambe nonostante i km percorsi siano parecchi. Tlin, il garmin scandisce il km 36 (4'26) e il km 37 (4'25) ad intervalli quasi identici.
Dopo la folla ci si dirige verso l'esterno per poi rientrare passando su Ponte Vecchio, qui, in maniera non prevista, l'entusiasmo di poco prima lascia spazio ad un momento di appannamento. Il dolore alle gambe aumenta rapidamente, la strada si fa in salita e tutta la fatica che fino a li parevo non sentire mi attanaglia gli arti inferiori. Immediatamente capisco che non c'è da scherzare, si rischia di compromettere tutto e a così poco dal traguardo. Rallento il ritmo e mi concentro sulla mia azione di corsa con l'obiettivo di recuperare, anzi no, di arrivare, ormai basta anche solo questo tanto è il fieno che ho già messo in cascina. Il km 38 è interminabile. Tlin 4'35.
Ancora 4 km, mi ripeto, e poi sarà gloria. Anzi, basta meno, ancora 2 km, poi gli ultimi 2 vengono da soli, non puoi mollare adesso cazzo! Soffro come un cane ma non mollo, rallento ma riesco comunque a mantenere un'andatura decisamente veloce. Il km 39 culmina proprio al centro di Ponte Vecchio. Tlin 4'39. Ponte Vecchio mi perdonerà ma in quel momento l'ho odiato profondamente.
I due km percorsi a ritmo controllato, e l'approssimarsi del traguardo, mi danno nuove energie. Dopo Ponte Vecchio si rientra nel cuore di Firenze, il passaggio in Piazza della Signoria regala un altro brivido raddoppiato poco dopo quando si passa di fronte al duomo. Tlin coi brividi 4'29.
La crisi non è proprio alle spalle ma ora fa meno paura. Si entra negli ultimi 2 km, provo ad incrementare anche se i crampi sono in agguato. Altri duemila metri, una ripetuta lunga, stringo i denti e mi concentro sul ritmo tentando di mantenere quello del precedente km. L'operazione funziona, il Garmin fa tlin per la 41^ volta, 4'27.
E' fatta, è fatta. Ultimi mille metri. Grande, dai che ci siamo!
Comincio a prepararmi per l'arrivo mettendo a posto la canotta, un po' come fanno i ciclisti quando arrivano in solitaria e mettono in ordine la divisa. Già che ci sono non rinuncio a superare un po' di gente. Riconosco un paio di corridori che mi avevano sopravvanzato durante i miei due km di crisi nera, rendo loro l'affronto e li supero poco prima del cartello che reca il numero 42. Tlin 4'27.
Dopo l'ultimo cartello kilometrico si svolta a sinistra e si presenta il tappeto blu del rettilineo finale, siamo in piazza santa croce, davanti a me il traguardo e sulla destra una tribuna gremitissima. L'entusiasmo per la vista della folla e del traguardo mi strappa le ultime energie di dosso. Scatto sul tappeto blu finendo in volata, porto le mani all'altezza della canotta e mostro a tutti la scritta La fulminea Running Team finendo rabbioso come piace al Bress e come è nelle corde della mia squadra. Una volta tagliato il traguardo stoppo il Garmin e sferro un pugno in aria di grande soddisfazione. Non controllo subito il tempo, so già che è ottimo ben al di sopra dell'aspettativa più rosea. Quando finalmente guardo verso il garmin leggo il crono finale: 3h 13' e 38".
Bravo, bravo, bravo!
Analizzandolo con calma mi compiaccio per la regolarità mantenuta e soprattutto per il fatto che la seconda metà è più veloce di un minuto e 3 secondi rispetto alla prima.


Solo a corsa finita mi rendo conto che i piedi mi fanno un male cane. Proseguo verso i ristori dopo aver ritirato la medaglia. E quindi vado a recuperare la sacca. Qui intravedo Linus che, dopo aver terminato la sua fatica, sta rientrando verso l'albergo (immagino), anche per lui oggi è stata una giornata positiva, nuovo PB in maratona.
Spero di incrociare Pasteo ma non lo vedo, saprò solo dopo del suo grandissimo risultato, 3h 18' e 42 nonostante il problema avuto. Stratosferico.
E spendo due parole anche per la compagna di Pasteo, la Manu che è stata, secondo me, ancora più brava di tutti noi. Con coraggio ha preso il via della maratona nonostante un problema ad un piede. Ha portato a termine tutti i 42 km cogliendo alla fine la sua meritatissima medaglia. Davvero complimenti.

Recuperata la sacca accendo il cellulare, ho promesso ad Alvin che l'avrei informato puntualmente appena terminata la gara. Non faccio a tempo a scrivere che subito gli sms arrivano a fiumi.
Dario che mi seguiva su TDS, oltre ai complimenti per il tempo finale, mi aveva mandato già un messaggio al mio passaggio del 40° km. Pur sapendo che non avrei potuto leggerlo in corsa me lo ha mandato lo stesso, è stato bello leggerlo a posteriori. E poi il Bress che, giustamente, sottolinea il fatto di aver vinto la scommessa. Pago molto volentieri. E poi uno alla volta i miei compagni di squadra, Gianluca, Andrea Rigo, Giovanni (Massive Attack), Tosto, Alvin e Zanze.
Un sacco di complimenti che mi rendono ancora più felice per il risultato ottenuto.
Anche questo secondo posto è portato a casa, sono passati due giorni ma ancora non mi stanco di ripetermelo: Bravo, bravo, bravo!

domenica 27 novembre 2011

Il piano è riuscito meglio di ogni più rosea aspettativa. Non ho centrato il Pi Greco perchè sono stato addirittura più veloce, 3h 13' e 38 il crono finale. È stata dura, soprattutto negli ultimi 5 km dove ho sofferto parecchio ma sono felicissimo per un risultato che è il massimo che posso esprimere oggi in maratona. Particolare piacere mi da il fatto che, anche in questo caso, sono riuscito a correre la seconda metà di gara più veloce della prima. Più di un minuto più svelto.
Bravissimo anche Pasteo che chiude in 3h 18' e 42 schiantando il suo precedente pb.
Ora si va a a reintegrare a suon di birre medie e stasera fiorentine e Chianti. Tutto molto meritato!


venerdì 25 novembre 2011

Biglietti del treno: Presi.
Organizzazione logistica: Pianificata.
Valigia: Pronta.
Preparazione Atletica: Tutto secondo i piani.

Bene, mi pare che tutto sia pronto, domani mi incontrerò con il mio contatto a Firenze (Pasteo) e partirà ufficialmente il piano Firenze Marathon.
Giove Pluvio pare sarà clemente con i maratoneti al via pertanto ci aspetta una giornata perfetta per correre una maratona.
La strategia prevede un ritmo impostato sui 4'40/km (tanto già lo so che i primi km fileranno via più veloci) da correre assieme al buon Alberto.
L'obiettivo finale, non lo nascondo, è il π ovvero terminare la gara in 3 e 14 e rotti.
In ogni caso, va ricordato che il mio personale in maratona è pur sempre un 3h 24 e qualcosa, pertanto un qualsiasi risultato sotto le 3h e 20 sarebbe ben accetto dal sottoscritto.
Ovvio che, già che ci sono, punterò al bottino pieno per poter poi dire: Adoro i piani ben riusciti!



giovedì 17 novembre 2011

Quando racconto in giro che ho corso la Venice Marathon e che ne sto  preparando un'altra, bene o male le domande che mi vengono poste sono sempre le stesse. La prima, inevitabile, è: Quanti km è lunga la maratona di Venezia  ? La seconda, molto spesso, è: Ma non è noioso correre ?
La mia risposta è Si, correre in se è noioso ma è tutto quello che ci sta attorno che rende tanto bello questo sport.
Questo mi porta a fare una riflessione e a chiedere prima di tutto a me stesso il motivo che mi porta a continuare a correre.  E siccome mi piacciono gli elenchi, ne faccio uno sul perchè mi piace correre (Che mi aiuta anche a ordinare le idee).

Mi piace correre perchè:
E' aggregante. Con la corsa ho conosciuto un sacco di gente che altrimenti non avrei incontrato mai.
E' salutare. Sento che il mio corpo sta bene e più sono allenato più avverto questo benessere.
E' formativo. Mi sono ritrovato a studiare e ad apprendere un sacco di nozioni di anatomia e di fisiologia del corpo umano.
Ti fa scoprire e conoscere l'ambiente che ti circonda con l'esigenza di trovare nuovi percorsi di allenamento.
Ti mette a contatto con la natura. Prima di correre sottovalutavo la bellezza che può nascondersi nell'alba di un nuovo giorno.
Ti fa viaggiare e non solo per l'italia, le gare sono in tutto il mondo. Le più prestigiose sono molto lontane dal nostro paese.
Ti mette in competizione, con gli amici, i conoscenti, l'estraneo che incontri alla gara della Domenica e, soprattutto, con te stesso il rivale che tutti noi che non siamo campioni abbiamo in comune.
Ti fa gareggiare sullo stesso identico campo del più forte al mondo. Pensateci, non avviene in nessun altro sport. Il detentore del record del mondo e chiunque di noi runner amatori percorrono la stessa identica gara. Sarebbe un po' come andare a giocare a calcetto e trovarsi contro Messi.
Ti fa aprire un blog (che non in tutti i casi è una cosa positiva, ve lo concedo).

Direi che sono un sacco di cose per un'attività noiosa. Forse forse, alla fine, così noiosa non è.
Segue di conseguenza l'inevitabile domanda: E a voi? Perchè piace correre ?

domenica 13 novembre 2011

Foto By http://www.flickr.com/photos/nicoren/
Sabato sera, ore 19.30, ritrovo a Ca' Dario per una strepitosa cena a base di vari antipasti, risotto ai funghi, tagliata e Sacher torte con ripetute medie di Prosecco, Chianti e Cabernet (particolarmente sentita la ripetuta delle 20.30 quando abbiamo festeggiato le dimissioni di una certa persona).
Domenica mattina, molto mattina. Ore 6.00, la sveglia mi butta giù dal letto e mi ricorda che c'è da andare a Dueville (VI) dove si corre la Brosemada, una non competitiva che ho  intenzione di sfruttare come ultimo lungo prima della maratona di Firenze.
Nonostante le poche e pessime ore di sonno ci metto poco ad attivarmi. Mi vesto in fretta, sorseggio un po' di Tè caldo, rimetto a letto il cane rimboccandogli le coperte e via in macchina verso il luogo della partenza. Sta cominciando ad albeggiare e, stranamente, mi sento molto bene.
Giunto a Dueville parcheggio e subito mi inoltro sul percorso della non competitiva. Sono le 7 e nonostante la manifestazione partirà di li ad un'ora incontro già i primi marciatori lungo il percorso.
Mi rendo conto immediatamente che il percorso sarà fantastico. Ci si inoltra in mezzo ai campi e, per la prima volta quest'anno, mi imbatto nella brina (la brosemada appunto) che copre la campagna con un lieve velo bianco. Alle mie spalle il sole si sta alzando e irradia il percorso con caldi raggi rosa e gialli. Spettacolo. In un colpo solo ho dimenticato le sgradevoli sensazioni della corsa all'ora di pranzo ed ho ritrovato le atmosfere magiche della corsa all'alba. Cullato in quell'atmosfera da fiaba mi sciroppo i primi 4 km e mezzo su fondo tanto bello a vedersi quanto insidioso per i piedi che scivolano sull'umidità e sul fango. Ad un incrocio sfrutto un anziano signore che fungeva da regolatore del traffico e gli giro attorno per ritornare sui miei passi manco fossi una nave della coppa america alla boa di bolina. Il vecchio mi guarda stranito e mi fa "Ma dove veto?!?". "Tranquillo" - gli faccio io - "dopo torno!". E infatti ripasserò ma prima devo ritornare al punto di partenza dove mi ritrovo con gli amici Fulminei.
Dopo altri 4 km, questa volta corsi contromano suscitando l'ira dei marciatori che ormai sono sempre più numerosi lungo il percorso, mi ritrovo alla partenza.
Mi fermo e ben presto il gruppo fulmineo si compone. Alvin, Gianluca, Zanze, Tosto e Luca mi raggiungono, dopo un buon quarto d'ora a capire se deve arrivare altra gente si parte. Io sono già a quota 9,6 km, ci aggiungo il percorso da 24 e ne usciranno poco meno di 34, perfetto.
L'idea iniziale è quella di correre tutti assieme ma subito appare evidente come io ed Alvin siamo intenzionati a prendercela un po' meno comoda rispetto a tutti gli altri. Ben presto ci ritroviamo davanti con il resto del gruppetto a seguire. Al ristoro dei 4 km ci fermiamo ad aspettare, ma dopo un tè ed una castagna (che Alvin mangia su consiglio diretto di Marco Olmo) ancora non si vede nessuno. Decidiamo così di ripartire. Saluto l'uomo-boa di poco prima che però, evidentemente stordito dal vin brulè consumato per combattere il freddo, non mi riconosce e mi fissa con lo sguardo che hanno le mucche quando guardano un treno passare.
Con Alvin proseguiamo di buon ritmo (4'45 che per un lungo su fondo insidioso è un bell'andare) chiacchierando un po' di tutto. Del resto è dal riscaldamento della Maratona del Garda del 2008 che non ci ritroviamo a correre assieme.
Via via che i km proseguono sento la stanchezza aumentare. Il periodo di corse intense, unito alla durezza del percorso odierno comincia a farsi sentire. Intorno al 18° km comincio a sentirmi in difficoltà. Alvin invece, brillante come sempre, mi racconta la trama di un film che ha visto da poco: La famiglia omicidi. Ascolto con interesse e, fra me e me, ringrazio Alvin che mi distrae dalla fatica. Oltretutto son contento che la trama del film sia lunga e articolata perchè, finchè parla lui, io me ne posso stare in silenzio a respirare e a cercare di recuperare.
All'incirca al 20° km sento che le forze mi stanno abbandonando. Comincio ad essere molto stanco, mi sento vuoto e debole. Dico ad Alvin che è meglio rallentare e così facciamo. Un paio di km dopo, come un'oasi nel deserto, compare il ristoro del 24° km. Ci fermiamo ed ho così modo di recuperare un po' bevendo un paio di bicchieri di Tè. Già che ci sono butto giù un gel al gusto Radicchio proveniente dal pacco gara della Maratonina di San Martino. La stanchezza era evidentemente dovuta ad una carenza di zuccheri, dopo la sosta, infatti, riparto di slancio ed affronto l'ultima parte del percorso con rinnovate energie.
E per fortuna!L'ultima parte di gara si snoda infatti sui pendii di un colle presentando varie salite, non molto lunghe ma certamente impegnative, tant'è che in alcuni casi ci ritroviamo a camminare. Le salite sono dure ma i passaggi sono veramente bellissimi. Ci si ritrova proiettati nel sottobosco dipinto dei colori dell'autunno.
Terminata la parte collinare il percorso ridiscende verso la zona di partenza. Negli ultimi km riesco anche ad aumentare il ritmo e a ritrovare una buona azione di corsa. Giunti all'ultimo km Alvin, che ne ha molta più di me, mi dice "Vado un po' questo km, ci vediamo all'arrivo". Gli dico "ok" ma tra me e me penso "adesso lo seguo così tiro anche io l'ultimo mille". Provo ad appiccicarmi alla sua canotta gialla ma devo desistere dopo poco, troppo veloce il suo passo. Ad ogni modo riesco comunque ad accelerare di un bel po' il ritmo ed il buon Alvin non mi distanzia poi di molto. Termino l'ultimo km in 4'08 e stoppo il Garmin qualche centinaio di metri dopo. 33,3 i km totali percorsi in 2h e 41 e con un dislivello di 179 metri. 4'50 la media tenuta.
Soddisfatti per il duro allenamento portato a casa andiamo a recuperarci il meritato premio. Panino con la mortadella e vin brulè. C'erano anche delle signore che distribuivano del brodo caldo ma non me la sono sentita.
Per quel che riguarda l'allenamento odierno avrei voluto aggiungere un paio di km alla distanza totale e mi sarebbe piaciuto evitare le tre soste fatte lungo il percorso ma, vista la condizione di carico attuale e visto il fondo e la pendenza direi che non posso lamentarmi, anzi, posso ritenermi certamente soddisfatto.
Ora mi aspetta un'ultima settimana ad alto kilometraggio che culminerà con la maratonina dei 6 comuni di Domenica e poi tutta discesa verso Firenze.


venerdì 11 novembre 2011

L'altro giorno i pianeti si sono allineati alla perfezione, il clima di pioggia ha concesso una tregua ed ecco che, magicamente, s'e' aperto uno spazio in cui andare a correre: La pausa pranzo.
Raramente avevo corso in quel risicato periodo di tempo, ho voluto provarci visto che c'erano tutti i presupposti per poterlo fare. Credo che non ripetero' l'esperimento.
E' stata infatti un'esperienza al limite del traumatico. Per prima cosa generalmente arrivo in pausa pranzo affamato come un leone per cui il mio fisico, pronto ad ingurgitare del cibo, s'e' ritrovato costretto a correre. E, giustamente, ha deciso di farmela pagare. Dopo 10 km, infatti, mi sono ritrovato ansimante a bordo strada con quello stronzo di un fegato che mi torturava il fianco. A dirla tutta nemmeno i primi km erano stati particolarmente agevoli, gia' alla partenza sentivo le gambe legnose ed i piedi pesantissimi, mi sembrava di calzare dei ferri da stiro non delle scarpe da running.
Infine il traffico. Correre in quella fascia oraria, con tutte le persone che si fiondano a casa come avvoltoi su di una carcassa, non e' proprio cosa da fare. Anziche' godersi la corsa ci si ritrova a schivare le auto impazzite e a pregare che nessuna prenda la curva un po' troppo larga.
In definitiva, credo che non ripetero' l'avventura, molto meglio alzarsi al mattino presto, rinunciando a qualche ora di sonno, piuttosto che rischiare di rinunciare all'equilibrio del proprio stato psico fisico.

domenica 6 novembre 2011

Questa mattina, assieme al fido Dario e ad un folto gruppo di Fulminei, ho corso la Mezza maratona di San Martino, gara che si svolgeva a Paese, in provincia di Treviso, a pochi km dal paese nel quale sono nato e cresciuto. Insomma, una maratonina sulle strade di casa.
C'erano molte incognite alla partenza di questa corsa. In primis il clima, i vari "previsori" avevano pronosticato un cielo coperto con forte possibilità di pioggia. Alla fine il cielo è stato effettivamente minaccioso per tutto il tempo ma l'acqua ha risparmiato i coraggiosi runner che hanno preso parte alla gara.
L'altra grande incognita era legata al mio approccio alla corsa ed al ritmo da tenere durante il percorso. Come scritto qui nel blog, l'obiettivo era quello di stare sotto l'ora e mezza. Visti gli ultimi allenamenti non ero molto fiducioso di riuscire nell'intento, sapevo però che un risultato del genere sarebbe stato per me molto importante in vista della incombente maratona di Firenze. Il dubbio più grande era dunque il ritmo da impostare nei primi km, partire a 4'15 oppure cominciare più cauto ed aumentare lungo il percorso ?
Alla fine ho deciso di procedere alla cazzo nella prima parte di gara e di aumentare nella seconda parte cercando di raggiungere una velocità smodata.
Mentre rifletto su questi elementi tecnici, lo starter da il via e si parte con la corsa.
Faccio partire il Garmin e mi rendo conto che questo è andato in risparmio energetico senza che me ne accorgessi. Armeggio disperato, l'orologio si attiva, ricerca i satelliti e finalmente mi permette di far partire il cronometro. Sono passati 30" dallo start.
Davanti a me il fronte Fulmineo (Massive Attack, Mao, Zanze, Obe, Alberto e Bress) procede compatto. Ho qualche metro di ritardo, provo a recuperare per mettermi alle loro spalle ma viaggiano troppo veloci. Mi assesto sul mio ritmo tanto l'obiettivo del giorno è stare sotto l'ora e trenta. Passo il cartello del primo km, con i 30" di ritardo il mio Garmin lappa 100 metri più avanti. Tlin e 4'04.
Ok, la partenza è spesso allegra, adesso si rallenta, altri mille metri e...4'04. Ritento e dal terzo km riesco nell'impresa di impostare un ritmo più consono alle prospettive di giornata, 4'12.
Bene, bene - penso - ho già messo in saccoccia qualche secondo prezioso, ora corriamo a sensazione che la strada è lunga.
I km successivi si susseguono sullo stile conservativo: 4'18 - 4'16 - 4'16.
Varia gente mi supera sfrecciando da tutte le parti. Penso che li andrò a riprendere più avanti, se le forze mi assisteranno.
Il fronte fulmineo davanti a me comincia a sfaldarsi, il primo che incontro sulla mia strada è Bress che oggi corre senza Garmin, a sensazione. E' partito troppo forte e sta arrancando, questa la mia di sensazione, la sua non la conosco, aspetto il suo resoconto sul blog.
Si arriva all'odioso tratto di sterrato, c'è qualche pozzanghera ma almeno non piove. Un paio di km di terra e sassi e finalmente si ritorna sull'asfalto. 4'11 - 4'04 - 4'07 evidentemente avevo fretta di abbandonare lo sterrato. 4'16 - 4'14 - 4'13 e sono al 12° km. Molto bene, sto macinando un buon ritmo e la prima parte di gara è andata. La fatica si fa sentire ma la sto gestendo bene, ho ancora energie da spendere, ancora qualche km e poi provo ad accelerare. Non voglio bruciarmi troppo presto.
Raggiungo Alberto e proseguo un po' con lui, poi aumento il ritmo e vado da solo. Quel che resta del fronte fulmineo è ancora distante ma mi serve da punto di riferimento quando proverò ad aumentare. 4'09 - 4'15 - 4'14 giunto al km 15 decido che è il momento di abbandonare ogni paura e di darci dentro. Riesco ad accelerare recuperando un bel po' di posizioni 4'06 - 4'08 - 4'04. Recupero Obe e mi metto in caccia di Massive Attack. Gli altri due membri del fronte fulmineo (Mao e Zanze) sono fuori portata visiva. 3'59 - 4'05 e riprendo Massive, scambio due parole con lui ma poi vado visto che ne ho ancora. Acchiappo qualche altro runner e continuo ad accelerare a più non posso. Dopo una curva spunta il rettilineo finale. Tlin 3'48.
Come spesso mi riesce di fare parto a cannone per la volata.  Un corridore di nero vestito tenta di mettersi tra me e il traguardo ma oggi non è giornata, lo spazzo via e chiudo la gara con uno sprint davvero veloce.
Tagliato il traguardo aspetto qualche secondo (per recuperare quelli guadagnati alla partenza) e poi stoppo il Garmin. L'orologio mi restituisce 1h 27 e 31 (in realtà ho chiuso in 1h 27 e 52). Incredibile, veramente non me l'aspettavo. Non pensavo di valere già questo tempo.
All'arrivo mi aspettano Mao e Zanze. Poco dopo giunge Massive Attack che fissa il suo nuovo personale sulla distanza e così farà anche Alberto.
Il Bress, evidentemente risorto durante il percorso, arriva chiudendo in 1h e 32, molto bene.
Chiude la festa Dario che col tempo di 1h 41 e 07 migliora il suo primato sulla distanza. Bravo.
Per quel che mi riguarda sono veramente soddisfatto della prestazione odierna. Il mio personale sulla mezza è 1h 26, considerando che si trattava di un allenamento in vista maratona il tempo fatto segnare oggi è veramente incoraggiante. Ancora di più se considero il fatto che ho faticato ma non in maniera particolare, prova ne è anche la condotta di gara con un netto aumento nella seconda parte del percorso.
Archiviata anche questa ora penso a questa settimana che sarà sicuramente fondamentale e che culminerà con un bel lungaccio oltre i 30 km previsto per domenica. Viste le previsioni per i prossimi giorni sarà dura, ma direi che non è proprio il caso di farsi prendere dalla pigrizia in questo momento.
Firenze è alle porte e qua si comincia a sentire profumo di personal best.

venerdì 4 novembre 2011

Domenica a Paese si correra' la 4a Edizione della Maratonina di San Martino.
E' una corsa cui sono particolarmente legato perche' si corre molto vicino alle strade di casa mia (di quando ancora stavo in provincia di Treviso) ed anche perche' li ho stabilito il mio PB sulla distanza.
Domenica quindi ci torno molto volentieri. Sara' una corsa da affrontare in ottica preparazione alla Maratona di Firenze ma, gia' che ci sono, credo proprio non mi tirero' indietro e provero' ad imbastire un buon ritmo. Anche perche' se mi riesce di far segnare un buon crono sara' tutto fieno in cascina in vista della trasferta in terra toscana.
In questa settimana mi sono allenato bene e, soprattutto, con buoni ritmi. Cosa che non mi capitava da un po' di tempo. Evidentemente i km messi alle spalle durante la Maratona di Venezia e quel po' di velocita' fatta durante Bress Race Day hanno dato i loro frutti. Una mezza svelta e' proprio quello di cui ho bisogno per tenere alta la condizione e riuscire a guadagnare qualche secondo sul ritmo gara da tenere in maratona.
Vediamo come andra', ho in testa un obiettivo che svelo a rischio di fare figure barbine...spero di stare sotto l'ora e trenta.
Vista la condizione attuale sara' molto dura ma se non ci poniamo obiettivi difficili da raggiungere allora significa prendersela comoda.
Staremo a vedere, intanto vado a preparare le gomme da bagnato.

lunedì 31 ottobre 2011

Concorso a premi: Trova il cane ! (Sotto la soluzione)

Ieri, Domenica 30 Ottobre, s'è svolta la Bress Race Day. Lascio al Presidente l'onore del resoconto, io volevo riportare alla luce della cronaca l'esordio del mio cane in una competizione.
Il quadrupede s'è sciroppato i 15 km totali (5 di riscaldamento e 10 di gara) senza colpo ferire. A dirla tutta ho faticato io a controllarlo perchè è contraddistinto da un forte spirito combattivo. In pratica, se vede qualcuno correre davanti a lui non ci sta e vuole a tutti i costi andarlo a prendere.
La mia tattica di gara era invece diversa, partire piano e finire forte. Non ci siamo capiti troppo bene.
Ad ogni modo, essendo io padrone e lui cane alla fine la corsa è stata condotta come da mia tattica. Primi 5 km corsi alla media di 4'26/km e secondi 5 km chiusi con una media di 4'08/km.
Alla fine io ero piuttosto spompato mentre Rowdy, dopo due sorsate d'acqua era pronto a ripartire. Non essendoci altra corsa in programma s'è dedicato al passatempo preferito del giorno: giocare alla lotta con Zanze.
Crono finale, e suo nuovo PB, 42' e 56. Che volete, so' soddisfazioni !

Rowdy conduce con splendido trotto, segue Drugo ad un'incollatura e il Tosto linguacciuto (Foto by Alvin)

lunedì 24 ottobre 2011

Come sempre, terminata una maratona, al mio rientro a casa mio nonno mi fa la stessa domanda: "Eora, cossa sito rivà ?" (Allora, come ti sei classificato ?). La mia risposta e' sempre la stessa: "Secondo!".
Al che mio nonno fa una faccia compiaciuta e commenta soddisfatto "Bravo, bravo ciò".
In realtà rispondo che sono arrivato secondo a chiunque mi chieda come abbia terminato la maratona perchè penso che in una maratona ce n'è uno che vince, tutti gli altri arrivano secondi.
Anche questa volta non ho vinto la gara pertanto la posizione di classifica viene abbastanza scontata.

Classifica a parte posso parlare dell'esperienza vissuta. Delle emozioni che una maratona sa sempre regalare e, già che ci sono, anche un po' della mia prestazione. Mettetevi comodi, sarà un racconto lungo.

Tutto comincia un po' di tempo fa con l'inizio della preparazione, ma non intendo prendere una rincorsa tanto lunga, parto invece dal mattino della gara. Riguardo alla preparazione specifico solo che il percorso di arrivo a questa maratona è stato particolarmente travagliato passando attraverso infortuni di vario tipo e vicissitudini con l'iscrizione che mi han fatto temere di non riuscire a ritirare il pettorale. Sono perciò particolarmente fiero della maratona corsa perchè ci sono arrivato superando tutte le difficoltà incontrate lungo il cammino. Una bella soddisfazione e un calcione alla mala sorte.

La mattina della gara, dicevo, avevo appuntamento con alcuni amici (Dario, che spesso mi accompagna nelle corse in provincia di Treviso, suo fratello che ha fatto da autista e Riccardo, altro runner della zona). Sono le 7, fa ancora buio e siamo già in macchina verso Strà. Le preoccupazioni sono più legate al clima, pare farà freddo ma andrà migliorando, pare anche ci sarà vento, sul ponte della libertà in particolare. Sarà esattamente così.
I rituali pre maratona si ripetono identici alle altre volte, ci si ripara all'interno di un bar in attesa della consegna sacche poi si esce e si cerca ogni varco disponibile per vuotare la vescica che, irrimediabilmente, si ricarica sempre troppo in fretta. Si incontra qualche volto noto e si cerca di far passare il tempo il più velocemente possibile. Una volta consegnata la sacca è già tempo di infilarsi nella gabbia di riferimento, non prima di aver cercato gli amici blogger per il blog point. Lo fallisco miseramente. Incontro Simone e Anita, mini blog point con loro, ma di Pasteo, Alvin e gli altri blogger nessuna traccia. Peccato.
All'interno della gabbia la temperatura comincia ad alzarsi, il freddo del mattino lascia spazio ad un incoraggiante tepore. In poco tempo mi spoglio e sono pronto a partire, tempo di un'ultima pipì e parte l'inno di Mameli, riesco a sentirlo piuttosto bene e la cosa mi da la carica (nonostante sia un inno che mi fa cagarissimo!), va ancora meglio dopo lo sparo quando la massa di runners si muove lentamente col sottofondo della cavalcata delle valchirie. Pam pam papapampam, pam pam papapampam e sono sotto il traguardo, faccio partire il Garmin con un minuto e mezzo di ritardo sullo start ufficiale e via, comincia la mia Venice Marathon.
Identifico immediatamente i pacers delle 3h 30 coi loro palloncini viola, sarà il mio riferimento iniziale. Partiti anche loro con ritardo sul via ufficiale accelerano il ritmo tentando di recuperare il gap, il loro obiettivo, ovviamente è quello di terminare la gara in 3h 30 sul tempo ufficiale. Lamentele salgono da alcuni runners convinti che dietro quei palloncini si procedesse a 5'/km. La solita storia.
Io me ne sto buono buono, al riparo dall'arietta che soffia in modo intermittente. Ogni tanto i palloncini mi sbattono in testa ma per il resto tutto procede sotto controllo. Corro tranquillo e senza sforzo anche se il ritmo è un filo più veloce di quanto avessi previsto alla partenza.
Al ristoro del km 5 incontro un po' di imbottigliamento, per evitare la ressa passo dietro ai tavoli dei ristori facendo un giro più lungo, ritornato in strada non vedo più i palloncini viola. Mi giro e sono dietro a me di un buon 20 metri. Rallento l'andatura con l'intento di farmi ripescare dai pacer e procedere poi con loro. Nonostante abbia diminuito il ritmo i palloncini non mi raggiungono, mi volto e sono ancora la, forse la distanza tra me e loro è addirittura aumentata. Poco male, a questo punto vado col mio ritmo.
Proseguo quindi la corsa da solo, mi guardo attorno e mi godo il passaggio lungo la riviera del Brenta. Ritrovo Cristian, un amico di Dario che ci aveva fotografato alla partenza. Dopo la partenza è corso avanti per ribeccarci sul percorso. Lo ritrover
ò in altri due punti ancora a fotografare e fare il tifo, un grande!
Verso il km 15 incontro il gruppo dei veneziani sboccati. È un quartetto capitanato da un certo D'artagnan che due anni fa aveva fatto il pacer delle 3h 30. D'artagnan guida alcuni suoi amici tra battute, commenti sui posteriori di alcune runner e ruggiti da leone (e con ruggiti...intendo dei sonori rutti). La compagnia forse non brilla per bon-ton ma di sicuro mi aiuta a non pensare alla fatica. Oltretutto D'artagnan sa il fatto suo e tiene a bada gli amici troppo inclini a strafare. L'ideale per quella che pu
ò essere la mia condotta di gara.
Per i successivi km corro assieme a loro. Il Garmin lappa km tra i 4'50 e 4'59. Continuo a correre tranquillo anche se i muscoli cominciano ad appesantirsi ed
è un po' troppo presto. Cerco di non pensare alla fatica e alla distanza che mi separa dall'arrivo. Gioco con i gruppi che suonano dal vivo (danno sempre la carica) e con il pubblico. Ad un certo punto c'è un tizio che con un microfono in mano pronuncia il nome del paese di provenienza dei runners che glielo nominano. Mi avvicino e gli urlo SCAN-DO-LA-RA! E lui, da bravo, ripete alla perfezione (all'arrivo Alvin mi dice che potevo dirgli Thiene con l'H ma lì per lì non m'è venuto in mente).
Passo alla mezza in 1h 43 e rotti, in proiezione ne esce un 3h e 27, va benissimo!
Continuo dietro ai veneziani, assumo i gel che avevo portato con me ai km 15, 23 e 33 e mi distraggo il più possibile. Il passaggio a Mestre, in piazza Ferretto, è memorabile. Una folla festante accoglie i maratoneti, ad una curva c'è una vera e propria torcida che urla e fa un casino incredibile. Bellissimo. Correre coi veneziani sboccati è di grande aiuto, l'unico inconveniente è che giocano in casa, conoscono un sacco di gente che li acclama e li saluta, a me invece non mi caga nessuno.
Al km 29, all'ingresso nel parco San Giuliano, comincio ad avvertire maggiormente la fatica e decido che è il caso di concentrarmi maggiormente sulla corsa. Come si dice spesso, la maratona comincia dopo il 30
º km. Così è stato per me.
Il parco San Giuliano, come sempre è un punto di svolta. Arrivi che sembri prossimo al ponte della libertà e invece, una volta entrato, pare impossibile uscirne. Una serie di curve e saliscendi, con molta meno gente rispetto ai km precedenti, si sussegue per 3 lunghi km al termine dei quali, separato da un curvone e da un cavalcavia, si presenta il (voce narrante di Fantozzi) temutissimo ponte della libertà: 5 km di strada piatta come un asse da stiro spazzata da gelidi venti contrari e costellata di corridori in avanzato stato di putrefazione.
Conscio di tutto ci
ò arrivo all'ingresso del ponte in condizioni molto buone. Sono stanco, certo, ma le gambe stanno bene e sento che posso spingere. D'artagnan, constatato che i suoi amici riusciranno tranquillamente a finire la gara sotto le 3h e 30, saluta e se ne va procedendo intorno ai 4'/km. Inizialmente lo seguo ma desisto subito, il suo ritmo è decisamente troppo vivace, proseguo ad un più tranquillo 4'40-4'45. Poco dopo incontro Pasteo che cammina a bordo ponte. Lo chiamo pronto a prenderlo a calci per farlo ripartire ma mi dice che il suo allenamento è finito (glielo sentirò ripetere anche ad altri che lo incitano a riprendere) ma fa in tempo ad urlarmi: "A Firenze facciamo faville!". Confermo a gran voce e proseguo lungo il ponte.
Il vento qui è davvero fastidioso, assumo l'ultimo gel e penso a ripararmi dietro a qualche runner. Il problema è che il mio ritmo è ben più veloce di tutti quelli che incontro e non riesco a mettermi alle spalle di nessuno, dovrei rallentare e non mi va. L'aumento di ritmo, unito al freddo vento contrario, costa una certa fatica, ma vedo che il mio fisico reagisce bene, ho ancora energie da spendere.
Alla fine del ponte scorgo un volto noto ma non mi riesce subito di riconoscerlo...la cosa è reciproca visto che nemmeno lui mi riconosce se non dopo aver letto "Drugo" sul retro della mia canotta. È Fatdaddy, lo saluto girandomi quando ormai è alle mie spalle, lui ed anche il temuto ponte.
Ormai manca davvero poco. Lo sforzo lungo il tratto appena trascorso si fa sentire. I muscoli delle gambe cominciano a irrigidirsi ed anche il fegato, ogni tanto, mi da qualche noia. Vorrei spingere anche un po' di più ma non mi fido, proseguo col mio ritmo.
Finalmente si entra a Venezia, al km 39 controllo il Gamin e, incredibile, il personale non è così distante, con un accelerata negli ultimi 3 km la cosa si pu
ò fare. Ci provo ma non ci riesco, un po' per il traffico che trovo sui ponti e molto perchè le mie gambe e il mio stomaco mi dicono che non è il caso.
Dopo i primi 3 ponti i restanti 12 sono una lunga battaglia. Mancano ancora 2 km e adesso mi sento molto stanco. Stringo i denti e proseguo in attesa del ponte di barche e della conseguente discesa su San Marco. Svoltato l'angolo di punta della dogana ecco che si presenta il canal grande ed il bellissimo ponte di barche, non sono molto fresco per riuscire a godermelo ma è sempre uno spettacolo. Attraversato il canale c'è il passaggio in piazza San Marco. La maratona di quest'anno prevede un giro proprio all'interno della piazza. Sono stanco ma mi impongo di guardarmi attorno, alzo la testa e la meraviglia che mi accoglie è qualcosa di indescrivibile. Si passa tra due ali di folla festante correndo davanti al campanile, alla basilica di San Marco e a palazzo ducale. Spettacolare. Quando mi ricapita ?
Usciti dalla piazza manca ancora un km e mezzo e altri 7 ponti. Non sono esattamente un fiore, gambe e, più che altro, stomaco mi fanno male ma di mollare non se ne parla. Supero i ponti, quando ormai ne mancano 3 riesco anche ad accelerare un poco. Sul rettilineo finale penso di sprintare ma sono troppo esausto per farlo, poi vedo tre corridori davanti a me, con un ultimo sforzo li posso superare e allora via con la volata. Ultimi 30 metri a cannone, supero i 3 runners subito prima del traguardo e stoppo il Garmin, 3h 24 e 59. Fantastico, sono felicissimo, grande sforzo ma il risultato è decisamente soddisfacente. Ancora di più se controllo la condotta di gara, la seconda metà di gara corsa quasi due minuti più veloce della prima.
Recuperata la volata finale mi incammino verso gli spogliatoi, trovo Alvin al ristoro (più che altro mi trova lui), ci abbracciamo e subito gli chiedo se il muro è caduto. Purtroppo non ce l'ha fatta ma per molto poco, 3h 3minuti e spicci il suo crono. Non sarà caduto il muro delle tre ore ma il tempo è veramente notevole! Complimenti vecchio, sei andato alla grande.
Poco dopo arriva anche Nino, ancora alla ricerca di zollette di zucchero, ed ho il piacere di fare la sua conoscenza.
Mi vesto e assieme ad Alvin ho il tempo per una pasta, un bicchiere di prosecco gentilmente offerto dall'organizzazione solo per noi e di apprendere della morte del pilota Simoncelli. Una brutta notizia che proprio non ci voleva anche se mi fa sempre riflettere il fatto che ci rattristiamo per la perdita di personaggi noti mentre tutti i giorni ci sono famiglie che piangono la scomparsa di illustri sconosciuti. Ma questo è un altro discorso che non mi va di affrontare qui.
Ho ancora il tempo di scambiare due chiacchiere con una bella atleta britannica che, alla sua prima maratona, ha chiuso sotto le 4h. Complimenti e non solo per la prestazione.
Ritrovo quindi Dario che ha chiuso la maratona con un ottimo 3h 44' e53, migliorando clamorosamente il suo precedente che andava ben oltre le 4 ore e Riccardo che ha terminato intorno alle 3h e 37. Da qui parte il lungo cammino che ci riporta a casa.
Una volta rientrato la prima persona che incontro è mio nonno: "Eora, cossa sito rivà?"
Secondo nonno, anche stavolta sono arrivato secondo.

sabato 22 ottobre 2011

Non ho ancora internet nella casa nuova di Thiene per cui provo a scrivere un post direttamente dal cellulare. Vediamo se funziona.
Quello che volevo scrivere è che domani porterò la ma quarta maratona. La preparazione non è stata delle migliori per cui non ho grandi velleità riguardo al tempo . L'obiettivo minimo sarà quello di arrivare al traguardo tutto intero, poi dovrei imbastire un ritmo prossimo ai 5'/km per cui potrei concludere con un tempo vicino alle 3h e 30.
Ad ogni modo il tempo finale non è un fattore, l'importante sarà fare un buon allenamento in preparazione a Firenze.
Chiudo qui, buon weekend, buone corse e per chi la correrà, buona maratona a tutti.

giovedì 20 ottobre 2011

Da buon amante della tecnologia, e da possessore di un Garmin, ho da un po' di tempo cominciato ad utilizzare l'applicazione web Garmin Connect (http://connect.garmin.com/). Su questa applicazione si possono caricare i propri allenamenti e visualizzarne i dettagli. Una sorta di SportsTrack soltanto su web e quindi accessibile in ogni luogo purche' ci sia un terminale con connessione internet.
Ultima scoperta che ho fatto in Garmin Connect e' la presenza del feed, esiste cioe' la possibilita' di seguire, tramite un feed reader (es. Google reader), le corse di un utente.
La pagina per seguire le mie corse e' questa: http://connect.garmin.com/feed/rss/activities?feedname=Garmin%20Connect%20-%20viverestanca&owner=viverestanca
Invito gli altri utenti a postare la propria pagina in modo da poterne seguire le loro avventure su strada.
Nel frattempo ho aggiunto anche uno spazio nella barra destra del Blog dove vengono pubblicate le ultime 5 corse da me caricate su Garmin Connect.
Detto questo, da buon maratoneta a pochi giorni dalla maratona di Venezia, vado a cercarmi il video di Belen Rodriguez...la metto anche tra le etichetta, vediamo se le visite si impennano...

lunedì 17 ottobre 2011

Ho sempre guardato ai runner che includevano nelle loro preparazioni i doppi allenamenti con una certa ammirazione. Correre al mattino ed anche al pomeriggio m'e' sempre sembrato impresa piuttosto ardua anche se non nego di aver pensato che, un giorno, magari anche io mi sarei cimentato nell'esperimento.
Non pensavo di certo che tale prova sarebbe arrivata in questo momento di condizione un po' precaria e, soprattutto, ad una sola settimana dalla maratona di Venezia. E invece...
Il tutto e' cominciato sabato sera quando il Bress mi ha invitato ad una marcia da correre l'indomani mattina. Alla mia richiesta sull'altimetria il presidente mi rassicurava dicendomi che la salita sarebbe stata poca cosa e, soprattutto, che la corsa era molto bella. Convinto dalla sue parole ho cosi' dato l'assenso. L'indomani mi sono ritrovato a partire a Cogollo del Cengio, una localita' circondata dalle montagne, mi sono reso conto immediatamente che o si correva su di un circuito di 1 km oppure ci sarebbe stata ben poca pianura in quella corsa. Ovviamente la condizione era proprio la seconda...elevata al quadrato visto che non si trattava di un collinare ma di una specie di trail.
Maledicendo il Bress e memore della nefasta esperienza a Sernaglia della Battaglia di due anni fa, ho affrontato le salite e soprattutto le discese con gran calma. Ben presto, complice l'ottima compagnia fulminea, mi sono ritrovato a divertirmi nel correre i tratti dove le pendenze erano piu' dolci. E cosi', tra una chiacchiera e l'altra, tra un ristoro e il successivo, tra una fitta al fegato curata a cazzotti e l'ultima salita che non era mai l'ultima per davvero mi son ritrovato al traguardo con un buon 18 km di misto collinare/trail nel quale ho camminato per un 3 km e corso per i restanti 15.

Giunti all'arrivo il Bress, che evidentemente aveva qualcosa da farsi perdonare, mi consigliava di svolgere una seduta di lento rigenerante nel pomeriggio da correre molto lento per sciogliere, far girare le gambe e buttar su chilometri. Li per li l'idea mi sembrava anche buona ma la voglia di tornare a casa e rimettermi in strada era davvero poca. Ho buttato li un "ci provo" poco convinto e me ne sono tornato a casa.
Dopo un buon pranzo ed una dormita rifocillante mi sono ritrovato verso le 17 disteso nel letto a pensare "E adesso ? Vado o non vado ?". Dopo un acceso dibattito interiore il Vado ha avuto la meglio, ancora adesso non so come.
Mi sono quindi armato di buona volonta', scarpe da corsa e guinzaglio all'estremita' del quale trotterellava allegro il mio cane. Se corsa lenta rigenerante doveva essere almeno che fosse stata in buona compagnia. Cosi' attrezzato ho quindi impostato un ritmo tranquillo, attorno ai 5'20/km ignorando le proteste del cane che voleva procedere piu' speditamente. Dopo i primi 5 km ho cominciato a sentire gli effetti benefici della corsa e ad incrementare un poco il ritmo e, una volta tagliato il virtuale traguardo dei 10 km, l'entusiasmo ha preso il sopravvento ed ho deciso di alzare ulteriormente il ritmo per finire in progressione nonostante gli ultimi km fossero tutti in leggera ma inesorabile salita.
Giunto a casa ho stoppato il Garmin a 15 km con una media di 5'02 e gli ultimi 4 km abbondanti sotto ai 4'40/km. Stanco ma decisamente soddisfatto mi sono diretto in doccia mentre il cane, soltanto soddisfatto, mi guardava allegro correndo per il giardino richiamando la mia attenzione per giocare. Comincio a sospettare che le crocchette che gli do abbiano effetto dopante.

Ora si fa rotta verso Stra con una settimana tranquilla, la Domenica appena trascorsa ha dato finalmente segnali positivi (in particolare per il problema al fegato che pare, e sottolineo pare, essere sotto controllo).
E dopo Venezia la premiata ditta Drugo-Pasteo si appresta ad invadere Firenze.

lunedì 10 ottobre 2011

Scarpe nuove, un lungo lento, primi problemi al Garmin, dolore al fianco e un pensiero a Firenze. Il tutto riconducibile alla giornata di Domenica dove, in quel di Musano (TV) ho corso un bel lungone nell'ultima occasione buona prima della Venice Marathon.
Come si evince dall'incipit ho corso con le scarpe nuove, vale a dire le Asics Gel Cumulus 13. Ho cambiato scarpe due settimane fa anche se lo riporto qui sul blog solo ora. Come forse avrete letto ero alle prese con un fastidioso problema all'alluce sinistro, che mi ha tenuto per qualche giorno lontano dalla strada e, in un caso, e' stato complice di un abbandono nel finale di un tentativo di lungo. Ebbene, recatomi al negozio di fiducia ho provato una serie di calzature (escludendo le Adidas Supernova Glide che mi sono sembrate ottime scarpe per lungo tempo ma hanno avuto la sfiga di procurarmi alcuni malanni non di scarsa entita' negli ultimi periodi) finendo col scegliere le Asics che mi sono sembrate davvero confortevoli. Il confort s'e' dimostrato tale anche nelle prove su strada ed il fastidio all'alluce e' praticamente sparito. Miracolo.
Dopo le fallimentari esperienze delle ultime due domeniche ieri avevo a disposizione l'ultimo tentativo per portare a casa un buon lungo oltre i 30 km. Questa volta e' andata quasi bene anche se gli inconvenienti non sono mancati. Mica poteva essere altrimenti del resto.
Teatro del mio tentativo e' stata la corsa organizzata a Musano (provincia di Treviso) su di un percorso di 21 km. Il mio programma prevedeva di arrivare in zona per le 8 (la corsa partiva alle 9), fare un 12 km prima della partenza, quindi accodarmi al gruppo e correre i 21 km previsti dal percorso originale. Il programma e' riuscito in parte perche', mentre ero in auto, ad un certo punto ho trovato la strada chiusa e ho dovuto cercare una via alternativa per raggiungere Musano arrivando cosi' con 10 minuti di ritardo sul programma. Sono quindi partito verso le 10:10 riuscendo a correre 9 km prima di unirmi al serpentone che prendeva parte alla manifestazione podistica. Ho corso quindi i 21 km in compagnia del buon Dario e di un suo amico procedendo ad un ritmo prossimo ai 5'/km. Al sedicesimo km il Garmin si spegne, ecco - penso - e' giunto anche il suo momento, mi pareva strano durasse cosi' a lungo senza darmi nemmeno una noia. Invece l'apparecchio mi smentisce, qualche minuto dopo si riaccende rimanendo in funzione fino alla fine. Misteri tecnologici. Peccato pero' che mi sia ricordato di dare lo "Start" solo un paio di km dopo il riavvio dell'apparecchio, cosi' non sapro' mai con esattezza quanti km avro' corso. Pazienza, ormai mi sono abituato agli imprevisti, non vi faccio piu' di tanto caso e continuo a correre bello allegrotto assieme ai miei compagni di corsa.
Tra una chiacchiera e l'altra si arriva, non senza fatica, al traguardo dei 21 km per chi ha fatto il percorso regolare, 30 per me. Come inizialmente preventivato non mi fermo li, saluto Dario e company (vabbe' non ricordo il nome del suo amico, forse Luca ma volevo evitare di dire troppe fesserie in un solo post) e proseguo cercando di portare a casa qualche ulteriore km. Almeno 3 dico a me stesso sperando di riuscire a correrne 6. Dopo i 30 km fin li corsi le gambe stanno piuttosto bene, solo sono stanco a livello mentale ed ho ben poca voglia di allungare ed aumentare la sofferenza. Non a caso continuo ma aumento il ritmo di corsa. Imbecco un rettilineo lunghissimo (oltre 2 km stile ponte della liberta') e lo percorro tutto andata e ritorno, al ritorno ecco pero' che la fitta al fianco (che gia' s'era fatta viva un 5-6 km prima) si fa sempre piu' intensa fino a costringermi a fermarmi. Il Garmin segna 31 km ma col salto dovrebbero essere almeno 33 e mezzo. Respiro un poco e poi riparto riuscendo a percorrere un altro km e mezzo prima di arrendermi al dolore e alla fatica.
Alla fine, in un modo o nell'altro, riesco a portare a casa 35 sporchi km. Non sono brillanti o esaltanti ma sono pur sempre un bel lungone per il quale devo fare i complimenti a me stesso.


Ora mancano due settimane a Venezia. Arrivo alla maratona in condizioni tutt'altro che ottimali. Salvo un miracolo dell'ultima ora mi sa tanto che correro' la maratona in riserva impostandola piu' come un allenamento che come una gara vera e propria.
Del resto pare che il 27 di Novembre si corra una discreta maratona in quel di Firenze ed io ci sto pensando sempre piu' seriamente.

giovedì 6 ottobre 2011

Che sarebbe stata una domenica difficile m'era parso chiaro fin da subito, i segnali negativi si susseguivano dal sabato precedente ma non pensavo di dover tirar giu' tanti santi dal paradiso per la delusione e la frustrazione provate.
Parto dal sabato riassumendo con ordine quanto accaduto.
Sabato dunque. Al mattino non avevo in programma alcun allenamento specifico, dovevo solo alzarmi alle 7, fare 40 km in macchina, prendere il furgone in prestito da mio zio, andare a prendere un mio amico e tornare al luogo di partenza (altri 40 km) dove un terzo amico ci aspettava. Il motivo di tutto cio' ? Trasloco.
Terminato di caricare il furgone, verso mezzogiorno e mezzo, ripartiamo alla volta della mia nuova casa, 80 km circa. Per l'una e mezza cominciamo a scaricare ultimando il trasloco verso le 18 e 30.
Riprendo il furgone e accompagno a casa i miei preziosi collaboratori, Thiene - Scandolara, 110 km.
Mi fermo a dormire da mia Zia, cosi' sono anche piu' comodo per la gara che avrei dovuto correre il giorno successivo, la Maratona della Castellana. Ho intenzione di correre sul percorso da 30 km per poi allungarlo e fare un lunghissimo da 36 km.
Ed ecco che i segnali negativi cominciano a palesarsi. Nel marasma del trasloco cercavo infatti un completo adatto per correre la gara, e' un lungo impegnativo ed e' per me importante essere abbigliato ed attrezzato nel modo giusto. Visto il disordine non riesco a trovare quel che cerco e devo accontentarmi di quel che riesco a recuperare. Pazienza.
Al mattino mi alzo di buon'ora, mi vesto ma...la canotta che ho preso e' larghissima, non posso indossarla, smadonno un minimo e poi mi rassegno, correro' con una maglietta che avevo portato con me anche se so che la giornata sara' calda e probabilmente ne soffriro'.
Pazienza.
Scendo le scale, arrivo in cucina per prepararmi un minimo di colazione e mentre armeggio mi vola il cellulare che si apre in tre pezzi. Altro smadonnamento, ricompongo il tutto e per fortuna funziona ma le ammaccature subite sono evidenti.
Pazienza.
Dopo la colazione mi reco al luogo della gara con un mio amico e qui accede il fattaccio piu' grave. Vado a ritirare il pettorale ma questo mi viene negato. A quanto pare c'e' stato un errore nell'iscrizione, risulta che non ho rinnovato la tessera fidal per il 2011 (devo verificare la cosa), peccato che se me l'avessero detto avrei potuto portare per lo meno il certificato medico e correre con il giornaliero. Rimango senza parole, protesto ma mi viene risposto che non possono fare nulla e per quanto mi lamenti la situazione e' quella, non posso correre. Uscendo mi raccontano di gente che e' stata "rimbalzata" perche' il certificato medico riportava "Corsa" anziche' "atletica leggera". Non ho parole!

Me la prendo ma nemmeno piu' di tanto, penso subito che posso ancora tornare indietro e farmi il lungo sulle strade di casa. Il lungo di oggi e' la cosa piu' importante di tutte.
Giro la macchina, rischiando anche di rimanere incastrato visto che la gara stava partendo, e torno a casa. Mi preparo un attimo e poi via sul percorso da 15 km, due giri e poi si allunga.
Fa caldo e sono deconcentrato per la situazione appena subita ma cerco di correre calmo ed in controllo. Purtroppo non ci riesco, viaggio sempre sotto ai 4'50 che era il ritmo che dovevo mantenere. Fatico un poco fino al km 12 poi comincio a sentirmi bene, trovo il ritmo e non faccio fatica. Ho anche aumentato il passo. Al km 14 comincio ad avvertire una fitta al fianco destro. Non so se sia stomaco, fegato o l'addominale. Mi sembra un dolore superficiale per cui penso sia il muscolo addominale. Corro con questa spina per un km ma poi sono costretto a fermarmi e a piegarmi a libro perche' il dolore mi impedisce di respirare bene. Rimango cosi' per 15 secondi poi riparto. Non avverto piu' dolore. Corro cosi' piuttosto sciolto fino al km 18 poi il dolore si manifesta di nuovo. Tengo duro un altro poco ma poi sono costretto a fermarmi se non voglio morire per asfissia. Altro stop e riparto di nuovo, questa volta la mia corsa dura un solo km e poi sono ancora costretto a fermarmi. Capisco che e' inutile andare avanti cosi', il Garmin mi segna 20 miseri km. Smetto di correre e torno mestamente a casa.
Mentre cammino mille dubbi si insinuano in testa. Cosa c'e' che non va ? Venezia e' tra tre settimane, ho speranze di correrla ? Forse dovrei tenerla come lungo e vaffanculo ?
Non so, ora sono piu' deluso che altro, credo tentero' l'ultimo lungo della disperazione domenica questa. Se non ne faccio almeno 36 e' evidente che a Venezia correro' in processione e poi chissa', magari ci sara' spazio per una qualche maratona altrove. Certo e' che questi dolori che si manifestano mentre faccio i lunghi un po' mi preoccupano. Magari e' solo mancanza di fondo, oppure sono dovuti ad un ritmo troppo sostenuto per quanto posso affrontare al momento.
Domenica vedro' di rispondere anche a questi dubbi.
Per come va in questo periodo mi sa tanto che domenica ci sara' il diluvio. Mi torna in mente Woody Allen che diceva:"Smettero' di fumare e vivro' una settimana piu' a  lungo e in quella settimana, piovera' a dirotto!"

domenica 25 settembre 2011

Non m'è venuto di dire trentatrè, mi son dovuto accontentare di trentuno ma, viste le caratteristiche della marcia, direi che non c'è da lamentarsi. Più che altro nuove incognite si stagliano all'orizzonte.
Le incognite si chiamano fegato, milza e, soprattutto, alluce sinistro.
Il tutto s'è manifestato durante la Maratona del Bosco del Montello che ogni anno, in questo periodo, si svolge a Povegliano (TV). La manifestazione prevede vari percorsi, io avevo scelto quello di 32 km da allungare a piacimento. M'ero scordato però delle caratteristiche marcatamente collinari di questa prova. Dopo i primi 7 km, relativamente piatti, il percorso saliva improvvisamente di un buon centinaio di metri proseguendo da quel punto con un continuo sali scendi fino al km 24 passato il quale si ridiscendeva in picchiata per riportarsi alla quota di partenza.



Tutto molto bello a dire il vero, correre tra i boschi del montello regala degli scorci splendidi, peccato che ciò non si sposi perfettamente con la mia intenzione di lungo lento previsto per oggi e peccato che l'altimetria, unita al fondo sconnesso, acuisca  il fastidio che avevo ad inizio corsa all'alluce sinistro portandolo a dolore prima e a tortura una volta raggiunti i 30 km. In pratica mi sembrava di correre con un seghetto piantato a metà alluce. Passati i 30 ho corricchiato per un km ancora prima di tirare i remi in barca e camminare negli ultimi duemila metri, senza lenire di molto la sofferenza. L'unica soluzione sarebbe stata togliere la scarpa.
Devo dire che già in precedenza il mio fisico mi aveva lanciato dei messaggi preoccupanti. Nelle discese intorno al km 25 il fegato aveva cominciato a pizzicare e a darmi fastidio, una volta giunto in pianura il dolore s'era invece spostato alla parte sinistra interessando la milza. Quella brutta bagascia ad un certo punto ha cominciato a dolere così tanto da costringermi ad un rifornimento che pensavo di saltare. Tutti segnali di come questo primo lungo fosse effettivamente un po' troppo duro per la mia attuale condizione. Peccato perchè di gambe tutto sommato c'ero e i 33, se non addirittura 34, si potevano portare a casa.
C'ha pensato comunque l'alluce a togliere ogni dubbio e a sollevare preoccupazioni, cosa sarà questo dolore nuovo ? Ora sto applicando ghiaccio, in settimana prendo delle scarpe nuove, non vorrei che quelle vecchie (che oggi han compiuto 700 km) non si fossero consumate da qualche parte causandomi questo problema.
Se non penso a questi malanni fisici posso anche ritenermi soddisfatto. Ho corso 31 km misti collinari partendo a bomba (m'ero messo in testa di provare a riprendere Pasteo che avevo incrociato mentre andavo ad iscrivermi, io ero in ritardo mentre lui era partito regolare alle 8.30 con qualche minuto di vantaggio su di me) e gestendo tutto sommato bene lo sforzo. Del resto, prima di questi 31 la massima distanza coperta erano 22.
Domenica, correndo su percorso piatto a Vedelago, i 36 previsti sono alla mia portata. Alluce permettendo.


giovedì 22 settembre 2011




Un cortometraggio fantastico !

domenica 18 settembre 2011

Programmino interessante quello cui mi sono sottoposto questo weekend. Ieri ho preso parte alla bellissima (e non meno dura) Sleghe Lauf, gara di 10 km su circuito cittadino in quel di Asiago. La gara si è svolta su di un percorso di 2,5 km da percorrere 4 volte. Si noti che dei 2,5 km non ricordo 100 metri di piano, tutto saliscendi con lo scendi abbastanza divertente ma il sali veramente taglia gambe.
Sulla linea di partenza lancio la sfida al Bress, il presidente non si tira di certo indietro ed accetta di buon grado. Subito dopo parte la gara. Preso dall'entusiasmo mi lancio all'inseguimento dei top runner ma ben presto desisto anche se il primo km passa in 4'06. Il ritmo è alto, decido di rallentare: tlin, secondo km, 4'01! Ok, non sono padrone di me stesso! L'operazione freno a mano prende qualche tempo in più del previsto ma riesco ad impostare un ritmo più gestibile al termine del primo giro.
Qui si fa sotto il Bress che era rimasto prudentemente indietro. Il giro è davvero tosto, è tutto un saliscendi, quello che si recupera in discesa viene pagato con doppia fatica nella salita successiva. Sia nella seconda che nella terza tornata proseguo assieme al Bress, ogni tanto conduce lui, ogni tanto conduco io. All'ultimo giro prendo l'iniziativa e mi porto avanti incrementando sensibilmente il ritmo. Bress non molla, al massimo si distanzia di qualche metro ma torna subito sotto. A 1500 metri dal traguardo, in un tratto in salita su sterrato, il Bress sferra l'attacco. Mi si porta avanti ed accelera. Mi francobollo alla sua canotta e non mollo. Alla discesa successiva sono ancora la.
Ho molta fiducia nella mia volata finale ma devo onorare la canotta gialla che porto, se devo battere il presidente non lo posso fare in volata, serve un attacco serio. Serve una vittoria con rispetto.
A 800 metri dal traguardo decido perciò di rispondere al Bress e di sferrare il  mio di attacco. In un tratto in salita incremento la velocità, non mi volto mai sperando che il cambio di ritmo faccia male. Sul successivo tratto in discesa accelero ancora. Vedo alcuni runner davanti a me, sono ancora in spinta mentre loro appaiono stremati. Al termine della discesa una secca curva a sinistra e poi il lungo rettilineo, oltretutto in salita. Raccolgo energie che non sapevo di avere e lancio la volata superando negli ultimi 100 metri 4 atleti con uno sprint finale del quale vado molto orgoglioso ancora adesso.

Bress arriva circa 30 secondi dopo. Scherziamo un poco e poi andiamo a ritirare il ricchissimo pacco gara (maglietta tecnica, Yogurt, 500 g. di Pasta, un pezzo di formaggio Asiago stagionato e una confezione di ottima marmellata Rigoni di Asiago. Cosa si può volere di più?!?).

Archiviata la Sleghe Lauf avevo in programma per quest'oggi un lungo lento di 30 km da correre a Castelfranco Veneto, in occasione della non competitiva Marcia del Giorgione. Non avevo fatto i conti però con lo scarso tempo a mia disposizione per il recupero, appena 12 ore. Sono quindi partito con le gambe ancora indolenzite e con l'incertezza di riuscire a portare a casa la distanza. Nonostante un ritmo cauto mi sono reso conto ben presto che i 30 km erano difficili da portare a casa e che, molto probabilmente, avrei rischiato un infortunio o un affaticamento eccessivo. Perchè rischiare dunque ?
Alla fine ho portato a casa un buon 22 km a 4'57 di media terminando gli ultimi 2 km con buona spinta ma, una volta tagliato il traguardo, mi sono reso conto che non avevo proprio più voglia di correre. Stanco fisicamente ma, soprattutto, stanco mentalmente.
Ora mi riposo e ricarico le pile. Weekend produttivo e soddisfacente, Domenica prossima, però, almeno 30 bisogna proprio portarli a casa.

venerdì 16 settembre 2011

Se non siamo capaci di vivere globalmente come persone, almeno facciamo di tutto per non vivere globalmente come animali. 

Essere un fantasma dev'essere questo, avere la certezza che la vita esiste, perché ce lo dicono quattro sensi, e non poterla vedere. 


Più o meno una settimana fa discutevo con Tosto dell'ultimo libro letto, Cecità di Josè Saramago. La discussione avveniva mentre stavamo correndo per cui ho l'impressione non fosse esattamente lucida. Pongo rimedio scrivendone brevemente qui.


Il libro narra di un'epidemia di cecità che coglie i cittadini di una non meglio specificata città in un non meglio specificato paese in un non meglio specificato periodo di tempo. Tutto indeterminato come indeterminati saranno anche i protagonisti che vengono identificati mai per nome ma come "Il medico", "Il ladro", "la ragazza", etc.
La cecità si diffonde in maniera misteriosa, non è chiaro infatti come avvenga il contagio ne come mai alcuni non vengano toccati dalla malattia. Fatto sta che, nella confusione generale, il governo tenta di arginare l'epidemia scagliando i ciechi il più lontano possibile, isolandoli all'interno di un ex manicomio, sorvegliati dall'esercito ed emarginati dal mondo indifferente dei vedenti (forse non così vedenti, in fondo).
In una situazione di emarginazione, costretti a vivere in quello che ben presto si trasforma in un lager, i ciechi, dopo aver dimenticato come si fa a vedere, dimenticano quanto appreso nella vita e regrediscono ad uno stato animalesco dove la violenza e la legge del più forte (o del più prepotente) dominano su tutto.
Dopo un po' la cecità si espande anche all'esterno del manicomio e sarà tutto il mondo a ritrovarsi cieco.

Non vi svelo come va a finire, dico soltanto che Saramago racconta una storia dura e cruda nella quale la perdita della vista trasforma le persone facendole regredire ad uno stadio animalesco mentre i vedenti continuano la loro vita sostanzialmente indifferenti alla tragedia dei ciechi.
Dopo Il vangelo secondo Gesù Cristo (sicuramente uno dei migliori libri che abbia mai letto) questo è il secondo romanzo di Saramago che leggo. Il primo libro è stato fulminante, questo leggermente meno ma davvero di poco. Avercene!

lunedì 12 settembre 2011

La settimana appena trascorsa e' stata per me decisamente dura. Dopo il ciclo di antibiotici ho ripreso ad allenarmi in vista della maratona di Venezia. Martedi e Giovedi mi sono ritrovato con i colleghi fulminei per un paio di allenamenti in compagnia. Putroppo mi ritrovo a convivere con una condizione decisamente scadente ed a correre con gente che regge tranquillamente un ritmo di 4' 40 come riscaldamento, mentre per me, ora come ora, e' troppo anche come corsa media. In particolare ho sofferto Giovedi quando i fulminati avevano in programma delle ripetute di 2 km alle quali ho provato a prendere parte desistendo dopo il primo ciclo. Sono arrivato cosi', un po' demoralizzato, all'allenamento di Sabato mattina. Inizialmente ho pensato di fare il mio solito giro da 12 km di corsa lenta, giusto per mettere un po' di km sulle gambe, poi, pensandoci meglio, e controllando la data sul calendario, mi sono reso conto di come fosse il caso di allungare rispetto a quei 12 km. Del resto Venezia si avvicina, la velocita' magari non arrivera' ma l'autonomia mi serve tutta. Ho optato pertanto per un Lungo Lento, senza sapere la distanza che avrei potuto percorrere. L'idea era di fare almeno almeno 16 km con la recondita speranza di riuscire ad avvicinarsi il piu' possibile ai 20. Sono partito dunque cauto assestandomi su un ritmo di poco inferiore ai 5'/km e badando a tenere il piu' a lungo possibile. Via via che i km passavano mi sono reso conto di aver impostato la velocita' corretta, la strada scorreva sotto i piedi e tutto sommato mi sentivo in controllo. Giunto ai 14 km ho cominciato a pensare che i 20 km si potevano portare a casa. Ho cosi' stretto i denti resistendo alla stanchezza, ai dolori muscolari e allo stomaco che negli ultimi km mi ha dato qualche fastidio ma alla fine sono riuscito a completare il traguardo dei 20 km che mi ero messo in testa. E' stata una bella faticaccia, ho sofferto la mancanza di condizione e il mio stato di debolezza attuale oltre al caldo che comunque s'e' fatto sentire. Alla fine pero' devo dire di essere stato bravo a partire cauto, a tenere un ritmo tranquillo per tutto il percorso e a non mollare nonostante la sofferenza finale. Una pacca sulla spalla per me. Intanto metto in saccoccia questi 20 km (media finale 4,53/km) sperando che dal prossimo allenamento (martedi, mi concedo due giorni di riposo) si comincino a vedere le prime conseguenze positive.

lunedì 29 agosto 2011

Dopo 10 giorni spesi tra letto, divano, antibiotici e termometro oggi ho rimesso le scarpe ai piedi e sono uscito in strada a correre. Non mi aspettavo certo di farmi una dozzina di km senza faticare però ho constatato con rammarico che i 10 giorni di stop mi sono costati molto in termine di forma fisica. Purtroppo la forma ottenuta dopo tanti sforzi a correre nella calura di Luglio ed Agosto pare essere svanita del tutto. Nei 6 miseri kilometrini che ho corso oggi mi sono trovato in difficoltà sotto tutti i punti di vista (muscolare, respiratorio, tenuta, ritmo), l'unica cosa che continuo ad allenare nelle ultime uscite è l'attitudine alla sofferenza. Adesso non mi resta che armarmi di sana buona volontà e tornare ad allenarmi, cercando di evitare di strafare visto che il mio fisico ancora sta risentendo della forte infezione appena superata. Certo che Venezia si avvicina a grandi falcate e adesso, visto il mio stato di forma attuale, mi sento in forte ritardo di preparazione.

domenica 21 agosto 2011

Come da titolo del post vi racconto del mio ultimo allenamento di 10 km corso la mattina di Giovedi.
Dopo il durissimo Trail delle Creste di Domenica scorsa, ho deciso di concedermi un paio di giorni di riposo. Quindi  Mercoledi sono tornato sulla strada con l'intento di far girare le gambe e valutarne lo stato di salute dopo le pendenze e la fatica del trail. L'esito non ha tardato ad arrivare, gambe pesantissime ed imballate. Complice anche il caldo ho fatto una grande fatica a terminare gli 11 km del mio solito giro ed ancora più fatica ho fatto negli allunghi di 100 metri corsi alla fine per sciogliere un po'.
E' stata una corsa piuttosto sofferta, ho fatto un sacco di fatica ma sono contento di averla portata a casa.

Il giorno successivo, visto il caldo patito, decido di alzarmi un po' prima. Anticipo la sveglia, mi alzo con fatica e subito mi rendo conto che sarà un duro allenamento. Ho ben poca voglia, le gambe sono ancora indolenzite ed il mal di gola che mi ha fatto visita in serata s'è acuito. Tentenno per un momento ma poi decido di vestirmi ed uscire, una volta partito tutto si risolverà. Ed infatti sembra andare così, dopo i primi due km le gambe cominciano a girare  in maniera più efficiente ed anche la respirazione, inizialmente difficoltosa, diventa più facile da controllare. Le buone sensazioni durano il tempo di un km, poi ha inizio l'agonia. Comincio a soffrire il caldo, a sudare e a fare una gran fatica ad avanzare. Ben presto mi rendo conto che sarò costretto ad accorciare al minimo il mio percorso. Intorno al km 6 comincio ad avvertire dolore alle spalle, segno che stavo correndo in modo molto contratto. Provo a rilassarmi ma non c'è niente da fare, oggi proprio non va. Valuto l'idea di fermarmi e di tornare a casa al passo ma, nonostante la tentazione sia forte, mi impegno a non farlo. L'obiettivo dell'allenamento sarà quello di non fermarsi a camminare.
Stringendo i denti riesco nel mio intento e con sollievo arrivo in prossimità di casa riuscendo ad incrementare l'andatura nell'ultimo tratto. Una volta a casa mi ritrovo stremato, faccio una gran fatica a salire le scale che portano all'appartamento ed impiego un tempo insolitamente lungo a recuperare. Disagi causati dal caldo e dallo sforzo molto elevato di Domenica, penso in un primo momento ed archivio la questione così.
Il giorno seguente arriva però un indizio diverso, il mal di gola si fa sempre più forte ed un linfonodo sotto alla mandibola destra s'è ingrossato. Non ho febbre ma mi sento molto debole. Volo dal dottore il quale mi diagnostica un'infezione e mi prescrive tre giorni di antibiotici.
Ora sono a casa con la febbre che varia tra i 37.5 e i 38.8 (bellissimo avere la febbre d'estate e mentre si è in ferie). Ecco spiegata tutta la sofferenza patita in quei 10 km corsi Giovedi.


lunedì 15 agosto 2011

Qui la Classifica

Il mio esordio ufficiale con la divisa della Fulminea non poteva essere una gara qualunque. Non poteva essere un veloce 10 km ne una solenne maratona. La giusta gara per entrare in contatto con la gialla canotta doveva essere qualcosa di straordinario, pazzo e nuovo. Il Trail delle creste, da questo punto di vista, è stato la gara perfetta.

Dovessi fare la cronaca scriverei pressapoco un libro. Mi limito a descrivere i fatti salienti.

- Ore 7.30 incontro con Bress e con Lazza, l'uomo immagine della Fulminea Running Team: 100 e passa chili di allegria e spensieratezza, alla faccia dell'atleta serioso e noioso che non sa parlar d'altro che di corsa. "Andiamo a cercare un bar così ci prendiamo un cappuccino" il suo esordio confermato subito dopo dai fatti, brioche alla crema e cappuccino...poche ore prima di un trail di 20 km con oltre 1500 metri di dislivello. Eroe!

- Ore 9, lo Start. Sulla destra della linea di partenza la macchia gialla formata dai 7 fulminei presenti è ben visibile. Il presidente non si lascia scappare l'occasione "Al via, scateniamo l'inferno, scattiamo in testa davanti a tutti. Prendiamoci questi 300 metri di gloria!". Il capitano comanda e la ciurma obbedisce, partenza a razzo della compagine fulminea, le prime pagine dei giornali sono nostre.

-  La gara. Qui sotto riporto l'altimetria così che chi legge si possa fare un'idea un po' più chiara.

La partenza fino a contrà Alba è subito dura. Tratti più percorribili si alternano a brevi rampe sulle quali non c'è altro da fare che camminare, poi diventa anche peggio. La salita si inerpica fino a Monte Brazome. E' dura, il sole picchia tremendo e a camminare si fa poca strada per cui non passa più. Giunto alla sommità mi butto nella discesa e arrivo al ristoro di Colletto grande dove riprendo Zanze e Fulmine che però ripartono subito. Io mi fermo a dissetarmi e a prendere un gel di zuccheri. La breve sosta è deleteria. Subito il percorso riparte con l'erta che conduce alla sommità del Monte Summano. Le gambe mi si inchiodano ed il cammino verso la vetta si fa durissimo. Stringo i denti e proseguo ma avrei una gran voglia di fermarmi a riposare. Resisto alle tentazioni e tiro avanti. Recupero nuovamente Zanze ed assieme colmiamo gli ultimi interminabili metri verso la croce posta in vetta al Monte Summano. E' fatta, mi dico, adesso discesa e si vola sul traguardo.
L'illusione dura ben poco. Dopo uno slancio iniziale dove supero una decina di corridori mi ritrovo con le gambe inchiodate. E mancano ancora 6 km. Soffro ma non mollo. Resisto fino al km 18 poi la sofferenza si fa troppo alta e mi fermo a camminare. L'allenamento di Martedi, non del tutto recuperato, mi ha giocato questo scherzo, è un peccato ma sapevo di non partire al meglio per questa gara. Fa niente, proseguo al passo mentre vari runner mi superano, quando la strada presenta pendenze particolarmente favorevoli riprendo a correre fino al tratto conclusivo dove riesco addirittura ad incrementare il ritmo.

- L'arrivo. Taglio il traguardo in 2h 25 minuti e 47 secondi. Ancora non c'è la classifica ufficiale ma non mi devo nemmeno esser classificato poi molto male. Al traguardo ritrovo i compagni fulminei Eduardo, Adri e Fulmine. Di li a poco arriveranno Zanze e poi Bress. Non ho notizie del Lazza ma spero sia riuscito ad ultimare la gara anche se era davvero molto dura.

In definitiva un'esperienza fantastica. Un percorso durissimo ed una corsa veramente faticosa.
L'esordio con la Fulminea non poteva essere più appropriato di così.

venerdì 12 agosto 2011

Contagiato dal mio entusiasmo per la corsa Lunedi ha fatto il suo esordio sulla strada un nuovo runner.
Era da tempo che si rimandava ma ormai l'appuntamento con un primo approccio alla corsa su strada era deciso. Lunedi, dopo il lavoro, abbiamo trovato il modo di organizzarci entrambi e di uscire sotto un sole tutt'altro che benevolo e provare un primo 10 km di corsa.
Da parte mia non avevo dubbi, conoscendo il calibro dell'atleta, sarebbe stata poco più che una passeggiata, soltanto il caldo e l'afa erano elementi che avrebbero potuto riservare qualche insidia. Ma, come previsto, tutto e' filato liscio.
Dopo i primi km, corsi ad un prudente ritmo di poco superiore ai 5'/km, abbiamo pensato bene di accelerare terminando gli ultimi tratti della corsa con una leggera progressione. Nessun problema ne per me ne per il misterioso runner che tra poco andrò a presentare. Anzi, il cambio di ritmo e' risultato piuttosto gradito da entrambi perchè ci ha permesso di sottrarci alla calura in tempi più rapidi.
Inutile dire che per il nuovo corridore si tratti di un Personal Best sulla distanza dei 10 km, meno scontato e' il tempo fatto segnare, un 48'57 di tutto rispetto per un neofita il quale, al termine della corsa, risultava ben meno stanco del sottoscritto. E ci credo, vista la sua caratura atletica c'era da aspettarselo.
Ma sveliamo l'arcano, vi rivelo qui di seguito l'identità del runner ritratto mentre si rilassa a corsa ultimata.

Rowdy sul suo amato divano riposa le zampe



 
© 2012. Design by Main-Blogger - Blogger Template and Blogging Stuff