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domenica 24 novembre 2013


Conto le settimane. Ormai dovrei aver passato la metà del guado e i giorni che ancora devo attendere prima di tornare a correre dovrebbero essere poco più di una ventina.
Mi manca la corsa. Mi manca soprattutto in questo periodo colmo di gare. Oggi, per dire, c'è chi è alla partenza della maratona di Firenze, chi è a sprintare tra erba e fango all'apertura della stagione dei cross e chi, infine, è  in valtellina per un trail che mi sa tanto di parecchio spettacolare. Mi venisse un crampo se  non sarei potuto essere ad uno dei tre eventi se non fossi infortunato.
Invece mi tocca stare a casa a seguire gli amici sul live (quando è disponibile) o ad attendere i loro risultati e resoconti. E non posso nemmeno andare in piscina perchè la domenica fa orario ridotto e tanto so che, anche se ci vado, trovo una folla che neanche all'angelus del papa.
Insomma, come dicono in Francia: "sono qui che mi rompo le palle".
Poi però ho pensato che ho pur sempre un blog e qualche affezionato lettore con il quale sfogarmi. Pertanto ecco qua.
Ora mi sento meglio.
Grazie.

sabato 2 novembre 2013


La cosa positiva di questo infortunio è che mi ha spinto a fare una cosa che da tempo mi ripromettevo di fare: andare in piscina.
In molti mi avevano parlato dei benefici del nuoto. Alternato alla corsa fa un sacco di bene per moltissime cose. Io ascoltavo, annuivo ma dentro di me sapevo che mi sarei fermato ad un "mi piacerebbe ma, fondamentalmente, non c'ho cazzi!".
Con lo stop forzato dalla frattura al calcagno mi sono dovuto dare una mossa. Ho quindi preso la decisione e via, abbonamento  in piscina, missione al Decathlon per comprare tutto il necessario con la minima spesa possibile ed il giorno dopo via con l'esperimento nuoto.
Il primo giorno è stato traumatico ma meno di quel che pensavo. Mezz'ora abbondante di goffi tentativi di impostare uno stile libero almeno decente imbarcando acqua e prendendo a cazzotti il malcapitato compagno di corsia quando incrociavamo le nostre bracciate. Il problema più grosso è la respirazione. Poco da fare, non sono capace. Alla fine, però, ero comunque soddisfatto di aver compiuto il primo passo, la parte probabilmente più difficile.
Due giorni dopo ci riprovo. Stesso orario e stessa corsia. E sempre lo stesso pachidermico compagno che dev'essersi chiesto "ma sto qua perchè viene a scassare le palle proprio a me?".
Noto qualche timido segno di miglioramento. Aumenta l'autonomia nello stile libero e riesco a fare qualche vasca mantenendo la respirazione a testa sotto per tutto il tempo.
Lascio passare qualche giorno e poi il terzo tentativo. Complice una vasca molto favorevole mi trovo a nuotare per gran parte del tempo in corsia da solo. Posso quindi sperimentare e concentrarmi sulle mie difficoltà. Alla fine porto a casa 50 vasche ed esco felicissimo dall'acqua.
Torno a casa e mi bullo con gli amici per la mia "impresa". In cambio ricevo qualche raro complimento e moltissimi sbertucciamenti di vario tipo. "50 vasche in un'ora? Ma sei una pippa!" è il riassunto medio degli sbertucciamenti. Ma non mi abbatto ed anzi so che questo numero andrà aumentando. La seduta successiva le vasche sono 60 e l'obiettivo di arrivare ad 80 si sta avvicinando.
Del resto non è che mi ci voglia molto. Basti considerare che ho un'autonomia massima di 6 vasche consecutive e me la posso giocare una sola volta. Dopo le 6 consecutive mi devo fermare a rifiatare ad ogni 2 vasche. Lo so, sono veramente scarso. Mai detto il contrario.
La cosa bella in tutto questo è però che il nuoto mi sta piacendo. E non avrei mai creduto fosse possibile.
In realtà non è che mi piaccia il nuoto, il cloro e l'ambiente della piscina, quello che mi piace è la prospettiva di migliorare. Il fatto che, giorno dopo giorno, posso verificare dei miglioramenti tangibili.
Ecco, questo mi piace parecchio e per due mesi me lo farò bastare.
 
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