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lunedì 30 luglio 2012


Venerdi 27 Luglio, alle 7.30 sono in piedi, mancano 16 ore e mezza alla partenza della gara. Il lenzuolo sembrava una camicia di forza e nonostante ci sia la partenza a mezzanotte, che suggerirebbe di accumulare  ore di sonno, non riesco a stare a letto. Mi alzo, faccio colazione con un sacco di miele, caffè niente, sono ancora in dieta da caffeina. Poco dopo esco a recuperare gli ultimi integratori che il Dr. House mi ha consigliato per affrontare la gara. Integratori salini con amminoacidi e un energizzante: Ginseng, mirtillo, pappa reale ed esplosivo C4 tutto condensato in un unico prodotto.
Rientro e non ho niente da fare. Allora studio il percorso. Nervoso ? Nsomma, meglio buttarsi sul pranzo. Pastasciutta di primo, bresaola di secondo. Al termine un caffè? Niente da fare, il grillo parlante sulla mia spalla mi costringe sulla retta via. Meglio così, almeno dopo il pranzo riesco a tornare a letto e a dormire un paio d'ore.
Ora sono le 16, preparo lo zaino. Ho già in mente tutto quello di cui ho bisogno ma svuoto e riempio lo zaino più di qualche volta. Nel frattempo bevo un sacco di acqua. E vado al bagno altrettanto spesso. Mancano 8 ore alla partenza. Sono pronto ? Ce la farò ? Chi può dirlo, mangiamoci su va.
Ore 19 ecco la cena. Altra pastasciutta, ancora bresaola ed un po' di ricotta. Caffè post cena ? Ovviamente no, ormai manca così poco ad aver rispettato appieno la dieta da caffeina, non posso cedere proprio adesso.
Alle ore 20 arriva Dr. House, è tempo di andare. Passiamo da Schio a recuperare l'altro elemento della nostra squadra iscritto alla Trans D'Havet, Fulmine, e poi via verso Valdagno.
Il ritiro pettorali è allestito in una palestra nel centro sportivo del paese. Siamo li per le 20 e 30, il luogo brulica di atleti e membri dello staff. Entriamo in palestra ed un caldo terribile ci accoglie. Si fa fatica a respirare, l'afa è tangibile. Manca poco e c'è pure la nebbia. Ritiriamo il nostro pettorale ed andiamo a sistemarci sui gradoni aspettando il briefing che avverrà verso le ore 22. Intanto, lentissimamente, ci cambiamo e ci prepariamo mangiando qualche ultima barretta contenuta nel pacco gara. Dopo 30 minuti non ce la facciamo più, l'aria nella palestra è irrespirabile. Raccogliamo le nostre cose ed andiamo all'esterno a distenderci su un prato. Molto meglio.
Alle 22 comincia il briefing. Ringraziamenti a tutti, concorrenti, sponsor, giudici ed organizzatori e poi la parola ai responsabili del "balisaggio" ovvero della segnalazione del percorso. Ci informano che il percorso è segnalato abbondantemente e di fare attenzione in particolare ad alcuni passaggi sulle "Greste" del Summano e sul sentiero delle 52 Gallerie. Ci sono dei punti in cui se vai dritto finisci nel vuoto, ben che mai !
Terminato il briefing è tempo di salire sui pullman che ci trasferiranno a Piovene Rocchette, luogo della partenza. In mezz'oretta ci siamo. Sbarchiamo a Piovene e troviamo la festa country, tizi con stivali e cappello da cowboy ballano con tizie a loro volta con stivali e cappello da cowgirl. Noi probabilmente facciamo la parte del rodeo.
Arrivo allo start e trovo un folto gruppo di fulminei ad attenderci. Alberto G., Zanze e consorte, Alvin, Paparesta, Turone e Massive Attack sono tutti li per noi. Bello poter contare sul supporto degli amici. Io mi siedo e mi tolgo le scarpe. Manca ancora un'ora alla partenza, di tempo da stare in piedi e dentro a quelle scarpe ne avrò parecchio, intanto mi risparmio.
Io e Fulmine poco prima dell'entrata in griglia
I minuti  passano e l'atmosfera si riscalda. Lo speaker chiacchiera ed invita gli atleti ad entrare in griglia, prima di partire ci si deve fare punzonare. Ad un quarto d'ora dalla mezzanotte io, Fulmine e Dr. House salutiamo tutti e ci avviamo. Ci punzonano e siamo in griglia. Ci guardiamo, beh, ormai per tirarsi indietro è troppo tardi. E il caffè? Ancora niente caffè, la dieta continua. Un rapido consulto medico con House mi ha convinto che è meglio aspettare e berlo a qualche ristoro, quando il sonno mi coglierà.


10 minuti alla partenza. Proviamo le lampade frontali. Fulmine alza il bastoncino con la videocamera attaccata e filma la zona di partenza. Lo speaker continua imperterrito a chiacchierare e ad incitarci. L'adrenalina sale, impossibile avere sonno a questo punto.
5 minuti alla partenza. Cominciano a pompare canzoni nelle casse. We will rock you (Queen), You shock me all night long e Back in Black (AC/DC), vista l'adrenalina potrebbero mettermi anche Marco Masini non cambierebbe poi molto (oddio...forse a pensarci bene...). Tutto è pronto ormai.
La mezzanotte sta per scoccare, pochi secondi ancora ed ecco lo sparo dello starter.
Sabato 28 Luglio, ore 0:00 è partita l'edizione uno della Trans D'Havet 80 km e 5500 metri di dislivello mi attendono. Ha inizio l'avventura.






domenica 29 luglio 2012

Località Campogrosso - Foto by Peo
No ok, non ho vinto sul serio, non sono arrivato primo in nessuna categoria ma ho vinto un'ipotetica classifica a carattere più generale. In pratica, ho vinto le mie personali sfide.
Nel dettaglio:
- Sono arrivato in fondo ad una corsa di 80 km
- Sono arrivato in fondo ad una corsa con un dislivello positivo di 5500 metri
- Ci sono arrivato in ottime condizioni. Alla fine, incredibilmente, ne avevo ancora. Potevo correre tranquillamente altri 5 km...non so spiegarmelo, è una cosa che ha enormemente sorpreso soprattutto me. 
- Ho corso per la prima volta in notturna riuscendo a gestire molto bene questa particolarità
- Ho fatto segnare un crono molto soddisfacente: 13h e 54 minuti 
- Sono arrivato 32° assoluto (30° classifica M/F e 7° di categoria)
- Ho vinto la sfida personale con Alvin e Zanze che, partiti da metà percorso alle 9.00 per il Trail Marathon, dovevano riuscire a prendermi lungo la gara prima che io tagliassi il traguardo. Non ci sono riusciti.

Detto questo, preparo il post fiume che, su preghiera del Bress, dividerò in più puntate. Faccio i miei complimenti ai miei compagni di squadra Fulmine, che ha concluso la Trans D'Havet in 17 ore, Dr. House che si è ritirato a metà gara ma comunque s'è sciroppato i suoi 40 km che, visto il poco allenamento sulle gambe, sono comunque una bella impresa. Complimenti poi a Zanze per la Trail Marathon (29° e 7° di categoria) e a quella vecchia spugna di Alvin che ha chiuso la sua Trail Marathon in 20^ posizione, 3° di categoria. E per fortuna che non è allenato!
Infine, un sentito grazie a Peo per avermi sostenuto nella salita a Cima Carega (sei stato fondamentale caro Peo) e agli amici fulminei che sono venuti a festeggiarci una volta giunti all'arrivo. Grazie di cuore.

venerdì 27 luglio 2012

...se vi va. Da qui: http://www.wedosport.net/live/index.asp?evt=28115 si può fare. Non so esattamente come funzioni ma sospetto si vedano i passaggi un po' come avviene in maratona. Soltanto ci saranno degli intervalli molto più ampi l'uno dall'altro. Poco ma sicuro. Ora entro in trance agonistica, ci si sente dopo la gara.

giovedì 26 luglio 2012


La gara è alle porte. Manca poco più di un giorno a questo evento che sto attendendo da un bel po' di tempo ormai. Tutto è più o meno pronto, la pianificazione è a buon punto. Già, perchè visto l'impegno che mi aspetta non voglio lasciare nulla al caso. Sto già organizzando la giornata di domani in modo da trovarmi a gestire con comodo le ore antecedenti la partenza. Inoltre ci sono da combinare le ore di sonno, i pasti e le formalità pre gara (ritiro pettorale, preparazione zaino etc.).
Ieri, intanto, ho svolto l'ultimo allenamento leggermente impegnativo. Ho infatti affrontato il monte Summano partendo proprio dal punto in cui domani a mezzanotte partirà la Trans D'Havet. Non ho forzato, lo scopo era quello di fare un'ultimo lavoro e, soprattutto, di testare le scarpe nuove, prese il giorno prima.
Ho fatto la follia di riconsiderare le scarpe in vista della gara di Sabato e l'ho fatto proprio a pochi giorni dalla competizione. Il perchè è molto semplice. Documentandomi ho scoperto che le scarpe da me utilizzate nei precedenti trail (La Sportiva Wildcat) sono tra le più pesanti in circolazione, più adatte a pesi massimi che a pesi piuma. Rientrando nella seconda categoria di peso mi è parso evidente come potessi andare a migliorare questo fattore. Leggendo vari blog, forum, post e recensioni ho trovato una bella discussione che faceva riferimento ad un paio di scarpe molto interessanti. Si tratta delle Feline prodotte da Dynafit, azienda specializzata soprattutto nella produzione di materiale da Scialpinismo che si sta, evidentemente, espandendo anche nel mondo del trail running.
 Letto recensioni su recensioni e trovato un negozio nelle vicinanze che le vendeva, mi sono convinto a provarle. Una volta calzate il feeling è stato immediato e non ho potuto resistere all'acquisto.
Il giorno successivo ho fatto il test e la prova su sentiero ha confermato le buone impressioni del negozio. Scarpa molto solida e protettiva con un grip eccezionale e un ottimo confort.
Se poi faccio il confronto con le scarpe precedenti noto con piacere che risparmio quasi un etto di peso per singola scarpa senza che il confort e la protezione ne risentano. A conti fatti direi che il rischio è tutto sommato calcolato.
Tolto anche quest'ultimo dubbio e terminati gli allenamenti ora non mi resta che dedicarmi principalmente al sonno ed al riposo. Non male come programma, almeno fino allo scoccare della mezzanotte di venerdi quando tutto assumerà una colorazione decisamente diversa.

lunedì 23 luglio 2012

Il fatidico giorno della Trans D'Havet si avvicina ad ampie falcate. Mancano ormai solo 5 giorni al 28 Luglio ed i preparativi, soprattutto mentali, fremono in casa Drugo.
Ho più volte ripassato uno straccio di strategia di gara, il passo da tenere, la distribuzione dello sforzo lungo il percorso, l'abbigliamento, l'alimentazione e, in maniera particolare, la gestione della notte.
Già, perchè, per chi ancora non lo sapesse, la partenza di questa gara sarà alle ore 0:00 di Sabato 28 Luglio (o alle 24:00 di Venerdi, se preferite). Mi aspetta dunque una prima parte di gara tutta in notturna in orari nei quali la gente normale dorme.
Appurato che tanto normale non sono ora non resta che affrontare al meglio questa particolarità della gara. Ho letto in vari forum ed articoli che correre di notte è bello e suggestivo ma è anche particolarmente difficile. Sia per la scarsa visibilità e sia per il sonno che, una volta smaltita l'adrenalina della partenza, tende a farsi vivo.
Per ovviare a questo problema, ho appreso di una tecnica molto semplice: la dieta da caffeina. In pratica, nella settimana precedente alla gara si sospende l'assunzione di Caffè, Tea, Cola ed altri cibi o bevande che contengano caffeina. Poco prima della gara ci si beve un bel Caffè doppio ed il gioco è fatto, a quel punto non ti addormenti neanche con un sonnifero per elefanti. Sto sperimentando la tecnica con non poco sforzo. Rinunciare al caffè mattutino e all'espresso a chiusura del pranzo mi costa davvero molto, sono un amante del caffè, ma spero che così facendo il sonno non mi colga durante la gara.
E' un modo anche questo per aspettare con ansia la partenza, quel caffè poco prima del via, sono sicuro sarà eccezionale.

sabato 21 luglio 2012


Segnalo un'iniziativa che trovo piuttosto interessante perchè unisce la passione per lo sport e per il videomaking. Due cose che, per quel che mi riguarda, trovo piuttosto interessanti. Si tratta del concorso denominato: "La Tua Grande Sfida", Un videocontest realizzato per Polase Sport (questo è il link latuagrandesfida.polasesport.it). Per partecipare basta caricare un video di una propria impresa sportiva (il contenuto può essere anche realizzato sotto forma di slide-show fotografico). Il premio finale sono 3.000 Euro in attrezzatura sportiva. Mentre il video più votato di ogni mese vince una fornitura di Polase Sport gratis...che male non è. Io credo ci proverò prima o poi. Da un po' di tempo infatti sto valutando l'ipotesi di filmare e poi montare i passaggi più spettacolari dei trail cui prendo parte. Pensavo di farlo già nel corso della Trans D'Havet ma portarsi dietro videocamera o altra attrezzatura mi sa che non è il caso visto il tipo di gara. Dovrei procurarmi qualcosa di specifico a livello di videocamera, cosa che probabilmente farò ma non credo in tempo per la gara del 28 Luglio. Ad ogni modo, se tra chi legge, ci sono persone che hanno realizzato video delle loro imprese...beh, perchè non provarci ?

mercoledì 18 luglio 2012

Cencenighe Agordino.
La pizza della sera prima mi fa rigirare nel letto. Fatico a prendere sonno e la gola continua a chiamare acqua. Chiama talmente forte che il cielo la sente e obbedisce al richiamo riversandone secchiate sul tetto del nostro B&B. Già che ci sono ordino anche un po' di ghiaccio, eccomi servito, arriva la grandine.
L'indomani mattina, il verde laghetto che giace di fronte al nostro rifugio ha cambiato colore, la menta  ha lasciato il posto al caffelatte. Andiamo bene, ci aspettano 23 km e quasi 2000 metri di dislivello. Sarà una gara umida, per usare un eufemismo. Io e Zanze, mio compagno di avventura, ci divoriamo una generosa colazione preparataci con amorevole cura dalla gestrice del B&B. Una signora di mezza età dai capelli arancioni prontamente ribattezzata Wanna Marchi. A colazione ultimata salutiamo la regina delle televendite e ci dirigiamo verso Listolade, luogo di partenza della gara.
Qui troviamo un sacco di gente conosciuta, dai forumendoli di RunnerForum a Pasteo ad altra gente incontrata in precedenti gare. Il cielo non promette niente di buono ma per il  momento la pioggia ha cessato di scendere. Con molta calma ci dirigiamo verso la partenza: un imbuto strettissimo nel quale le 600 coppie vengono pigiate a forza. Io e Zanze non abbiamo grandi velleità di risultato. Per me è un allenamento in vista della Trans D'Havet, per lui è una gara nella quale divertirsi.
Allo sparo ci ritroviamo intruppati nella pancia del gruppo. Lo starter ha esploso il suo colpo ma non ci si muove di un millimetro. Solo dopo 30 secondi cominciamo ad avanzare. Sembra il disincagliamento di una nave.
Transitiamo sotto il via, dove faccio partire il cronometro, circa 2 minuti dopo la partenza ufficiale.
Il primo tratto è tutto in salita. Scoprirò solo dopo che il primo tratto misurerà 10 km buoni. Iniziamo camminando ma non tanto perchè si inizia in salita, più che altro camminiamo perchè altro non si può fare. Siamo in processione ed il prete avanza molto lentamente ma superarlo sarebbe sacrilegio. Da buoni veneti salmodiamo a modo nostro. Le divinità invocate ci sentono e ci puniscono immediatamente riaprendo i rubinetti della pioggia. All'inizio cade poca roba, poi l'acqua diventa sempre più insistente tant'è che mi tocca fermarmi ed indossare la giacca anti acqua. Poco male, l'avevo presa il giorno prima, farle un test non mi dispiace nemmeno così tanto.
Lungo la via incontriamo nuovamente Pasteo e parte la sagra. Ci ostacoliamo scherzosamente, lui mi da una spallata mentre provo a superarlo, io lo sgambetto più volte agganciandogli il piede con la mano e ci prendiamo in giro a vicenda. E' evidente che per entrambe le coppie la corsa è presa con molta leggerezza.
Passato il primo ristoro, Capanna Trieste, termina il tratto asfaltato e si prosegue con più decisione lungo il sentiero. Si percorre una larga mulattiera che conduce ai 1714 Metri del rifugio Vazzoler (si partiva da quota 728 metri). Qui altro ristoro e poi si prosegue destinazione rifugio Tissi.
Tra il Vazzoler ed il Tissi ci sono  circa 5 km e 500 metri di dislivello, si sfora di un bel po' quota 2000. Poco dopo il Vazzoler incontriamo anche un tratto di piano. Una distesa erbosa, infangata dalle scarpe dei concorrenti, ci consente di correre timidamente. Ma è solo una parentesi, ben presto si ritorna a salire con grande decisione. Purtroppo il traffico non accenna a diminuire e anche nella salita al Tissi ci ritroviamo intruppati e la possibilità di procedere al nostro passo ci viene negata. Pazienza. Dopo il tratto di fila indiana, finalmente, raggiungiamo i 2250 metri del rifugio Tissi. Qui ci accoglie un ristoro coi fiocchi, i panini con la mortadella mi tentano ma resisto al richiamo e mi limito a frutta secca e cocacola. Passato il ristoro ci si butta in discesa per un breve tratto quindi seguono una serie di saliscendi abbastanza corribili prima di affrontare la forcella di Col Negro che è una salita relativamente corta ma piuttosto cazzuta. Soprattutto a quel punto.
Questo è il tratto più bello di tutta la corsa. Siamo ai piedi del Civetta, a destra l'imponente montagna e a sinistra la valle con vista sul verde lago di Alleghe. Uno spettacolo.
Laghetto Coldai

Superata la forcella ci immettiamo nella valle del laghetto Coldai e si va quindi ad affrontare l'ultima asperità, la salita che porta al Rifugio Sonino al Coldai, 2132 metri. Qui ultimo veloce ristoro e quindi ci si invola in discesa verso l'arrivo posto a Piani di Pezzè. La discesa inizialmente è ripida e tecnica. Mi ci butto a capofitto e mi diverto un mondo scendendo a velocità smodata. Devo però aspettare il Zanze che prudentemente viaggia ad un ritmo un po' più lento.
Rifugio Coldai visto dall'omonima forcella

Passiamo assieme un tratto erboso striato dal fango lasciato dagli atleti e qui ci si presentano un paio di scene apocalittiche. Gente coi crampi distesa nel fango. Altri che ruzzolano e finiscono a pelle di leone. E' il trail bellezza e tu non puoi farci niente!
Superato il tratto erboso mancano gli ultimi 4 km. C'è un tratto asfaltato da affrontare prima di buttarsi nell'ultima discesa che porta al traguardo.
Arriviamo in 3h e 19 (secondo il mio cronometro "Real Time") e sulla linea d'arrivo ci scattano pure una bella foto, quella di inizio post.
Terminata la gara ci fiondiamo alle docce e quindi pasta party coi fiocchi in compagnia degli amici incontrati durante la giornata. Mangiamo accompagnati dalla voce di un sosia di Augusto Daolio intonato quanto una campana ma vabbè, fa comunque atmosfera.
Infine riscendiamo verso Alleghe e poi ognuno per la sua strada.
Anche questa è fatta. Una gara molto bella, sicuramente da rifare, mi ha lasciato qualche residuo nelle gambe ma anche tanto divertimento e un sacco di splendore negli occhi.
Ora mancano meno di due settimane all'impresa Trans D'Havet, la base di allenamento direi che c'è, mi aspetta qualche ultima corsetta tanto per tenere alta la condizione e poi riposo fino alla mezzanotte di Venerdi 27 Luglio. E li si scherzerà un po' di meno.

sabato 14 luglio 2012

In attesa del TransCivetta, che Domenica correrò con l'amico Zanze, ieri mi sono cimentato con una gara in salita di 7 km e 456 metri di dislivello. Tutta salita al 7% circa se si fa eccezione per un breve tratto di falsopiano. Avevo già provato il percorso in settimana, precisamente martedi quando ho completato il percorso in 36 minuti. L'obiettivo di ieri era quello di migliorarmi.
Conoscendo il percorso ho optato per una partenza piuttosto accorta. Ho gestito bene lo sforzo tenendo sempre un certo margine. Avere margine sul ritmo mi rincuorava via via che proseguivamo lungo la strada e ad ogni tornante avevo la possibilità di rilanciare l'azione.
Una volta giunto al tratto di falsopiano, a 2 km dal traguardo, ho dato fondo alle energie residue incrementando la velocità scendendo a 4'/km, forse anche sotto. In questo modo mi sono scrollato di dosso i podisti che fino a quel punto mi marcavano stretto e sono riuscito a recuperare qualche altra posizione proseguendo lungo la salita.
Taglio infine il traguardo in 33' e 05, 4'51/km di media e 3 minuti in meno rispetto all'allenamento di Martedi. Molto più del miglioramento che volevo. Sono molto contento sia per il tempo che per la gestione della gara. E sono contento anche per la condizione delle gambe che sembrano stare piuttosto bene.
Una bellissima gara questa Poleo - Santa Caterina che ieri festeggiava il 40° anniversario. 7 km duri ma tutto sommato veloci. Pensate che il primo ha concluso in 26' e 50 alla media di 3'50/km. Impressionante.

Archiviata questa gara ora si pensa al TransCivetta di Domenica. Saranno 23,5 km con poco meno di 2000 metri di dislivello con la caratteristica particolare che si tratta di una corsa a coppie.
Oggi si recupera dallo sforzo di ieri, nel pomeriggio è prevista la partenza per Agordo (BL) e poi domani si corre. Nessun obiettivo particolare se non quello di divertirmi e di fare un bell'allenamento in vista della Trans D'Havet di fine Luglio.

domenica 8 luglio 2012

Ritorno sulla LUT pubblicando questo bellissimo video realizzato da un atleta che ha portato a casa la gara da 120 km.
Particolarmente suggestivi i momenti della partenza e il passaggio alle Tre cime di Lavaredo (minuto 4 circa).
E devo dire che anche l'arrivo solitario in una Cortina deserta e notturna ha comunque il suo fascino.
Poco da fare, il prossimo anno sarà tra i miei obiettivi.

Video realizzato da Michelozzo79

mercoledì 4 luglio 2012

In un precedente post avevo accennato ad importanti progetti futuri. Ebbene, eccoci qua.
Il 28 Luglio prenderò parte alla Trans D'Havet, un ultra trail lungo 80 km e con 5500 metri di dislivello positivo da affrontare. La gara partirà a Piovene Rocchette (praticamente dietro casa mia) alla mezzanotte di Venerdi 27 Luglio per arrivare a Valdagno molte ore dopo. Tra l'altro, si tratta della prima edizione e sono particolarmente felice di poter prendere parte ad un evento del genere al suo battesimo ufficiale.
Affronterò per la prima volta una partenza a mezzanotte con la prima parte di gara immersa nel buio e rischiarata solo dalla lampada frontale e dal pallido bagliore della luna. Fantastico.
Oltre al buio ci sarà da fronteggiare un percorso molto lungo e duro e un tempo di gara veramente elevato. Facendo due conti dovrei impiegare circa 13/14 ore per completare il giro, ma sono stime piuttosto grossolane per cui non mi stupirei se il tempo finale risultasse essere molto diverso.
Intanto, per farvi un'idea, guardatevi il video della prova fatta dagli organizzatori un'anno fa. Si capiscono un paio di cose come l'atmosfera che si vive ad affrontare una prova del genere e la bellezza della partenza a mezzanotte.

lunedì 2 luglio 2012

Il nostro trail di Cortina (mio e di Alvin), comincia a Nebbiù di Cadore, paesino che definire piccolo e sperduto è dire poco. Per raggiungerlo occorre mappa e bussola, la frazione poi consta più di pascoli che di case. Se ce la fa arriverà 300 anime. Qui alloggiamo sfruttando un B&B davvero molto bello. Vi dico solo che la stanza a noi riservata contava 6 posti letto per una media di 3 posti letto a testa.
Da Nebbiù, la sera del Venerdi, andiamo a Cortina per il ritiro pettorali e per assistere alla partenza, ore 22.00, della LUT (120 km e 6000 Metri di dislivello). La partenza è spettacolare. Un sacco di gente lungo le strade di Cortina e circa 600 atleti che prendono il via illuminando la notte con le lampade frontali in una processione davvero suggestiva.
Vista la partenza, e riassorbita la pelle d'oca, rientriamo al B&B per il riposo prima della gara.
L'indomani, a seguito di un'abbondante colazione, lasciamo il nostro alloggio.
Sono le 7.30 e siamo in perfetta tabella di marcia, per le 8 saremo a Cortina, depositeremo le sacche e quindi ci porteremo in partenza per le operazioni di punzonatura. Una volta sbrigata anche quella formalità non rimarrà che attendere il via. Finiamo però per sottovalutarne un'altra di formalità, il parcheggio! Cortina non fa eccezione rispetto alle altre città, i parcheggi non ci sono e quelli liberi si pagano, a Cortina ben di più che in altri posti. Mentre cerchiamo un parcheggio con il rapporto qualità/prezzo migliore possibile vediamo pure una volpe passeggiare tranquilla in centro. A Cortina non ci sono parcheggi a buon mercato ma in compenso le volpi domestiche abbondano.
Dopo un primo istante di panico riusciamo a trovare un posto decente dove lasciar la macchina. Un'ultima sistemata allo zaino che ci porteremo appresso e quindi si va in zona partenza.
Il trail parte nel medesimo punto della Cortina-Dobbiaco, vale a dire in Corso Italia, sotto al campanile. I 600 partenti sono più o meno tutti li, gironzolano allegri in attesa del via. Io e Alvin sistemiamo vestiario e attrezzatura. Scattiamo la foto di cui sopra senza accorgerci dei paparazzi e incontriamo alcuni amici già visti ad altre competizioni. In particolare ritroviamo Alberto Zan (con il quale correrò gran parte del trail) e GabydiCorsa di RunningForum. Chiacchieriamo discutendo su come è meglio affrontare la gara e sulle varie velocità da impostare. Io e Alberto siamo simili nei ritmi e nelle intenzioni, Alvin invece, meno allenato, se la prenderà un po' più comoda.
In poco tempo arriva il momento di partire. Lo speaker da inizio al conto alla rovescia e quindi si parte, un giro di 46 km ci aspetta tra alcune delle vette più belle del mondo.
I primi km, a differenza delle gare di corsa, sono piuttosto tranquilli. La partenza è in salita ed il gruppone avanza abbastanza compatto. Non ci sono grossi problemi di intasamento. Si procede tutti in maniera piuttosto lenta, se qualcuno vuole superare può farlo senza problemi, nessuno gli opporrà resistenza.
Dopo un primo km lungo le vie cittadine si svolta a sinistra, un paio di tornanti e quindi si lascia l'asfalto per inoltrarsi nel sottobosco.
Lascio Alvin poco prima del bosco procedendo con passo un po' più deciso. Dalla partenza fino a questo punto ho sempre corso, molto lentamente ma non mi sono mai messo al passo. Proseguo con la stessa andatura anche nel primo tratto boschivo poi, quando vedo che sto andando troppo in difficoltà, mi metto a camminare. Continuo alternando corsa a camminata, mi sento bene, proseguo con buona andatura e non avverto più di tanto la fatica.
Nei tornanti scorgo Alberto poco dietro di me. Anche lui procede in maniera più regolare possibile.
Nel frattempo continuo a recuperare posizioni. Eravamo partiti a fondo gruppo e quindi è normale a questo punto incontrare un bel po' di trailrunners più lenti.
Il primo tratto di salita è lungo 7 km nei quali si sale di 600 metri circa, tutto sommato è quasi corribile. Arrivati in cima comincia un bellissimo pezzo di quello che viene definito "mangia e bevi" cioè un percorso ondulato ma con pendenze piuttosto dolci dove quindi si può correre senza grossi problemi. Già che si è saliti di quota il panorama comincia a regalare scorci bellissimi. Correre in questa zona è fantastico. Le pendenze non sono impegnative e, una volta recuperato dalla salita precedente, viene voglia di lanciare l'andatura.
Dopo una sosta per cambiare l'acqua al falco vengo raggiunto da Alberto. Proseguiamo assieme corricchiando con andatura allegra. Alcuni atleti davanti a noi si fermano a scattare foto al panorama. E ne hanno ben d'onde, la giornata è strepitosa. Non c'è una nuvola e lo spettacolo che ci circonda è di  una bellezza indescrivibile.
Proseguiamo lungo il percorso e, dopo un tratto di discesa, imbocchiamo Val Travenanzes. Meraviglia!
Qui la strada torna a salire, prima piano piano, poi in maniera sempre più decisa. Siamo ai piedi della forcella  Col dei Bos la cui sommità è situata intorno al km 19 e circa 700 metri sopra alle nostre teste. In questo punto il panorama comincia a cambiare. Si abbandona il bosco e l'ambiente diventa sempre più di alta montagna. Le piante lasciano spazio a sassi e roccia. Il sole picchia forte ma per fortuna attraversiamo numerosi ruscelli nei quali viene naturale immergere le mani o il berretto per darsi una rinfrescata.
Foto di Cris: https://picasaweb.google.com/runnercris/LUT2012#
Sotto il sole cocente e in mezzo alle pietraie avanziamo lungo la forcella. Cominciamo ad incontrare anche alcuni eroi dell'Ultra Trail. Hanno già 90 km sulle gambe e vederli avanzare lungo la salita mi apre il cuore. Incitarli è il minimo che possa fare e tutte le volte il mio incitamento trova in risposta un sorriso. Anche da parte di quelli che più erano in difficoltà. 
Lungo la forcella nessuno si sogna di correre ma un po' alla volta anche questa salita è domata. Forcella Col dei Bos è alle spalle e il conta km segna già quota 20. Una volta in cima troviamo un amico di Alberto che ci scorta per un po', quindi ci lascia andare lanciandoci lungo la discesa. In questo momento Alberto è piuttosto brillante mentre io comincio a sentirmi sempre più stanco. Ben presto capisco che sto vivendo una crisi di fame. Sento le gambe molli e una sensazione generale di debolezza mentre la fame va aumentando. Fortunatamente, dopo tre km di discesa arriva il primo ristoro vero e proprio.
Viste le sensazioni di fame me la prendo comoda. Apparecchio la tavola e ordino in sequenza: sali minerali, Coca Cola, banana, fetta biscottata con marmellata, altra banana, una manciata di formaggio grana in cubetti, una manciata di cioccolato anche questo in cubetti, 4 pezzi di crostata, uva passa e di nuovo Coca Cola.
Ho temuto seriamente potessero portarmi il conto. Mi sarei dovuto fermare a lavare i piatti.
Mentre io proseguivo con il mio spuntino Alberto riprendeva la via della corsa distanziandomi di qualche centinaio di metri e scomparendo alla mia vista. Una volta terminato il rinfresco, un po' a malincuore, sono ripartito anche io decisamente rinvigorito dopo la scorpacciata.
Poco dopo il ristoro incontro un gruppo di persone festanti e fracassone, sono i compagni di squadra di Alberto che mi salutano e mi incoraggiano con grande entusiasmo. Dopo di loro altra gente applaude e incoraggia. Non posso che sorridere e ringraziare. Il supporto delle persone è davvero importante, soprattutto in gare dure come questa.
Il tratto successivo al ristoro, in un primo momento percorre un bosco salendo leggermente, ben presto però il bosco finisce e ci si ritrova nuovamente esposti al sole e in mezzo ai sassi. Qui la salita si fa ancora più ripida poichè si punta con decisione verso rifugio Averau, il punto più alto della corsa con i suoi 2413 metri.
Il ristoro ha fatto il suo ma la salita si fa sentire. Proseguo con la marcia più bassa di cui dispongo. Non supero più nessuno ma nemmeno vengo superato. Anzi, trovo qualche turista in gita che si fa la forcella e prosegue molto più lentamente di me. Almeno quello mi è di consolazione.
Dopo un tempo che mi pare infinito, finalmente raggiungo il rifugio. Altra forcella guadagnata. Uno sguardo al panorama sottostante e quindi via lungo la discesa.
Qui si corre su una carrareccia piuttosto larga, con dei bei tornanti. La pendenza è importante e in breve tempo si scende di quota fino ad incontrare un'altro tratto abbastanza corribile. Proseguo col mio passo, senza ammazzarmi, se ho voglia di camminare lo faccio. Tanto so che la strada è ancora lunga.
Circa 5 km dopo si intravede un'altra discesa la quale termina a Passo Giau. Un altro ristoro, questa volta solo idrico, mi aspetta. Corro piuttosto bene la discesa, recuperando anche alcune posizioni quindi, una volta al ristoro, faccio il pieno di sali e Coca Cola.
Riparto con le borracce cariche ma dopo un po' una di queste mi sputa in un occhio, è quella caricata a Coca Cola. La bibita non ama particolarmente il movimento e la mia corsa tende ad eccitarla un po' troppo. Mi fermo, do una sorsata e quindi la svuoto. Mi dispiace ma correre con una bomba ad orologeria attaccata allo spallaccio dello zaino non era il massimo della vita.
Subito dopo Passo Giau mi aspetta un tratto di Mangia e Bevi, corro quanto posso e riesco a riacciuffare Alberto. Giusto in tempo per affrontare Forcella Giau.
Svoltata una curva la forcella si presenta in tutta la sua intimidazione. Un muro altissimo e terribilmente ripido si staglia davanti a noi. Abbiamo 30 km sulle gambe, siamo stanchi morti e dobbiamo superare un ostacolo che nemmeno ci sta nel campo visivo di un uomo. Tocca guardarla in due colpi per vederla tutta dall'inizio alla fine.
Giunto ai piedi dell'erta mi concentro e...non penso a niente. Mi armo di santa pazienza e comincio la scalata. Incontro un altro eroe della 120 km, è letteralmente piantato. Fa tre passi e poi si ferma. Lo incito, gli dico che è messo bene in classifica e che chi lo segue è a mezz'ora di distacco. Anche questo sorride e ringrazia ed ha pure il tempo di dispensare battute. Troppo bravo.
Io proseguo poco più velocemente ma avanzo. Cammino tra rocce e sassi scuri. Pare quasi di essere su un vulcano. Non mi fermo mai, chi si ferma è perduto e a forza di stringere i denti valico anche questa cima.
Neanche il tempo di godersi quest'ultima fatica che ci si butta di nuovo in discesa. E' un pezzo piuttosto ripido ma finisce subito, dopo 2 km c'è un'altra forcella da fare. Questa volta si tratta di forcella Ambrizzola.
Dopo il muro rappresentato da forcella Giau, l'Ambrizzola pare uno scherzo. Supero pure questa e, una volta in vetta, vengo ripagato dallo spettacolo che si presenta ai miei piedi. Un'ampia vallata e in fondo, proprio lungo il percorso del nostro trail, il lago di Fedèra con il rifugio Croda dal Lago.
Approccio la discesa scendendo con cautela ed ecco che comincio ad avere qualche problema al fegato. La mia solita fitta. Mi fermo per rifiatare e in breve tempo Alberto mi riprende sopravanzandomi. Poco dopo mi raggiunge anche una ragazza e la cosa risveglia il mio orgoglio. Decido ci attaccarmi al suo bel posteriore e di non mollarla. Oltretutto va veramente forte. In men che non si dica riagguanto Alberto e proseguo la discesa a buona velocità. Alberto mi da dei consigli pratici per la fitta al fegato, mentre corro provo a metterli  in pratica e scopro con piacere che funzionano. Nel frattempo, dal fondo valle, giungono le note di una canzone che conosco ma non riesco subito ad identificare. Ci penso, me la canto in testa e, dopo vari tentativi, finalmente riesco a capire che si tratta di Space Oddity di David Bowie. Figata, mi riesce anche di riconoscere le canzoni, significa che m'è rimasta ancora un po' di lucidità. Ma...un momento, come può esserci della musica del genere tra le dolomiti ? Il mistero rimane fino a quando giungiamo (io, Alberto e la tizia che ho scoperto essere inglese) al rifugio Croda dal Lago. Qui, oltre al ristoro, è stato allestito un piccolo palco sul quale una band si sta esibendo.
Io e Alberto approfittiamo del ristoro, sali e bevande, fermandoci un paio di minuti. La tipa inglese invece schizza avanti quasi senza fermarsi (forse perchè sapeva che era 4a assoluta).
A questo punto il Garmin segna 35 km, ormai c'è solo discesa davanti a noi. 11 km abbondanti e avrà fine anche la nostra impresa.
Ristorato da questo pensiero, oltre che dai sali, riparto in compagnia di Alberto. La discesa comincia ben presto a farsi impegnativa. Dobbiamo scendere di circa 1000 metri ed il percorso pare intenzionato a farci coprire tale dislivello nel minor tempo possibile. Ben presto ci ritroviamo tra le fronde del bosco con il terreno che diventa molto insidioso per le rocce e per le radici che spuntano dal suolo.
In poco tempo riprendiamo anche la tizia inglese. Questa volta siamo noi ad essere più brillanti e la sopravanziamo distanziandola.
La stanchezza comunque è tanta ed i km che ci separano dal traguardo paiono non passare mai. Piano piamo giungiamo a quota 40, penso che ne mancano solo 6, poca roba, e mi faccio coraggio. Al km 42 e 2 dico ad Alberto che abbiamo passato la maratona. Da qui in avanti sono in territori inesplorati, mai mi ero avventurato oltre la distanza della maratona.
Verso il 43° km sbuchiamo fuori dal bosco. La parte più dura della discesa è terminata. Ora ci si avvicina con decisione al centro di Cortina.
La cosa drammatica è che anche nel finale il percorso prevede salita. Brevi rampe di 100 metri al massimo, ma a quel punto sembrano il Mortirolo ed il Gavia messi assieme, tanto più che, giunti li, ci si aspettava solo discesa. Pazienza. Avanziamo, al passo ma avanziamo.
La vicinanza del traguardo comincia ad elettrizzarmi. Ci sono delle rampe di scale da fare. Lancio la sfida ad Alberto "dai che le facciamo di corsa!" Alberto mi guarda con un misto di disperazione e compassione, quella che si concede a chi ha smarrito il lume della ragione, e risponde lapidario: "neanche morto!". Io, invece, decido di raccogliere la sfida da me stesso lanciata e mi corro i gradini aspettando poi Alberto una volta giunto in cima.
Proseguiamo così per tre rampette di scale ed ecco che l'ultima ci porta sul rettilineo finale. Davanti a noi gli ultimi 100 metri del percorso, le transenne e la gente in festa che ci accoglie con grande entusiasmo.
Imbocchiamo Corso Italia assieme e lo percorriamo tutto fino a tagliare il traguardo esultanti e soprattutto gonfi di orgoglio. Orgogliosi di aver portato a casa una piccola impresa per lunghezza e durezza del percorso e orgogliosi di non aver mai mollato.
Alla fine chiudiamo in 6 ore e 17 minuti con la 52a e 53a posizione assoluta (49a se considero solo la classifica maschile). Un gran bel risultato se si considerano i 600 partecipanti e l'altissimo livello della competizione.
Una volta giunto al traguardo, ho il piacere di incontrare Andrea (Insane). E' appoggiato ad una transenna col suo immancabile sorriso. Riconoscerlo è un gioco da ragazzi. Lo saluto e scambio due chiacchiere al volo. Finalmente. Non avevamo mai avuto modo di incontrarci nonostante vari incroci in precedenti gare.
Salutato Insane ho il tempo di ripigliarmi e di aspettare Alvin (gli ho anche telefonato un paio di volte per sentire dove fosse e l'ho bonariamente preso in giro). Arriverà ampiamente entro le 9 ore, come prefissato. Molto affaticato per l'impresa portata a termine ma già oggi la soddisfazione dovrebbe aver preso il posto della stanchezza accumulata anche per lui.
Una volta docciati, massaggiati (io) e mangiati possiamo ripigliare la macchina e tornare a casa. Il viaggio sarà lungo ma piacevole con Alvin che mi erudisce sulla termodinamica spiegandomi il funzionamento della caldaia prima, del frigorifero e del condizionatore poi e, infine, impartendomi nozioni pure sul funzionamento del reattore nucleare. Tutto vero.
Terminato il viaggio arrivo a casa con in tasca il trail di Cortina, un punto di qualifica per l'UTMB (che per il momento a nulla serve ma fa pur sempre curriculum) e la sensazione di aver corso la gara più bella della mia vita oltre ad aver passato un paio di giorni che di certo non dimenticherò molto presto.
 
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