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lunedì 28 maggio 2012

Domenica, pochi secondi alle 9:00, lo speaker lancia il countdown. Parte il conto alla rovescia, ancora pochi istanti e poi via. Il nastro si alza ed i coraggiosi trailrunners si lanciano lungo le vie di Brentino Belluno, in provincia di Verona. Ha così inizio il trail dell'orsa, percorso Orsa maggiore. 25 km tra i monti della zona con un dislivello positivo di 1900 metri. Tra quei trailrunners, manco a dirlo, c'ero anche io.
L'inizio è di quelli che rimangono impressi nella memoria. I primi 500 metri sono su asfalto, che quasi quasi, viene pure da provare a correre con buon ritmo. Subito dopo però comincia la salita. 2 km e mezzo di scalini. All'inizio sono scalini lunghi, di ciottoli. Poi più si va avanti più si accorciano e diventano ripidi. Alla fine ci si trova a salire una ripidissima scalinata. Il cuore va all'impazzata, anche se si procede al passo.
Terminata la scalinata c'è un beffardo tratto di falsopiano, quindi si sale ancora. Altri 4 km, questa volta tra sottobosco e tratti erbosi, quindi, finalmente, si scollina. La prima discesa è spettacolare, subito un tratto di single track nel sottobosco. Poi si arriva al torrente e alla cascata. Non si fa a tempo a godere di cotanto spettacolo che arriva la galleria. 20 metri di buio pesto ma con la strada segnata da lumini. Uno spettacolo.
Terminata la discesa torniamo a salire. Sulle gambe già 12 km e 900 metri di dislivello percorsi. Si sale dopo un passaggio in paese. Il primo tratto è all'aperto, con il sole che bacia i concorrenti in maniera molto calorosa, poi entriamo nel sottobosco. La salita non molla un attimo e sembra non finire mai. Ad un certo punto termina anche il sottobosco e si comincia ad intravedere nuovamente il sole, segno che la vetta è vicina. In questo tratto la pendenza si fa ancora più ripida. Non ci sono scalini ma rocce che compongono una scalinata naturale. E' talmente ripido che si possono usare tranquillamente le mani per aiutarsi negli appoggi.
Mentre siamo al colmo dello sforzo, un volontario appollaiato su una roccia ci informa che la salita è finita. Gli credo ma so che ci sarà ancora da soffrire. Ed infatti, dopo la salita segue un tratto di saliscendi. Sarebbe anche bello da correre se non fosse che le energie sono rimaste in paese. Si prosegue come si può.
Ad intervalli regolari arrivano dei ristori dove troviamo ogni ben di dio. Viene naturale fermarsi anche perchè i volontari sono disponibili e simpatici. Ripartire diventa sempre più dura man mano che si prosegue. Ma ormai il peggio è passato. I km che ci separano dal traguardo si assottigliano e la gran parte del tracciato da percorrere è in discesa.
Mi armo di coraggio e via a proseguire. In un tratto corribile, dopo un ristoro, mi lancio con buon ritmo. Poco dopo comincia la discesa. E' ripida e abbastanza tecnica. All'inizio me la godo un mondo. Zompo tra i sassi e le curve e vado giù a grande velocità. Dopo un po' i quadricipiti cominciano a lanciare l'allarme. "Vecchio, rallenta va' sennò noi qua ci mettiamo in sciopero!" 
Non do loro retta...e la pagherò cara. Terminata la discesa arriva l'ultimo ristoro. Rinuncio a malincuore ad una birra offerta dai volontari e riparto. Almeno, ci provo. Le gambe si rifiutano. Ci sarebbe anche un tratto piuttosto piano, dove si potrebbe provare ad impostare una certa azione di corsa, ma i muscoli sono frullati dalla discesa. Ci metto un poco a riavviare il motore quindi, lentissimamente, corro. Si transita in un tratto erboso, tra filari di uva. Quindi, proseguendo oltre, si passa sotto ad una serie di piante di kiwi, talmente basse che occorre chinare il capo per non urtarle.
Terminata la piantagione di kiwi si ritorna nel bosco. Il motore per fortuna s'è riacceso, ogni tanto perde colpi ma quando lo fa sgaso per evitare che mi muoia definitivamente. Dopo un breve tratto di asfalto compare un cartello bellissimo: Ultimo km.
Tento di accelerare per finire in gloria ma capisco subito che non ce n'è. Al primo tratto di leggera salita mi fermo a camminare, anche se sono solo 20 metri. Proseguo alternando corsa a camminata fino a che si esce dal bosco. Si attraversa nuovamente il fiume, questa volta su di un ponte, quindi si rientra in paese.
Un'ultima salita, una curva e mi ritrovo nel tratto iniziale della gara da percorrere in senso inverso.
Faccio due curve sull'acciotolato e imbocco il rettilineo che porta al traguardo. La stanchezza scompare di colpo e lascia spazio a pura gioia.
Lo speaker legge il numero del mio pettorale e si complimenta con me pronunciando il mio nome. Taglio il traguardo esultando come mai avevo fatto in maratona.
Il tempo impiegato è di 3h e 20'. Conta pochissimo, serve solo a capire la durata dello sforzo e a poco altro.
Qui il dettaglio su Garmin Connect.
Una volta tagliato il traguardo mi fiondo sul ristoro e divoro di tutto. Quindi doccia gelata, all'aperto (ha richiesto una buona dose di coraggio), e poi a godere di una strepitosa pasta e di un altrettanto fantastica birra.
A 24 ore di distanza rimane la magia di una gara diversa. Sensazioni di libertà e di pura gioia che la corsa su strada forse non riesce a regalare.
E' tutto il giorno che cerco altre gare di trail da correre. Son qui con le gambe doloranti e graffiate e con un senso di stanchezza che ancora non mi ha abbandonato del tutto, eppure non riesco a smettere di pensare a quanto mi sono divertito.

sabato 26 maggio 2012

La presentazione del Trail dell'orsa 2012 termina proprio con la frase In trail we trust e se ci credono loro che organizzano, non posso certo esimermi io che vi prendo parte.
Domani alle ore 9 partirò lungo il percorso dell'Orsa maggiore, un trail di 25 km con 1900 metri di dislivello positivo. Nelle ultime settimana mi sono allenato molto, con cadenza quasi giornaliera. Se guardo il calendario degli allenamenti scopro, con piacere, che nelle ultime due settimane ho corso 13 giorni su 15 disponibili. Non ho fatto mai distanze particolarmente lunghe, sempre uscite attorno ai 12 km, ma ho inserito degli allenamenti con dei dislivelli importanti. Mercoledi, in particolare, ho affrontato un allenamento muscolarmente molto impegnativo. 8 km totali con un dislivello positivo di oltre 600 metri in neanche 4 km.
Con tutto questo carico la conseguenza naturale è che i muscoli delle gambe siano particolarmente provati. Giovedi sono andato dal fisioterapista per un massaggio di scarico ed oggi ho corso 7 km piuttosto blandi (anche se dal ritmo medio, 4'28, non sembrerebbe poi tanto) con l'intento di recuperare un po' le gambe. Devo dire che massaggio e corsetta sembrano aver dato i loro effetti ed ora mi sento un po' più fiducioso in vista di domani.
Tanto, alla fine, l'obiettivo di domani è finire la gara e divertirmi, non ho sicuramente velleità di tempo. Certo che presentarsi alla partenza coi muscoli provati non sarebbe esattamente il massimo della vita. Soffrire come cani per portare a termine la corsa potrebbe non corrispondere con la mia idea di divertimento.
Ad ogni modo le gambe sembrano migliorare, nel pomeriggio riposo assoluto e domani si va all'arrembaggio.
Dopo questo trail mancherà un solo mese all'evento di Cortina. Nel mezzo Cortina-Dobbiaco e Ecomaratona di Alpego.
Il percorso è segnato e dovrebbe portarmi al trail di Cortina con un discreto bagaglio di preparazione ed esperienza nel campo trail.
Nel frattempo sto già pensando oltre sfruttando la preparazione svolta per questi eventi, ma meglio non correre troppo. Una cosa alla volta, domani c'è da fronteggiare l'orsa, vado a preparare il miele.

domenica 20 maggio 2012

Non so perchè si chiami Tagliafuoco, non l'ho chiesto, sta di fatto che la gara corsa questa mattina, con partenza da Caltrano (VI), è stata un'esperienza meravigliosa in quanto a spettacolo offerto dalla natura e in quanto a durezza del percorso.
In linea retta, la corsa misura poco più di 10 km, poca roba, peccato che a quei 10 km ne vada aggiunto un altro abbondante tutto in verticale. Il che rende la questione decisamente più intrigante.
Il mio obiettivo, per questa gara, era quello di allenarmi ed abituare sempre di più il mio fisico allo sforzo della corsa in montagna. Il tutto in ottica Cortina Trail del 30 Giugno.
Con la corsa odierna fanno 6 allenamenti consecutivi in settimana. Inevitabile presentarsi allo start in condizioni non ottimali, anzi, nel riscaldamento ho constatato un certo indolenzimento a quadricipiti e polpacci. Ma poco male, ho deciso di caricare in questo periodo e così sia.
La gara si snoda lungo sentieri che attraversano il bosco e si inerpicano su per la montagna. I panorami sono bellissimi ma le rampe sono davvero impegnative. Corricchio il primo km ma poi sono costretto a desistere. All'improvviso parte un dolore al soleo di entrambe le gambe. All'inizio è leggero ma poi si acuisce sempre più. Mi ritrovo fermo a fare stretching, ormai fa malissimo. Anche a camminare.
Pondero l'ipotesi ritiro (girarsi e fare il km percorso al contrario sarebbe decisamente più facile che  affrontare gli oltre 9 km verso la vetta) ma la scaccio subito. Metto la corsa in modalità OFF ed attivo la modalità passeggiata, per certi tratti anche in retromarcia per dare respiro ai muscoli doloranti.
Proseguo lentissimo per i successivi due km, vengo sverniciato da chiunque ma non me ne dolgo. Dopo il terzo km i muscoli, piano piano, cominciano a sciogliersi. A poco a poco riesco ad incrementare il ritmo di camminata. Spengo la modalità passeggiata e passo alla modalità Avanti Adagio. Ogni tanto riesco anche a correre ma le rampe sono talmente ripide da consentire al massimo 50 metri di corsa. Poi occorre rifiatare.
Proseguo così recuperando numerose posizioni. Passato l'8° km si presenta un tratto di falsopiano di un km circa. Provo a sfruttarlo e a correre per l'ultimo tratto. Incredibile come sia stata dura correre a quel punto, gambe pesantissime. Perlomeno sono riuscito a godermi il panorama che in quel punto era qualcosa di sensazionale.
Terminato il falso piano si presenta l'erta finale. La corro tutta recuperando vari corridori che si erano messi al passo. Ho la tentazione di rimettermi al passo anche io ma, dopo una curva, scorgo il traguardo. Stringo i denti e incremento tirando fuori le ultime energie fino a completare i 10 km del percorso ed i suoi 1200 metri di dislivello. 1h e 35 minuti il tempo da me impiegato, ma è davvero un dettaglio. Sono invece molto soddisfatto per il lavoro svolto e per aver completato la gara nonostante le iniziali difficoltà.
Una volta ripreso fiato saccheggio il ristoro, quindi pasta e birra e poi si rimane sullo spiazzo, ricavato sulla vetta, a crogiolarsi al sole. Sensazioni meravigliose.
Purtroppo ad un certo punto tocca sbaraccare e tornare indietro. Altri 10 km, questa volta tutti in discesa e fatti con comodo. Anche se va detto che, con i muscoli provati e le pendenze del sentiero, anche la discesa è stata piuttosto impegnativa.
In definitiva un'esperienza bellissima. Mi ha fatto venir voglia di dedicarmi con maggior impegno alle corse in montagna. Sono spettacolari e l'ambiente è, se possibile, ancora più bello di quello delle gare in pianura. Per il momento saranno solo parentesi di preparazione ai trail, in futuro chissà.
Intanto l'impressione lasciata da questa Tagliafuoco è stata davvero meravigliosa.

giovedì 17 maggio 2012

Garmin  Connect, tra i vari pregi di cui dispone, da anche la possibilità di visualizzare dei resoconti sulla propria attività sportiva. E' stato piacevole scoprire che, a seguito delle ultime corse, ho superato quota mille km percorsi nel 2012. Il tutto nonostante l'inverno, le piogge dell'ultimo periodo e i vari acciacchi incontrati lungo la via.
Teoricamente adesso viene il bello. Se a Maggio mi ritrovo a quota 1000 a Dicembre dovrei aver percorso ben più di 2000 km.
Per la prima volta da quando ho cominciato a correre ho superato la soglia dei 1000 km. E' per me un piccolo successo di continuità e i risultati si vedono tutti. Nonostante una certa stanchezza mentale sto continuando a correre anche se al momento non ho obiettivi particolarmente pressanti. Quel che so è che, visto che ho lavorato così duramente, è giusto onorare gli sforzi e mantenere il livello di forma così faticosamente raggiunto.
I risultati verranno di conseguenza.


sabato 12 maggio 2012

Premessa - Che cos'è il test di Conconi e a cosa serve
Chi già sa può proseguire oltre

Per capire a che cosa serve il Test di Conconi è importante conoscere alcune cose relative all'accumulo di acido lattico nel sangue. Per chi non lo sapesse, l'acido lattico è un "prodotto di scarto" derivante dall'azione dei muscoli durante l'attività fisica. In pratica, semplificando, i muscoli per lavorare devono consumare un certo carburante, l'ATP,  il consumo di tale carburante produce delle scorie residue. Una di queste è l'acido l'attico.
Il nostro organismo non ha problemi a smaltire queste scorie e anzi, fino ad un certo livello di sforzo, l'acido lattico viene smaltito alla stessa velocità con la quale viene prodotto, pertanto non si accumula. Aumentando lo sforzo si arriva ad un punto in cui la quantità di acido lattico prodotta è superiore alla quantità che si riesce a smaltire ed il livello nel sangue aumenta. Questo punto corrisponde alla Soglia Anaerobica.

Il test di Conconi serve ad individuare la velocità corrispondente alla Soglia Anaerobica di un atleta.
La prova consiste in una corsa ad intervalli prestabiliti dove, ad ogni intervallo, si aumenterà la velocità di corsa. Nel frattempo verrà rilevata la frequenza cardiaca. A prova ultimata si riporteranno i dati della frequenza cardiaca su di un grafico e si vedrà come l'andamento dei battiti cardiaci andrà aumentando in maniera regolare, seguendo un ipotetica linea retta, fino a quando non si incontrerà un punto di flessione e l'incremento dei battiti proseguirà seguendo un'andamento meno acuto.
Ecco, quel punto di flessione corrisponderà alla nostra Soglia Anaerobica.

Il test vero e proprio - Come fare...o meglio, come ho fatto io.

Da possessore di un Garmin ho impostato l'allenamento sul sito Garmin Connect. Ho creato un nuovo allenamento impostando dei giri di 200 metri e inserendo dei parametri di velocità (intesa in minuti al km). Ad ogni frazione di 200 Metri ho aumentato la velocità di tanti secondi quanti erano necessari per portare ad un aumento di velocità di 0,5 km/h. Sono partito da un ritmo di 5'10/km per la prima frazione di 200 metri per terminare, alla 16a frazione, con un ritmo di 3'00/km.
Una volta impostato l'allenamento ho collegato il mio dispositivo Garmin (io posseggo il modello 610) e ho trasferito l'allenamento all'orologio.
Purtroppo l'allenamento non è condivisibile, vi riporto però uno screenshot così se qualcuno lo vuole copiare può prendere ispirazione.



Con l'allenamento caricato mi sono recato in pista per eseguire il test. Per prima cosa mi sono riscaldato a lungo. Dopodichè mi sono fermato per qualche minuto e quindi sono partito con il test vero e proprio.
La schermata del Garmin è impostata in modo da restituire la distanza residua della frazione da effettuare e il ritmo che si sta tenendo. Nel dettagio il piccolo è indicato anche l'intervallo di velocità all'interno del quale si deve mantenere l'andatura di corsa.


Ad ogni lap automatico il Garmin ci ricorda la lunghezza della frazione da compiere e la media da tenere.


Durante la corsa sono impostati degli allarmi che ci avvisano nel caso in cui si stia procedendo troppo forte o troppo piano.
Non è semplicissimo mantenere il ritmo all'interno del parametro settato ma, a mio avviso, è relativamente importante. La cosa fondamentale è procedere con una progressione. Più è costante e dolce e migliore sarà l'esito del test.

Una volta ultimato l'allenamento si scaricano i dati nel proprio PC e si procede con l'analisi (qui l'allenamento).
Per produrre il grafico ho preso le 14 frazioni corse e la rispettiva frequenza cardiaca media. Ho inserito i dati all'interno di un file Excel e ho generato il grafico.
Il grafico della frequenza cardiaca esce in automatico anche con Garmin My Connect ma volevo un file sul quale potessi modificare i parametri a piacimento in modo da essere sicuro di individuare il famigerato punto di flesso.
Una volta inseriti i dati ecco il grafico che mi è comparso:


Il punto di flesso è abbastanza evidente e si trova tra il 9° e il 10° lap mentre correvo intorno ai 3'50/km. Ecco dunque individuata la mia Soglia Anaerobica: 3'50/km.

Considerazioni
Ho letto più volte che la velocità di Soglia Anaerobica corrisponde, grossomodo, alla velocità che si riesce a mantenere per circa un'ora di corsa. Nel mio caso direi che ci avviciniamo abbastanza. Credo sia importante avere un'idea di partenza di quale potrebbe essere il ritmo di soglia, aiuta ad interpretare il grafico ed evitare quindi di prendere "abbagli".
C'è da dire che il Garmin non è precisissimo nelle rilevazioni delle distanza e quindi anche delle relative velocità, soprattutto in pista. Tendenzialmente è un po' generoso quindi va da se che anche il risultato potrebbe essere un po' più ottimistico del reale.
Oltre a ciò vanno considerati anche alcuni elementi esterni relativi allo svolgimento della prova. Nel mio caso ho svolto l'allenamento in condizioni non perfette, faceva un caldo boia e non mi sentivo al massimo.
Detto questo rimane comunque un indice da tenere in considerazione e, cosa più importante, è un test che si può ripetere tra un po' di tempo per verificare eventuali cambiamenti della forma fisica.

Nota a margine: se avete bisogno del file excel per la generazione del grafico non avete che da dirmelo, ve lo inoltro volentieri.

domenica 6 maggio 2012

Torno da Volpago del Montello (TV) con una certa soddisfazione per la corsa svolta. Avevo deciso di affrontare le 10 miglia con l'intento di fare un allenamento competitivo. Il piano prevedeva partenza cauta per la prima parte di gara e poi avrei deciso il da farsi. Oltretutto il percorso, per me bellissimo, presentava vari saliscendi, tutt'altro che una gara veloce dunque.
La partenza era prevista per le 9.30 ma ero arrivato in quel di Volpago con un'abbondante ora di anticipo. Per fortuna anche il presidente Bress e il capitano Rigo si erano presi con largo anticipo per cui ho potuto condividere con loro l'attesa dello start.
I momenti antecedenti la gara sono stati più interessanti del solito. Alla competizione prendevano parte infatti gli ambasciatori Saucony (Bress e Rigo sono due di loro) e lo speaker era incontenibile mentre annunciava i nomi di vari atleti di ottimo livello. L'ultimo annuncio era riservato al campione mondiale di 100 km Giorgio Calcaterra che ha ricevuto un sincero applauso da tutti i runner presenti.
Terminate le presentazioni un esagitato speaker dava il via libera e il colpo di pistola liberava i runner lungo il percorso.
L'inizio di corsa si presentava subito in salita ed io ho deciso di affrontarla in maniera cauta. Come da ultimo post, ho tolto il dispositivo Autolap pertanto non avevo riferimenti cronometrici. Correvo a sensazione cercando di dosare le forze. Ho pertanto corso i primi km in buon controllo accompagnando per un lungo tratto Bress e un'atleta sua amica reduce dai 100 km di Seregno.
La strada proseguiva tra le ondulazioni del percorso, una volta giunti al cartello del 5° km ho dato il lap al Garmin per il primo parziale: 21' 35 (Media 4' 19).
Una volta visto il tempo ho deciso di incrementare il ritmo e solo a quel punto ho optato per dividere la gara in tre frazioni di 5 km.
Ho abbandonato la compagnia di Bress ed ho quindi proseguito con passo più deciso. Non a caso 5 km dopo il passaggio è stato ben più veloce: 20' 07 (Media 4' 01).
Incoraggiato dal passaggio e dai numerosi sorpassi che si succedevano ho messo ancora più impegno nella corsa. Oltretutto i km che mi separavano dal traguardo continuavano ad assottigliarsi mentre la fiducia cresceva.
Pestando per bene, ma senza dimenticarmi di guardare il panorama e di salutare gli alpini volontari che incrociavo lungo la via, sono giunto al km 15. Altro lap al Garmin: 19' 28 (Media 3' 53).
A questo punto mancava un solo km al traguardo, oltretutto in discesa. Avrei voluto tirarlo a tutta ma purtroppo un dolore alla milza mi ha costretto a rallentare.
E' curioso, questa volta che il fianco destro mi aveva dato tregua ho avuto problemi col lato opposto. Pazienza, per fortuna non era una gara nella quale puntavo a fare il tempo.
Nonostante il dolore sono comunque riuscito ad accelerare nell'ultimo mille (complice anche la discesa) ed ho concluso la prova col tempo di 1h 6' e 19. Piuttosto buono per quelle che erano le mie ambizioni della vigilia.
Una volta giunti al traguardo ci siamo rifocillati per bene e quindi, docciati e ripuliti, abbiamo assistito alla premiazione.
Qui ho avuto il piacere di incontrare Andrea, conosciuto tramite il suo blog. Mentre assistevamo alle premiazioni abbiamo chiacchierato un bel po' su allenamenti, medie e battiti cardiaci. Oltre che su un problema che accomuna entrambi, ossia il dolore al fianco destro.
Tra l'altro ieri ne parlavo con la mia dottoressa la quale mi diceva che fegato e cistifellea non provocano dolore durante la corsa. Pertanto il dolore che sento al fianco è molto probabilmente causato dalle sollecitazioni della corsa (e questo spiegherebbe come mai nelle corse in discesa il dolore si fa più acuto).
Parlandone anche con Andrea abbiamo convenuto sul fatto che, probabilmente, una soluzione sta nel dedicarsi ad esercizi addominali che rafforzino il cosiddetto "core".
Dopo tutte queste piacevoli chiacchiere ci siamo salutati con la promessa di ritrovarci per fare qualche allenamento assieme. Molto volentieri.
Con questa gara credo termineranno le competizioni su strada per il prossimo periodo. Ora mi aspettano prove in salita e trail. Tornerò a gareggiare su asfalto probabilmente solo in autunno.
Ho apportato una piccola modifica al blog aggiungendo sulla barra laterale le prossime gare in programma. Come anticipato poc'anzi sono previste salite e off road. Così sia.

venerdì 4 maggio 2012

Avevo tolto l'autolap al Garmin in occasione della CorriTreviso. Essendo una gara con tanto di cartelli kilometrici avrei preso i tempi manualmente ad ogni km, premendo sul tasto lap per vedere il parziale nel mille appena corso. Così ho fatto, fino al ritiro.
Da li in poi, non ho più rimesso l'autolap e credo non lo rimetterò per un po' di tempo.
Ho pensato a cosa comporta avere uno strumento che ti segna la velocità con la quale percorri ogni km e che cosa comporta esserne invece privi.
Sicuramente l'assenza dell'autolap mi farà vivere gli allenamenti in maniera più serena, non avrò il costante riscontro dell'andatura, vivrò solo delle sensazioni datemi dalla corsa.
Per questo prossimo periodo, di allenamenti tranquilli, di gare tranquille e di Trail...più o meno tranquilli, direi che va benissimo così. Dimenticare il tempo e cercare di cogliere le sensazioni che la corsa ci regala.
E' oltretutto un ulteriore esperimento per capire come corro in assenza di questo riscontro. Sono abbastanza convinto che le medie non cambieranno di molto ma sono molto curioso di vedere se così sarà effettivamente.
Intanto questa settimana ho corso due volte soltanto. Martedi 1 Maggio, in occasione del Trofeo Giacomo Saugo, corsa di 7 km con percorso quasi tutto su sterrato e prevalentemente in salita e ieri con una corsa lenta assieme agli amici fulminei.

Altimetria Trofeo G. Saugo


Domenica tornerò a Volpago del Montello per la 10 Miglia del montello. E' la quarta volta che prendo parte a questa gara e ci sono particolarmente affezionato per la bellezza del percorso e dei luoghi in cui si corre.
Lo scopo è quello di mantenere il trend rilassato. La cosa importante è continuare a correre e mantenere comunque un certo livello di allenamento. Dopo la Maratona di Padova sento che un po' di relax ci vuole.
Gli obiettivi per il futuro non mancano, soltanto comincerò a pensarci più avanti. Intanto mi godo le giornate primaverili e la corsa in compagnia.
 
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