Al di la della città, che mi ha letteralmente stregato, dalla capitale Tedesca porto a casa anche un bel monte di cose dal punto di vista della corsa e di quelle che sono le mie aspettative per il prossimo futuro podistico.
Mentre rientravo all'ostello dopo il ritiro, sulla mia bella biciclettina a noleggio, consideravo alcune cose relative alla gara. Al di la dell'infortunio ho realizzato che stavo correndo davvero bene. Oddio, forse non ero perfettamente in equilibrio a causa del dolore al piede, ma il ritmo che stavo tenendo mi sa proprio fosse quello giusto.
In gara sentivo di faticare poco. Temevo comunque di essere partito troppo forte 4'/km contro i 4' 05 pianificati, ma il responso che il cardio mi restituiva risultava essere molto incoraggiante.
Ho realizzato che il personale sarebbe venuto sicuramente e che, anzi, molto probabilmente avrei chiuso la maratona sotto le 2 ore e 52 preventivate alla partenza. Per carità, all'appello mancavano ancora gli ultimi km, quelli più duri, dove tutto può succedere ma sentivo di correre davvero piuttosto facile e in controllo. Un'eventuale crisi mi sembrava davvero lontana. Come ha detto un mio compagno che mi ha visto mentre camminavo, sembrava avessi finito una partita di scacchi più che aver corso per 30 km a 4' di media.
Ed in effetti, muscolarmente, non ho avvertito alcun problema ne nelle ore successive e nemmeno il giorno dopo. Tutto tranquillo, piede a parte.
Insomma, tornavo all'ostello sulla mia biciclettina a noleggio e realizzavo che il lavoro fin qui fatto sta dando i suoi frutti. Se mi rimetto in sesto per il mese prossimo varrà come ottimo allenamento e a Venezia si può partire allo stesso ritmo mantenendo intatti gli obiettivi di Berlino, con la consapevolezza che si potrebbe puntare addirittura a qualcosa di più.
Ottima scelta, però prima recupera completamente il piede!
RispondiEliminaCiao Giacomo, effettivamente il cardio parla chiaramente. Avresti potuto chiudere in 2h50'! Sono sempre un pò scettico quando vedo che un ragazzo giovane focalizza la propria attenzione sulle maratone, perchè credo che il percorso da fare sia un altro. Allenandoti da fondista arriverà un punto oltre il quale non potrai più andare (che sia 2h50'- 2h48'- 2h47' ?). Questi sono gli anni in cui potresti toglierti il lusso di correre forte un 1500 o un 3000 iniziando ad allenare le qualità del mezzofondista veloce.. Tra 10 o 15 anni sarà ormai difficile tenere certi ritmi sulle distanze brevi mentre la resistenza aerobica sarà sempre ad alti livelli.. e così tornando a correre le maratone ti accorgerai che se hai nelle gambe un 1500m in 4'10'' correre a 3'45''/km ti risulterà "corsetta" e allora il muro da tirar giù sarà quello delle 2h40'. Sarai più forte e psicologicamente continuerai a migliorarti.. Ovviamente dipende tutto dagli obiettivi, non è detto che la corsa possa essere a vita "ricerca del proprio limite", ne tantomento che si debbano schematizzare le tappe con tale freddezza razionale. Sono convinto però che se vorrai ricercare davvero i tuoi veri limiti la strada da compiere preveda una svolta ad U e la costruzione di un atleta che un domani sia in grado di correre una maratona in 2h50' anche "con un gamba sola". Un salutone!
RispondiEliminaChe sfortuna Drugo, ma ti rifarai presto. Se queste sono state le tue sensazioni e se recupererai in fretta dal'infortunio, Venezia ti ripagherà ampiamente della delusione di Berlino!
RispondiEliminala fretta è pessima consigliera e l'ansia di rivalsa è ancor peggiore: quello che hai seminato è più solido e duraturo di quel che pensi
RispondiEliminaDi sicuro!
RispondiEliminaE' un'ottima analisi la tua Andrea. Ogni tanto ci penso anche io. Il fatto è che sono partito dalla parte sbagliata, ho cominciato subito con le maratone senza curare le distanze più brevi. Poi ho aggiunto anche gli ultra trail e quindi km ai km.
RispondiEliminaPer quest'inverno ho pianificato molte campestri e cercherò di focalizzarmi su un numero maggiore di gare "brevi", sicuramente però il 2014 è già fitto di obiettivi lunghi, la svolta a U di cui parli difficilmente potrà esserci ma potrei passare alcuni periodi ad intensificare il lavoro sulla velocità, questo si :)
Speriamo Andrea, i giorni passano ma il dolore resta...
RispondiEliminaSante parole Enrico. Ne faccio tesoro per evitare di fare cavolate per la fretta. Grazie.
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