Sono stanco. Il periodo, dal punto di vista podistico, non è dei migliori ed il week end è stato molto bravo a ridurre ai minimi termini la mia voglia di uscire a correre. Le ultime due settimane, successive al Sellaronda, sono state piuttosto avare dal punto di vista kilometrico e del numero di uscite. Va bene il recupero dalle fatiche montanare ma la voglia di allenarsi s'è fortemente ridotta.
Il fine settimana, generalmente, è il periodo in cui si concentrano il maggior numero di km. Così avrebbe dovuto essere per me anche se con una certa parsimonia visto che Sabato c'è l'avventura di Ivrea e non devo esagerare con la strada macinata se non voglio arrivare bollito alla partenza.
Avevo previsto un 35-37 km: 15 al Sabato e una ventina la Domenica. Non avevo però fatto i conti col matrimonio di un amico d'infanzia cui ero stato invitato Sabato con i festeggiamenti che partivano alle 8.00. Mi armo dunque di coraggio e il Sabato punto la sveglia alle 6.00, esco e mi sciroppo 12 km tranquilli. Rientro, doccia, leggera colazione e via a casa dello sposo.
Ore 8.30 si comincia con trippa (in umido o in brodo, a scelta) e prosecco. Non so se sia un'usanza comune ad altre zone ma nel mio paesino di nascita Scandolara (TV) è d'uopo festeggiare così ed io non mi sottraggo alle tradizioni, un bel piatto di trippa in umido con un bel po' di formaggio grana a condire il tutto. Strepitosa.
Dopo cotanto esordio si procede con la cerimonia e il resto dei festeggiamenti che andranno avanti fino ad oltre la mezzanotte. Se la partenza era a base di trippa e prosecco il resto non è stato sicuramente da meno.
La Domenica avrei dovuto correre un buon ventino. Non punto la sveglia e mi alzo nemmeno troppo tardi, alle 8 sono in piedi, ma di correre non ho proprio voglia. Decido di rientrare a Thiene e poi si vedrà. Rientro nel vicentino, sono a casa per le 10, il tempo ci sarebbe ma di correre non ho proprio voglia. Rimando al pomeriggio. Pranzo, divanata fino alle 15.30 e poi scruto fuori. Il cielo è plumbeo e minaccia temporale. Dovrei uscire, so che avevo in programma di farlo quindi è la cosa da fare ma, davvero, di correre non ho proprio voglia.
Faccio uno sforzo e mi dico, proviamo. Mi preparo ed esco. Parto a ritmo blando, in questo periodo sto correndo con le scarpe da trail per abituarmi a quello che sarà al Morenic Trail. Calzare quei ferri da stiro mi pesa sempre di più, non vedo l'ora di ritornare alle scarpe da asfalto col loro etto di peso in meno da portare.
Dopo un paio di km di corsa blanda capisco che oggi non c'è verso. Lo stomaco borbotta, un piede mi fa male, il cielo sembra stia per esplodere e io non ho voglia di correre. Fanculo, rientro a casa. Mi giro e torno sui miei passi, giungo ad un bivio, a sinistra vado a casa, a destra allungo un po', sono a soli 3,5 km percorsi. Vado a destra, "almeno 5 li voglio percorrere". Al 5° km altro bivio, a sinistra a casa, a destra allungo. Vado a destra. Altro km e altro bivio, a destra rientro a sinistra allungo. Vado a sinistra. Arrivo così al 7° km. Ancora una volta un bivio, questa volta prendo la strada verso casa. L'andata era tutta in discesa ora mi aspettano 3 km di salita. Poco male, sarà come al Morenic Trail, prima parte in discesa e seconda parte a salire. I ferri da stiro pestano sull'asfalto ma avanzo. Sarà perchè la corsa un po' s'è sciolta e sarà perchè non vedo l'ora di rientrare e mettermi in relax. Copro i km mancanti e rincaso. Stoppo il Garmin e sono 10 km. Non è tanta roba, ma per come s'era messa è grasso che cola. Oltretutto a 4'22/km di media, molto più veloce di quanto pensassi.
Quando rientro guardo il divano e nonostante tutto sono soddisfatto perchè so che ho vinto su di lui. Una vittoria risicata giocando male e con un goal che forse era in fuorigioco, ma è pur sempre una vittoria, non la butto via.
Il fine settimana, generalmente, è il periodo in cui si concentrano il maggior numero di km. Così avrebbe dovuto essere per me anche se con una certa parsimonia visto che Sabato c'è l'avventura di Ivrea e non devo esagerare con la strada macinata se non voglio arrivare bollito alla partenza.
Avevo previsto un 35-37 km: 15 al Sabato e una ventina la Domenica. Non avevo però fatto i conti col matrimonio di un amico d'infanzia cui ero stato invitato Sabato con i festeggiamenti che partivano alle 8.00. Mi armo dunque di coraggio e il Sabato punto la sveglia alle 6.00, esco e mi sciroppo 12 km tranquilli. Rientro, doccia, leggera colazione e via a casa dello sposo.
Ore 8.30 si comincia con trippa (in umido o in brodo, a scelta) e prosecco. Non so se sia un'usanza comune ad altre zone ma nel mio paesino di nascita Scandolara (TV) è d'uopo festeggiare così ed io non mi sottraggo alle tradizioni, un bel piatto di trippa in umido con un bel po' di formaggio grana a condire il tutto. Strepitosa.
Dopo cotanto esordio si procede con la cerimonia e il resto dei festeggiamenti che andranno avanti fino ad oltre la mezzanotte. Se la partenza era a base di trippa e prosecco il resto non è stato sicuramente da meno.
La Domenica avrei dovuto correre un buon ventino. Non punto la sveglia e mi alzo nemmeno troppo tardi, alle 8 sono in piedi, ma di correre non ho proprio voglia. Decido di rientrare a Thiene e poi si vedrà. Rientro nel vicentino, sono a casa per le 10, il tempo ci sarebbe ma di correre non ho proprio voglia. Rimando al pomeriggio. Pranzo, divanata fino alle 15.30 e poi scruto fuori. Il cielo è plumbeo e minaccia temporale. Dovrei uscire, so che avevo in programma di farlo quindi è la cosa da fare ma, davvero, di correre non ho proprio voglia.
Faccio uno sforzo e mi dico, proviamo. Mi preparo ed esco. Parto a ritmo blando, in questo periodo sto correndo con le scarpe da trail per abituarmi a quello che sarà al Morenic Trail. Calzare quei ferri da stiro mi pesa sempre di più, non vedo l'ora di ritornare alle scarpe da asfalto col loro etto di peso in meno da portare.
Dopo un paio di km di corsa blanda capisco che oggi non c'è verso. Lo stomaco borbotta, un piede mi fa male, il cielo sembra stia per esplodere e io non ho voglia di correre. Fanculo, rientro a casa. Mi giro e torno sui miei passi, giungo ad un bivio, a sinistra vado a casa, a destra allungo un po', sono a soli 3,5 km percorsi. Vado a destra, "almeno 5 li voglio percorrere". Al 5° km altro bivio, a sinistra a casa, a destra allungo. Vado a destra. Altro km e altro bivio, a destra rientro a sinistra allungo. Vado a sinistra. Arrivo così al 7° km. Ancora una volta un bivio, questa volta prendo la strada verso casa. L'andata era tutta in discesa ora mi aspettano 3 km di salita. Poco male, sarà come al Morenic Trail, prima parte in discesa e seconda parte a salire. I ferri da stiro pestano sull'asfalto ma avanzo. Sarà perchè la corsa un po' s'è sciolta e sarà perchè non vedo l'ora di rientrare e mettermi in relax. Copro i km mancanti e rincaso. Stoppo il Garmin e sono 10 km. Non è tanta roba, ma per come s'era messa è grasso che cola. Oltretutto a 4'22/km di media, molto più veloce di quanto pensassi.
Quando rientro guardo il divano e nonostante tutto sono soddisfatto perchè so che ho vinto su di lui. Una vittoria risicata giocando male e con un goal che forse era in fuorigioco, ma è pur sempre una vittoria, non la butto via.