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lunedì 8 ottobre 2012

Morenic Trail: di quel che è stato e di quel che poteva essere (1a Parte)

24 commenti:
 
Brucia ritirarsi all'85° km quando il più era fatto e al traguardo mancava una distanza di poco superiore ad una mezza maratona. Brucia ancora di più se considero che ero al secondo posto assoluto con il podio praticamente sicuro visti i tempi finali.
Purtroppo è andata così. Dal 70° km ho cominciato ad avvertire un dolore al piede sinistro. E' cominciato dalla pianta salendo sul lato esterno, più o meno sotto la caviglia. All'inizio mi è sembrato un fastidio passeggero, niente di grave, ma più avanzavo e più il dolore si faceva intenso.
10 km dopo, all'altezza dell'80° di gara, ho capito che non avrei potuto continuare così. Sarebbe stata un'interminabile odissea di dolore. Una follia.
Ora mi ritrovo a zoppicare, appoggiare il piede mi fa male.
Guardo il pettorale con un po' di malinconia, poteva essere un risultato spettacolare ed inatteso, salire sul podio di una competizione così dura ed importante. Uno splendido regalo.
Ma è andata, non ci posso fare niente, conviene archiviare l'esperienza e guardare avanti.
Prima però il racconto di come è andata.

Ivrea è un bel posto. Lo si capisce subito quando ci si arriva. Dopo un lungo tratto di deserto autostradale arrivano le colline e i monti. Si intravedono castelli e fiumi e si entra in un atmosfera davvero piacevole. La gente è cordiale, è una costante nei trail ma qui si respira un'aria di festa. Semplice e genuina.
Arrivo verso le 18, seguo il briefing pre gara e ritiro il pettorale quindi me ne vado al B&B nel quale pernotterò. Qui conosco Teresa e Fabio che correranno la gara per raccattare i punti necessari alla prossima UTMB. Al mattino conosco un altro atleta che prenderà parte alla gara, è svizzero e si chiama Pierre Michel.
Sono l'unico auto munito per cui faccio da taxi verso Andrate, dove si parte.
Alle 8.00 è previsto lo start, si ritarda di qualche minuto per le operazioni di punzonatura ma non c'è fretta. E' una festa e nessuno ci corre dietro.
Terminate le operazioni pre gara viene dato il via e il plotone si muove lentamente lungo le strade di Andrate. Ai lati gruppi di spettatori applaudono ed incitano i runners.
La partenza è in salita ma è un breve tratto, successivamente, si comincia a scendere. Si corre nel sottobosco. Il fondo è morbido e regolare, la pendenza è a favore, correre è veramente piacevole. I km passano e faccio conoscenza con Nicolò, cuoco di Parma di 23 anni, sospetto sia il più giovane in gara. Corriamo assieme per un po' chiacchierando e commentando i paesaggi che incontriamo.
Ad un certo punto il bosco si apre e mi rendo conto del posto nel quale sto correndo. Siamo proprio sul bordo della morena. In pratica si corre su una specie di terrapieno naturale, un accumulo spinto nei millenni dal ghiacciaio. Affacciandosi si scopre un salto di circa 500 metri ed il "buco" lasciato dal ghiacciaio che si è ritirato. E' come essere una minuscola formica che si affaccia sull'orlo dell'impronta lasciata da un elefante. Ci si sente veramente piccoli.
Ad osservare questi panorami, correndo tra castagneti e vigne i km passano piacevoli. Al 21° km c'è il primo cambio per chi fa la staffetta. Ci arrivo in 1h e 52. Tutto bene, tutto secondo i piani. Tra i presenti scorgo un volto noto. "Scusa ma sei Furio?". Annuisce e faccio così conoscenza con il buon Furio che in passato mi è stato di grande aiuto nella preparazione di un paio di maratone.
Dopo la breve sosta proseguo lungo la via, la prossima tappa sarà il ponte sulla Dora Baltea. Si trova al 56° km, arrivarci significa aver passato la metà di gara.
Continuo col mio passo ma ora sono da solo, Nicolò ha preferito rallentare. Ad un ristoro mi dicono che sono in dodicesima posizione. Bene, penso, magari nei 20 ci arrivo questa volta.
La discesa iniziale è finita, ora è tutto un su e giù dalle morbide pendenze. I km cominciano a farsi sentire e le gambe paiono un po' pesanti. Forse forse i residui del Sellaronda non sono del tutto alle spalle ma guardo il Garmin ed ho passato il 40° km, la strada percorsa non è poca, un po' di fatica ci sta tutta.
Poco prima del passaggio sulla Dora Baltea mi squilla il telefono, come suoneria ho la colonna sonora di Indiana Jones, la gente mi vede passare accompagnato da questa musica e sorride. Sorrido anch'io e proseguo in pompa magna. Poco dopo incontro un tizio in bicicletta che mi dice "sei quarto, il terzo è qui ad un minuto!". Lo guardo sbalordito "cominciato presto col vino oggi eh?". Ma in realtà ha ragione. Tra il km 21 e il passaggio di metà gara ho recuperato un bel po' di posizioni. Supero anche l'atleta che mi precede ed al passaggio alla Dora Baltea sono in terza posizione.

(segue...)

24 commenti:

  1. La salute prima di tutto, ma deve proprio rodere... Aspetto con ansia il seguito!

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    1. Eh per rodere rode. Ma è passata dai, penso a rimettermi in sesto e alle prossime avventure.

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  2. ti aspetto qua sul ponte della Dora Baltea per il proseguio...

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  3. Risposte
    1. Niente Speck Peo, forse è per quello che sono incorso nell'infortunio. La prossima volta me lo porto da casa.

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  4. Azzzzzzz!!!!. e non aggiungo altro se non che faccio compagnia agli altri....

    Albertozan

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  5. Per la compagnia del ponte sulla Dora Baltea, almeno buttatemi una birra va!

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  6. Accidenti! Il corpo ad un certo punto si arrende, e che punto! Certo le sensazioni che hai vissuto in tutte quelle ore di corsa sono la più grande conquista e una buona rivalsa sulle articolazioni fisiche...
    Bravissimo!

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    1. Grazie Mariano. Le sensazioni vissute sono state davvero notevoli, non so se le articolazioni siano tanto d'accordo ma comunque per me e' stata una grande esperienza.

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  7. Prendendo spunto dal titolo :

    http://www.youtube.com/watch?v=mOsxqNEsiAQ&feature=related

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    1. Todoris, sai che io ascolto solo musica mediocre.
      Nonostante cio'...non male questa qua!

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  8. Che peccato, mi spiace un casino! ma in queste gare ci sta anche infortunarsi. Sei stato intelligente a fermati a quel punto potevi solo peggiorare le cose.

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    1. Un vero peccato Tosto. Per fortuna il malanno al piede non ha compromesso la mia capacita' di giudizio. Anche se, col dolore, ho convissuto per un buon 15 km prima che diventasse effettivamente troppo.

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  9. Vedila come una prova generale. Il valore della tua gara non è intaccato dall'evento fortuito.

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    1. Concordo. Piu' passa il tempo piu' me ne rendo conto. Grazie.

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  10. Ciao DRUGO,
    scopro con piacere che hai fatto il Morenic Trail. Ottimo! Non prendertela più di tanto per il ritiro, ci può stare nelle ultra. Secondo me tutto quello che hai fatto quest'anno ti ripagherà nella prossima stagione con risultati che nemmeno immagini. Sei fatto per ottenere il massimo su trail da 80 K in sù (secondo me).
    Auguri.

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    1. Beh detto da te fa un gran piacere. Quasi quasi ci credo!
      Dovro' studiare per bene il calendario dell'anno prossimo allora :)
      E grazie anche per gli auguri.

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  11. complimenti per la tua impresa ..........capisco la tua amarezza comunque hai lottato fino alla fine come un gladiatore..............grandissimo

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    1. Grazie Lello. Ho lottato finche' ho potuto e finche' mi e' sembrato giusto.
      Va bene cosi'

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  12. Ti ho seguito con grande interesse e grazie al LIVE ho vissuto (...) il piccolo-grande sogno di sabato al Morenic Trail. Che dire ? Bravo ? Che il futuro potrebbe riservarti grandi soddisfazioni ? Si,..caro Giacomo. Guarisci e ne riparliamo. E ancora complimenti.

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    1. Mi fa piacere che anche tu mi abbia seguito Edoardo. Bello sapere di avere dei tifosi :)

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  13. non importa giacomo,hai combattuto con onore! la coppa te la compro io..:-))

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Scrivete un po' quel che vi pare, per il momento non modero perchè non c'ho voglia.
Solo una cosa, una firma è sempre gradita.

 
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