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lunedì 18 giugno 2012

Alpago Eco Marathon: 42 km di caldo, salite terribili e bagnanti tamarri

20 commenti:
 





Post lunghissimo, me ne rendo conto, ma è pur sempre una maratona!

La sveglia suona alle 5.27.
3 minuti per capire chi sono, dove mi trovo e che cosa devo fare. Alla fine mi alzo, una sciacquata, indosso l'armatura e poi ci si dedica alla colazione. Più abbondante del solito che tanto nei trail la gestione alimentare è meno complicata. Non c'è il rischio come nelle gare su strada di aver problemi di stomaco. Se si ha il minimo problema ci si ferma e si cammina, tanto non ti corre dietro nessuno. Prima grande differenza tra road e off road.
Alle 6 sono in macchina. Un'ora di strada e sono a Puos D'Alpago, sul lago di Santa Croce, la provincia è quella di Belluno. Da qui, alle 8, si partirà con l'Eco Maratona di Alpago, 42 km abbondanti con dislivello positivo di 2450 metri. A rendere il tutto ancora più interessante, la prima giornata di caldo vero. Già alle 7.00 il sole faceva capire che avrebbe dominato la giornata.
Ritirato il pettorale, armo il camelback e, visto il sole, mi porto appresso anche una borraccia. Ci portiamo nel centro del paese (sono in compagnia di AlbertoZan). Viene a salutarci anche Fabio (LightWolf su Running Forum) che ci incoraggia prima del via.
Alle 8.00 si parte. Il primo tratto è relativamente piatto e su asfalto. Oltre a noi martiri della maratona ci sono anche i più saggi che divideranno il percorso in una staffetta. Ho avuto modo di invidiarli varie volte.
Dopo poco meno di 2 km si comincia a salire, non molto in realtà, è solo un'avvisaglia di quanto avverrà di li a poco. La salita vera comincia infatti quando siamo in vista del 5° km, terminerà dopo il 10° per portarci dai 400 metri di quota iniziali ai 1500 del punto più elevato. Il tutto senza mai un attimo di piano. Si sale, si sale, si sale e si sale ancora. Si sale sempre.
La giornata, come detto prima, è bellissima ma il caldo comincia a farsi sentire ben presto. La riserva idrica che ho con me mi appesantisce di oltre 2 kg ma, alla fine, sarà più un vantaggio che uno svantaggio. Ho modo di bere e rinfrescarmi quando voglio mentre altri devono attendere i ristori.
La salita è terrificante ma quando si sbuca dal bosco ci possiamo godere degli scorci meravigliosi. Si domina la valle sottostante e con la bella giornata, lo sguardo ha modo di spaziare a piacimento.
Terminata la lunghissima erta iniziale ci si butta in picchiata in discesa. La giostra dura poco perchè al 14° km si torna a salire. Nel mezzo un ristoro. Nei trail ai ristori ci si ferma, si fanno quattro chiacchiere con i volontari e con gli altri trail runners e poi si riparte. Con comodo. Seconda grande differenza tra road e off road.
La seconda salita doveva essere meno impegnativa della prima, e sicuramente lo è, però presenta dei tratti veramente impervi. Di correre non se ne parla già da un po', qua è difficile anche camminare con un ritmo almeno un poco sostenuto. Lo sforzo ed il caldo mi cucinano il cervello. Aspetto di arrivare al km 22 dove ci sarà il cambio di chi fa la staffetta e so che, passato il km 22, sarà passata anche la parte più dura della gara. Nel frattempo continuiamo lungo sentieri e sottobosco e continuiamo a salire. Qui, a differenza della prima salita, ci sono dei tratti in cui si respira. Ma è veramente poca cosa.
Nei tratti di salita, quando sono particolarmente in difficoltà, mi torna alla mente la canzone Roller Coaster dei The Rapture. Era nella playlist che avevo in macchina andando a Puos e, poichè è particolarmente ipnotica, mi è rimasta nella mente. L'effetto non è esattamente energizzante ma poteva andare peggio (tipo se mi entrava nel cervello la Macarena).
Roller coaster, roller coaster, rises, rises (casso, è pure azzeccata con il percorso sta canzone). Si sale, si fatica. Respiro, bevo e mi rinfresco ogni qualvolta ne ho l'occasione.
Arriviamo finalmente al 22° km. Troviamo una bella folla che ci accoglie ed un ottimo ristoro. Ritrovo Fabio e mi ricongiungo con Alberto. Siamo messi piuttosto bene, il peggio è passato ma mancano ancora 20 km. Facciamo una lunga sosta dopodichè si riparte. Alberto circa un 30 secondi con anticipo rispetto a me.
Nella discesa successiva ho modo di incrementare un po' il ritmo. Riprendo Alberto e proseguiamo assieme.
La discesa termina al 25° km e poi, tanto per cambiare, si risale di nuovo. Siamo piuttosto provati. Cerchiamo di recuperare e corriamo quando ne abbiamo la possibilità. Le ore passano ed il caldo diventa sempre peggio. Durante la salita Alberto si ferma per un crampo. Io proseguo con calma, per fortuna il problema del mio compare si risolve e possiamo continuare assieme.
Al km 27 si scollina. Dopo un ristoro un tratto di leggera discesa e...ora il crampo viene a me. Ma non alle gambe, alla spalla sinistra. Ci metto una vita a farlo passare, nel frattempo Alberto se n'è scappato avanti. Quando la situazione si ripristina riparto di corsa e in un paio di km riacciuffo il mio compagno d'avventura. Proseguiamo appaiati per un bel tratto. Tra il km 29 e il 30 c'è un altro breve strappetto ma passa piuttosto in fretta. Dopodichè affrontiamo 5 km di discesa che prima partono dolci e poi diventano sempre più ripidi. A metà discesa un nuovo crampo coglie Alberto, lo aspetto un poco ma poi vado con il mio passo. Terminato anche questo tratto di discesa si risale per 80 terrificanti metri di dislivello. Dopo un ponte di pietra, su di un torrente con tanto di cascata, ci si inerpica lungo una cresta nel sottobosco. In quel momento ho tirato giù tutte le divinità a me note maledicendo gli organizzatori e i loro avi.
Ma a forza di sacramentare anche quest'ultima erta termina.
In quel momento non lo sapevo, ma sarebbe stata l'ultima salita. Da li in avanti, solo discesa e piano.
Dal km 35 al km 38 si scende notevolmente. In discesa le gambe fanno quel che possono. Vado in maniera discreta per essere uno con più di 30 km sulle gambe. Terminata la discesa, però, si finisce sul piano.
Il percorso, purtroppo, prevede gli ultimi 4 km da correre lungo le sponde del lago di Santa Croce.
Il lago è popolato di bagnanti con una percentuale molto elevata di tamarri che quando passi a tutto pensano tranne che a lasciarti strada. Sono stremato e ho una gran voglia di camminare. Ma mantengo una maschera di tranquillità. Non donerò la mia preziosa sofferenza a questi tamarri da spiaggia!
Dopo circa un km corso in quella zona, incontro una coppia. Camminano in mezzo al percorso e nonostante un tizio dell'organizzazione dica loro di spostarsi e di lasciarmi passare, questi proseguono imperterriti. Si scansano solo all'ultimo, ho comunque modo di allargare il braccio e di urtare col gomito il bicipite palestrato del tamarro. Sarebbe stato fallo da ammonizione, forse espulsione diretta ma nessuno ha visto e mi è andata bene.
Passato l'interminabile tratto di spiaggia tamarra ho finalmente modo di poter camminare. Mancano ancora più di 2 km all'arrivo. Il tratto è tutto completamente piano ma di correre non se ne parla. Non ne ho la forza. All'ultimo ristoro ho pure superato un maratoneta. Mi volto convinto che, prima o poi, piomberà su di me come un avvoltoio ma, per fortuna non c'è traccia del mio rivale. Corro, o meglio cammino, tutto solo. Ho finito l'acqua e il sole è bello a picco....ma mancano solo 2 km. Ormai è fatta.
Alterno corsa e camminata. I km non passano più e il sole mi sta cucinando. Parte un altro dolore forte al collo. Mi auto massaggio e con un po' di insistenza il dolore pare passare. Qualche centinaio di metri più avanti ecco un altro crampo. Questa volta al quadricipite femorale. Per fortuna anche questo se ne va piuttosto in fretta.
Tra un crampo e l'altro arrivo ad intravedere lo stadio con la pista di atletica. Ormai sono arrivato. Ricomincio a correre. Imbocco l'apertura dello stadio (dopo aver insultato degli spettatori che mi guardavano con l'espressione che hanno le vacche quando vedono il treno passare. E che cazzo, almeno ditemi "Bravo", battete le manine o date un senso allla vostra presenza li bontà di dio!) e mi accingo a compiere il giro di pista.
Non so in quanto tempo ho completato l'anello da 400 metri, il tempo percepito è stato di circa un quarto d'ora ma finalmente l'agonia finisce. Sulla linea del traguardo ho l'occasione di emulare Gelindo Bordin a Seoul...e non me la faccio scappare. Mi chino per terra e bacio la linea del traguardo.
Mi rialzo, incredibilmente senza che nemmeno un crampo partisse, e ricevo la mia bella e sudatissima medaglia.
Il dopo gara è un lento recupero tra doccia, un meraviglioso massaggio, pasta e birra. Una volta terminata la gara le gambe ed il fisico erano veramente provate ma mi pare che, in un tempo tutto sommato breve, le condizioni si siano già abbastanza ristabilite.
Non ho ancora parlato del crono. E' stato piuttosto buono: 5 ore e 40 minuti, 26° assoluto (anche se i partecipanti erano pochi, poco meno di 200). Per me un risultato veramente notevole. Ottimo anche Alberto che arriverà 4 minuti dopo di me.
Tra 15 giorni ci sarà il trail di Cortina. Poco da fare, questa eco maratona ci voleva tutta, sulle dolomiti arriverò certamente preparato.



20 commenti:

  1. Che avventura! Mi hai fatto scompisciare di risate con i bagnanti tamarri:-P. Mi sono immaginato un povero cristo che corre nel bel mezzo di un rave chiedendo "permesso, permesso, sto facendo una maratona..scansatevi". Hihi! A parte gli scherzi complimenti per il risultato, considera poi che Alberto è tosto. Essergli arrivato davanti non è da poco, vuol dire che hai viaggiato bene. Prima o poi ci si incontra in qualche "corsa di purificazione" del genere

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    1. Almeno si correva su un sentiero a ridosso della spiaggia. Il tratto insomma era riservato a chi correva, peccato che i tamarri non se ne fossero accorti!
      Grazie per i complimenti. Direi che vista la fatica me li sono meritati.
      Per la corsa di purificazione, ripeto quanto ti ho già scritto sul tuo blog. Domenica: Cogollo-Monte Cengio

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  2. che ti avevo detto? sotto le 6h gestendosi bene!!
    diciamo che sui trail potrei giocarmela con te :) eh he he

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    1. Sei stato profetico Tosto. Chiederò sempre un tuo parere prima di ogni gara d'ora in avanti.

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  3. Bel racconto, quella gomitata al palestrato è la gomitata di tutti noi. Con i crampi tocca convivere, temo, specie quando il termometro non conosce pietà.

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    1. Grazie per il sostegno sulla gomitata. Fa piacere leggere tanta partecipazione.
      Per i crampi mi sa che hai ragione, quando le distanze si allungano i crampi capitano.

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  4. Ho provato la sensazione di fatica solo a leggere! Quasi 6 ore sulle gambe, con quel caldo e quel dislivello...

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    1. Eggià, tanta roba Gianmarco. Però ne vale la pena, una goduria!

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  5. anch'io sono provato....dalla lettura.
    te se fuori!!!!

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    1. I primi due sono arrivati appaiati in 4 ore e 27. Mi han dato un'ora e un quarto. Altro pianeta.

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  7. bravo, ben detto! ad ogni modo il tempo ipotizzato, l'ho stimato in base al mio tempo all'ecomaratona dei Cimbri che un po' si assomigliava a quella che hai fatto tu. Perciò se ci ero riuscito io a star sotto le 5h40' dovevi per forza riuscirci anche tu!

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    1. Ah ecco da dove arrivava la tua competenza in merito. Me lo chiedevo visto che io, alla vigilia, facevo una gran fatica a pensare ad un tempo ipotetico.

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  8. Ciao Drugo
    scopro oggi il tuo blog, non ci avevo mai pensato a visitarlo.
    Bello e penso avrò parecchi post da leggere, un pò alla volta me li leggerò tutti.
    Bellissimo il racconto e ottima trasmissione delle sensazioni provate.
    Nel 1996 ho fatto la mia prima maratona alpina, 42k con 6000mt di dislivello, e il ricordo e il racconto è molto simile a quello da te riportato
    Continua così, ne hai stoffa da vendere.

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    1. Ciao Andrea e grazie per la visita. I post sono li, se ti avanza del tempo ne hai da leggere : )
      Cavolo, 42 km con 6000 metri di dislivello, più del doppio rispetto al dislivello fatto da me domenica....paura!

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  9. 42 km immersi nella natura , fantastico ........i trail mi attirano

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  10. Heilà grande percorso, tamarra zone a parte!!
    Mancava solo di vedere qualche animaletto nel bosco e poi tutte era idilliaco.
    Ma dimmi i crampi alla spalla ti son venuti per disidratazione?
    Comunque complimenti!!!

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    1. Pochi animaletti. Solo un rapace non meglio identificato (forse una poiana) che ha planato per un tratto vicino a noi. Molto bello.
      Il crampo alla spalla penso sia venuto per un misto tra disidratazione e tensione.

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