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lunedì 6 agosto 2012

Trans D'Havet - Terza parte

19 commenti:
 
(Prologo..)
(Prima parte...)
(Seconda parte...)

Lasciato Passo Campogrosso ci inoltriamo verso la salita di Boale dei Fondi, un impervio sentiero che risale il monte Carega. La strada prosegue su tratto ghiaioso con percorso a Zig Zag. E tira, oh se tira. Sopra di me vedo altri atleti proseguire lungo il percorso. Peo mi racconta le sue avventure in questi luoghi che conosce benissimo. Mi indica dove dobbiamo arrivare e quasi mi viene male. Ma non mi fermo, dentro di me soffro e mi dispero ma fermarsi mai. Questa probabilmente è la mia forza, almeno in questo tratto. Non a caso recupero varie posizioni andando a riprendere atleti che mi avevano superato lungo il sentiero delle Gallerie.
Salita al Carega
Peo è preziosissimo. Mi sostiene, mi incoraggia e mi distrae dalla fatica. Il sole comincia ad essere alto nel cielo e a riscaldare parecchio. Dopo l'ultimo ristoro mi sono munito di cappellino e continuo a bere con regolarità. Passata la prima metà della salita giungiamo ad un tratto di roccette. Occorre usare le mani per inerpicarsi lungo la roccia e superare l'ostacolo. Peo mi sorveglia da dietro pronto ad intervenire nel caso in cui perda l'equilibrio. Vista la stanchezza la possibilità c'è tutta. Lo sforzo è grande ma la vetta si avvicina sempre più. Dopo un tempo che pare interminabile, finalmente, valichiamo bocchetta Fondi. Bene, dico, e il rifugio dove sta ? Niente rifugio mi dice Peo, il rifugio sta dietro quell'altra salita!
A momenti svengo ma è così. Percorriamo un breve tratto di falsopiano in discesa, dove riesco anche a corricchiare e poi troviamo nuovamente salita. E' un tratto relativamente breve ma comunque intenso. Ci sono due possibilità di affrontarlo, si possono tagliare le curve proseguendo per la via più ripida oppure si può allungare leggermente per la strada che è però meno impervia. Su consiglio della mia guida faccio un mix tra i due percorsi. Dove mi sembra troppo duro opto per la strada più lunga. La scelta è saggia, riesco infatti a dosare le forze e a colmare l'ultima distanza che mi separa dalla cima. Un ultimo sforzo e, finalmente, siamo a rifugio Fraccaroli, praticamente in vetta al Carega, altezza 2238 metri.
A questo punto Peo mi saluta e torna sui suoi passi per aiutare gli altri amici impegnati quest'oggi. Grazie per il supporto vecchio mio, sei stato di fondamentale importanza.
Salutato Peo mi lancio, si fa per dire, nella discesa verso il rifugio Scalorbi. In realtà dopo qualche metro sento che le gambe riprendono vigore e forza e riesco a proseguire nella discesa con buona velocità. Il fondo in questo punto è sassoso ma non presenta alcun pericolo. Con la giusta attenzione ho la possibilità di scendere in maniera discreta.
Al termine della discesa ci aspetta un nuovo ristoro. Il penultimo di giornata. Me la prendo comoda e faccio fuori un po' di nocciole e un paio di grissini, dopodichè vedo qualcuno mangiare della minestra. Minestra ?!? Voglio anch'io!!! Prontamente un alpino mi caccia in mano una ciotola con della minestrina. Mi siedo su una panca e mangio la minestra più buona della mia vita. Mi trattengo da chiedere il bis ma che bontà!
Rinfrancato dall'ottimo ristoro mi rimetto in piedi e riparto. I km sono 52, all'ultimo lap (km 50) il Garmin ha segnato 118 minuti, in leggera controtendenza rispetto al precedente, nonostante tutta la salita. Buon segno.
Mancano ancora due tratti di salita, ma rispetto a quanto affrontato fin'ora sono davvero poca cosa. Comincio a realizzare che ce la sto facendo. E' ancora lunga ma al traguardo, in qualche modo, ci si arriva.
Le salite a Passo Plische e a Passo Zevola se ne vanno in tempi relativamente brevi. Il secondo scollinamento ci dice che le salite vere e proprie ormai sono terminate. C'è ancora qualche tratto nervoso ma, prevalentemente, da qui a Valdagno è discesa. Io e i due compagni di viaggio incrociati in quel momento esultiamo prima di lanciarci nuovamente lungo la via. Al km 60 il Garmin lappa il 6° giro di giornata, 103 minuti, sono in netta ripresa e mancano 20 km, una mezza maratona.
Un tratto erboso e piatto ci si presenta davanti, lo affronto di corsa e riesco a mantenere l'andatura per un bel pezzo sorprendendomi di come le gambe stiano bene. Nel frattempo i primi due della Maratona mi superano. Li osservo correre invidiandoli un po' per la loro velocità ma penso che alla fine avrò maggior gloria io, nonostante tutto.
La zona di erba termina e si ritorna a correre su sentiero. Quando la pendenza è favorevole corro, quando si presenta un po' di salita mi metto al passo. Proseguo in questo modo e ben presto arrivo all'ultimo ristoro che corrisponde anche all'ultima rilevazione prima dell'arrivo.
Sella del campetto km 66,8 transito in 12 ore e 26 in 35^ posizione

Controllo il tempo, mancano 13 km e si profila la possibilità di arrivare entro le 14 ore. Inaspettatamente la proiezione finale è notevolmente migliorata. Devo avvertire gli amici della Fulminea che mi dovrebbero venire a vedere. Recupero il cellulare, per fortuna prende. Faccio un paio di chiamate ma nessuno mi risponde. Vado di SMS, speriamo bene.
Riprendo a correre chiedendo ai volontari se c'è ancora salita, mi rispondono che ci sono un paio di strappetti ma è poca cosa. Fiducioso, proseguo lungo la via. Il percorso è come indicato dai volontari, due salitine brevi e poi arriva il bosco dove comincia la discesa.
Il fondo è complicato. Foglie e radici richiedono particolare attenzione. Per fortuna ho un momento di lucidità e riesco a correre di buona lena. Recupero un atleta sulla via e distanzio quelli che erano con me al ristoro. Arriva anche il 7° lap di giornata che dice 92 minuti, di nuovo il parziale migliora. Merito del tratto più corribile ma merito anche delle mie gambe che reggono alla grande lo sforzo. I km ora sono 70, ne mancano solo 10. Ci penso e la cosa mi carica di nuove energie.
Continuo a bere anche perchè il sole adesso comincia a picchiare forte. Ad un certo punto si esce dal bosco e si cominciano a vedere le prime case. E' un buon segno, il traguardo si avvicina. Ad un tornante una magnifica fontana ci aspetta. Mi ci butto sotto sciacquandomi la testa e riempiendo una borraccia. Una sensazione meravigliosa. Riparto ancora grondante d'acqua sorpreso per le energie che ancora mi pervadono.
Il tratto di discesa termina, si prosegue sempre con pendenza favorevole ma su un percorso più ondulato. Le mie gambe vanno alla grande. Non ho dolori particolari e mi sento in forze per cui spingo.
Ad un certo punto sento il telefono squillare, recupero il cellulare e rispondo. E' Andrea Rigo che mi chiede come va. Gli racconto un po' la situazione mentre continuo a correre, poi taglio corto perchè l'arrivo è ormai prossimo. Andrea mi saluta facendomi i complimenti.
Mi fermo per riporre il cellulare nello zaino ed ecco che un runner mi raggiunge e mi supera. Non ci sto. Rimetto lo zaino in spalla e riparto deciso, raggiungo il runner che mi aveva superato e gli rendo l'affronto passandolo di gran carriera. Si instaura una piccola sfida. Io sto meglio e sono più veloce ma il mio avversario è determinato e non molla. Ogni volta che mi giro è li dietro che mi tiene nel mirino. Onore a lui.
Sarà il profumo dell'arrivo, sarà l'avversario che mi pressa, sarà, soprattutto, l'euforia per aver ormai completato questa impresa fatto sta che vado alla grande. Non so dire la velocità esatta ma ad occhio corro sui 4'30/km, mi sembra di volare.
A due km dalla fine termina il tratto di sterrato e comincia l'asfalto. Incontro alcune persone e chiedo loro notizie dell'arrivo, manca ormai un solo km. Mi fermo ed indosso la canotta della Fulminea, perdo un minuto ma ne vale la pena. A 500 metri dal traguardo arriva anche il 10° lap di giornata, incredibilmente mi restituisce un 61 minuti di tempo. Può sembrare di no, visto che arriva nel tratto di discesa, ma è un gran parziale. Basti pensare che negli ultimi 15 km il primo mi ha distanziato di "soli" 9 minuti e solamente i primi 7 della classifica hanno fatto meglio di me in questo tratto.
Faccio a tempo a registrare questo dato che sono nell'abitato di Valdagno. Il percorso diventa un po' tortuoso tra le vie del paese. Non c'è esattamente una folla ad aspettarmi ma un po' di persone le incontro e tutte sono generose nel dispensare sorrisi e complimenti.
Finalmente imbocco il rettilineo finale, vedo il gonfiabile e comincio a esultare. Incrocio Peo, sulla mia sinistra, che mi mormora un "cosa ci fai già qui?". Sorrido e saluto mentre taglio raggiante il traguardo.
Valdagno - Arrivo 80,6 km 13 ore 54 minuti e 58 secondi in 32^ posizione. Enorme risultato!
Finalmente sono arrivato
Purtroppo per me arrivo un po' troppo presto (figurarsi se me ne posso lamentare) e trovo solo Peo e Dr. House (che purtroppo s'è ritirato a metà gara ) ad aspettarmi. I compagni fulminei arriveranno solo dopo, ma poco male, avremo modo di festeggiare assieme l'arrivo di Alvin, Zanze e di un eroico Fulmine che conclude la sua fatica in 17 ore.
Il resto della giornata è speso a crogiolarsi al sole festeggiando l'impresa in compagnia di amici e birre a fiumi. La giusta gloria dopo la fatica.
All'arrivo in compagnia di Alvin

Quante giornate ricordi della tua vita ? Non me ne vengono in mente moltissime, ma il giorno in cui ho corso la Trans D'Havet rientra sicuramente nell'elenco.

19 commenti:

  1. MITICO! Non ci sono parole...
    Una curiosità: i piedi come stavano?

    P. S. Alla prossima, se curi anche l'alimentazione, non puoi che migliorare!

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    1. I piedi stranamente stavano bene. Nessun dolore e solo una vescica sulla pianta del sinistro. L'unica cosa è che dopo la corsa erano un po' gonfi e lo sono stati per circa 24 h, ma credo che se li avessi immersi nell'acqua fredda il problema sarebbe stato minore.

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  2. Che bello, mi ripeto, ho rivissuto la giornata leggendo il post!!!!Non conosco il tratto finale ma ho potuto immaginarmelo, solo che con la mente non riuscivo a star dietro alla tua velocità!!!!

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    1. Grande Peo, grazie dei complimenti. Son contento sia riuscito a rivivere il percorso che ho fatto anche nella parte finale.

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  3. ed io a piagnucolare per 12km di salita.... mitico drugo!

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    1. Eheheh, dipende da che cosa avevi mangiato prima...

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  4. EHEHEH CARO MIO,LA MINESTRA TE LA SEI GUADAGNATA ECCOME,BELLISSIMO IL RACCONTO IN TRE PARTI E OTTIMA LA SCORREVOLEZZA DEL RACCONTO! VAI SUPER DRUGO

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    1. Minestra da considerare alle prossime Bress Race!

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  5. Senza dubbio una giornata storica per le tue esperienze atletiche. Un rusiltato grandissimo...io continuo a ripeterti che ormai non riuscirò più a starti dietro se non per il fatto che rallenti per aspettarmi. Ciao

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    1. Grande Pasteo. La giornata di ieri è stata splendida.

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  6. Adesso cosa prepari come prossima?
    Un millecinque in pista?
    Bravo, complimenti dude.
    La cosa positiva del dopo gara è che l'alcool fa effetto prima e non servono i soliti 4/6 litri di birra per poi tornar a casa sobri.

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    1. Vista la prestazione di Rudisha di ieri pensavo ad un 800.
      Ma davvero l'alcool fa effetto prima? Giuro che non me n'ero mai accorto...

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  7. Minchia dopo gli 80 km sei anche entrato in pubertà. Ti è venuta finalmente la barba.

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  8. sono racconti come questi che ci spingono ad osare sempre di più!! grazie per lo splendido racconto!
    ps:non è che puoi condividere anche la traccia del garmin?

    Andrea

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  9. Ciao Andrea,
    trovi la traccia Garmin qui: http://connect.garmin.com/activity/204212869
    Purtroppo non è la traccia originale. Quando sono arrivato al traguardo, infatti, ho spento il Garmin ed al riavvio la traccia era sparita. Forse perchè ho dimenticato di tenere premuto il tasto "reset" che serve a salvare il record in memoria.
    Ne ho quindi recuperata una dal web con il tracciato adattandola col tempo da me impiegato. La tracciatura è fedele visto che si tratta di quella fatta dagli organizzatori per segnare il percorso.

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  10. Sei un grande, mitico!!!
    Grazie della traccia e della disponibilità.

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Scrivete un po' quel che vi pare, per il momento non modero perchè non c'ho voglia.
Solo una cosa, una firma è sempre gradita.

 
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