Ha fatto molto parlare il caso di Alex Schwazer di cui, presumo, tutti avranno sentito parlare. Personalmente trovo la situazione piuttosto anomala rispetto ai precedenti casi di doping riscontrati nello sport.
Tanto per fare alcuni esempi riporto alcune frasi pronunciate dai presunti dopati una volta colti in fallo:
Nel 2006, il calciatore Marco Boriello, trovato positivo ad un controllo, diede la colpa alla pomata utilizzata dalla sua fidanzata per curare un'infezione vaginale.
Alle bistecche di cinghiale attribuirono la responsabilità della loro positività altri due calciatori, Christian Bucchi e Salvatore Monaco.
Fernando Couto e Manuele Blasi accusarono shampoo e lozione per capelli. Mentre Santos Mozart disse che il suo caso era stato causato da una pomata applicata alla figlia per una puntura d'insetto.
Non solo calcio comunque, nel tennis il francese Gasquet disse di aver baciato una ragazza che aveva appena assunto della cocaina e per questa ragione fu trovato positivo ad un conseguente test che rilevava l'assunzione di questa sostanza.
Il mezzofondista Bauman diede la colpa al dentifricio, manipolato da qualcuno, e contente steroidi. Mentre la nuotatrice Astrid Strauss e lo sprinter Linford Chriestie accusarono rispettivamente fragole e avocado per la loro positività al testosterone (fonte).
Di fronte a questi casi assume una luce particolare la vicenda di Schwazer che, appena colto in fallo, ha ammesso la colpa assumendosi completamente la responsabilità dell'errore. Un comportamento decisamente anomalo per un imbroglione.
Sentendo la conferenza stampa e leggendo le varie dichiarazioni mi sono fatto una personale idea.
Penso che Schwazer sia fondamentalmente una persona onesta, soltanto fragile in questo momento. E' un atleta che ha fatto un'enorma cazzata, una cosa per la quale è giusto punirlo con la squalifica ma per la quale io non mi sento di condannarlo definitivamente come persona.
Delle frasi da lui pronunciate un paio mi hanno colpito particolarmente. La prima è che Schwazer non amava quello che faceva. Marciava perchè gli riusciva bene, perchè era forte, ma gli allenamenti estenuanti e la costante pressione, che egli stesso si poneva, lo hanno portato a perdere lucidità e a fare quello che ha fatto in un momento di folle debolezza. In questo senso il pensiero mi è andato al tennista Andre Agassi, nella sua biografia anch'egli afferma più volte di quanto odiasse il tennis ed anch'egli è caduto nel doping (anche se con un caso molto diverso) salvandosi dalla squalifica soltanto mentendo. Non a caso.
La seconda frase che mi ha colpito è stata "ci vuole carattere per essere dei dopati ed io non ce l'ho". Ricordo che Schwazer poteva evitare il controllo a sorpresa che gli è stato fatto il 30 Luglio. Il regolamento prevede infatti che un atleta possa saltare due controlli a sorpresa nell'arco di 18 mesi (regola a mio avviso opinabile ma che comunque l'atleta conosceva). Eppure non l'ha fatto, si è sottoposto al controllo perchè, evidentemente, il peso di quanto stava facendo lo stava opprimendo e voleva liberarsene il prima possibile.
Mi viene da riflettere invece sulla posizione del suo allenatore, Michele Didoni, che si sente tradito dal comportamento del suo assistito. Ebbene, dov'era Didoni quando Schwazer si dopava ? Come ha fatto il suo allenatore a non accorgersi del periodo di confusione del suo atleta ?
Se Schwazer da questa vicenda esce disintegrato devo dire che neppure il suo allenatore ha fatto una gran bella figura. A maggior ragione successivamente alle sue pubbliche accuse di tradimento, per quanto effettuate a caldo.
Il caso, comunque lo si guardi, risulta essere piuttosto penoso. Non mi quadra per niente quando dice di aver fatto tutto da solo ed anzi, quelle dichiarazioni, aumentano la mia impressione di debolezza di una persona che non ha il coraggio di accusare altri soggetti coinvolti.
In definitiva, mi dispiace moltissimo vedere un ragazzo dall'enorme talento distrutto da una sua debolezza ma credo sia doveroso considerare il suo comportamento e stargli vicino. Egli stesso ha affermato che la sua carriera è finita, che ora vuole una vita normale lontano dalla marcia, non ha chiesto clemenza ne di essere riammesso. Se non cambia idea col passare del tempo, ritornando su questa sua decisione, per me rimane una persona onesta che ha commesso un'enorme debolezza. A che serve infierire ?
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1 giorno fa
Io l'ho trovato esausto, sfinito da una situazione che non reggeva più. Confessare l'ha liberato, anche se le conseguenze devono ancora arrivare. Ma, come giustamente scrivi, lui mi ha fatto pena, l'antitesi di quello visto finora nei casi di doping.
RispondiEliminaSi Didoni invece. Era "chiacchierato" anche quando marciava, pur se non hanno mai trovato niente, ed era chiacchieratissimo il suo allenatore (di cui non ricordo il nome). Insomma, se uno vuol fare dei collegamenti...
Su Didoni non ho elementi, anzi ho letto commenti di chi lo conosceva personalmente e non ha avanzato il sospetto di ombre su di lui come persona.
Eliminaero in imbarazzo per lui e dispiaciuto allo stesso tempo: se decidi per il doping devi essere pronto a qualunque conseguenza....
RispondiEliminaE lui evidentemente non lo era...conferma la mia idea che ha fatto una cosa più grande di lui
EliminaTotalmente daccordo con quanto hai scritto. Una pecorella che ha cercato di fare il lupo ma non era nelle sue corde.. Speriamo si riprenda, magari si darà al podismo amatoriale (e sicuramente andrà fortissimo). Riuscire in un altro sport, per quanto simile, potebbe rappresentare una possibilità di riscatto.
RispondiEliminaIo spero invece sparisca. Diventi anonimo e faccia una vita normale come tutti. A quanto dice è il suo desiderio e gli auguro diventi realtà.
EliminaIo non condanno l'uomo...ha dimostrato di essere davvero una persona debole a livello psicologico anche se mi stupisce che facesse uno sport così tanto legato alla forza mentale.Resta il fatto che doparsi é e rimane doparsi sia che sei buono che cattivo. Sia che lo fai e te ne vergogni che non come i casi che hai citato tu. Era meglio se avesse avuto la forza di ritirarsi ma poi parlare é facile vivere certe situazioni é diverso. Ciao
RispondiEliminaParlare è facile, dici bene. Per questo, vista la delicatezza della vicenda meglio non esprimere troppi giudizi sulla persona.
EliminaDiceva la madre di Andreotti: "Se non puoi parlare bene di una persona non parlarne affatto". Non sono d'accordo in senso assoluto ma in questo caso si.
concordo 100 100
RispondiEliminaspero solo non venga isolato, ma sarà molto facile
e forse è quello che lui vuole, rimanere lontano da tutto e da tutti
sono proprio curioso di vedere come andrà a finire con la sua ragazza
Anche a me è venuta questa curiosità. Il 20 mi pare pure lei terrà una conferenza stampa. Qualcosa di interessante ne potrebbe uscire.
EliminaDaccordo in quasi tutto con te... azzo mi tocca fare un post adesso!
RispondiEliminaDai, su su con questo post che è ora che aggiorni il blog :P
Eliminauna debolezza che gli è costata una carriera brillante e la pace economica che probabilmente ora perderà. in ogni caso potrà sempre trovarsi un lavoro onesto come quello di tutti noi. basta reclame per la kinder o spot contro lo sport sporco...
RispondiEliminaCome si dice "Chi è causa del suo mal pianga se stesso". Mi pare che Schwazer ben conosca questo detto perchè non ha accusato nessuno ne ha posto obiezioni di fronte alla squalifica. Credo sia il primo a sapere che ha perso i privilegi che lo status di atleta gli dava ma da una parte mi pare non gli dispiaccia così tanto. Evidentemente la crisi che viveva era piuttosto seria.
EliminaLa vicenda mi ha colpito molto in quanto era un atleta che stimavo moltissimo. L'emozione che ho provato per il suo oro a Pechino la metto al pari di quella per Baldini ad Atene. Concordo perfettamente con te e aggiungo...ma la sua famiglia? capisco che a 28 anni uno deve sopravvivere da solo, ma in questo caso ho l'impressione che i suoi siano diventati ciechi per colpa dell'ambizione e delle aspettative che riponevano sul figlio. Il padre infatti l'ha detto. Troppo tardi.
RispondiEliminaMa l'allenatore di schwazer può non essersene accorto per una serie di motivi più che plausibili primo tra tutti la fiducia nel suo atleta, secondo il fatto che alex non era l'unico marciatore seguito da didoni che dedicava il suo tempo anche ad altri atleti di vertice. L'allenatore di didoni era pietro pastorini e nè sull'uno nè sull'altro sono mai girate storie di doping, oltre al fatto che le storie non bastano a provare i fatti. Certo che accusare l'allenatore didoni di altre colpe a parte l'evidente ingenuitá conferma la stupiditá e la pochezza di certe persone
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