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martedì 14 settembre 2010

Pasteo mi tira il collo e io....mi defilo

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Domenica, ad un anno di distanza, ho preso parte alla maratonina della speranza in quel di San Fior, amena località non troppo lontana da Conegliano.
Come l'anno scorso alla partenza ho incontrato Alberto e mi sono portato a casa una caciotta di formaggio come premio partecipazione.
Oltre al già citato Alberto ho ritrovato pure Pasteo e la sua ghenga con i quali avevo previsto di correre i 21km del percorso ad un tranquillo ritmo prossimo ai 5'/km.
Dopo qualche metro di riscaldamento in compagnia dei tre dell'ave Maria (Pasteo, Fox e Gigi Transenna) arriva lo start e via, si parte lungo le strade di questa non competitiva il cui percorso si snoda tra splendide quanto insidiose colline. Dopo i primi km, relativamente tranquilli per l'intasamento generale, mi rendo conto che il ritmo tenuto dai tre dell'ave Maria è troppo elevato per le mie gambe non ancora rodate. Faccio un po' di tira e molla staccandomi e riagganciandomi al trio fino a che, intorno al km 5, una salita assassina mi distanzia definitivamente dai miei compagni di avventura. In discesa recupero parzialmente ritornando a distanza visiva dai tre. In quel momento mi imbatto però nel bivio che separa i due percorsi. Da una parte i 21, dall'altra i 12 km.
Rifletto sul da farsi. La condizione è quella che è, mi piacerebbe allungare ma ho tirato e faticato molto già nei primi km, oltretutto in un percorso con salite che sono le prime che affronto da quando ho ripreso a correre...meglio i 12 va.
Svolto dunque a sinistra e proseguo sul percorso dei 12 km. Devo dire che la scelta è stata azzeccata poichè il tracciato prevedeva ulteriori salite ed ho faticato a giungere fino all'arrivo. Anzi, a due km dalla fine, dopo una salita breve ma molto ripida, mi sono fermato al ristoro posto in cima all'asperità e di fronte alla chiesa. Ho fatto una sosta bella e buona fermandomi a chiacchierare con le signore del ristoro e provando le loro marmellate fatte in casa. Ve le raccomando.
Rifocillato dal ristoro ho quindi concluso la mia fatica riuscendo pure ad accelerare nel finale (forse per merito della marmellata).
In conclusione ho patito molto le salite e pensavo di stare un filino meglio ma non ne faccio un dramma. So che questo allenamento mi è sicuramente servito. Le salite l'anno scorso mi hanno fatto un gran bene (anche un gran male in realtà ma questo è un altro discorso) e cercherò di metterne in cascina delle altre appena ne avrò occasione.
Non a caso domenica penso che andrò a correre a Dolo (VE) dove, si e no, l'unica salita da affrontare sarà un cavalcavia !
 
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