Avevo un amico di Trieste che studiava medicina, si stava specializzando in neurochirurgia, ora ci siamo persi di vista ma mi ricordo bene una cosa che mi disse parlando dei suoi studi. La medicina è una scienza tutt'altro che perfetta. Non è matematica, c'è molto spazio per l'interpretazione.
Non si sbagliava il mio amico. Almeno, a giudicare dalla mia esperienza personale degli ultimi giorni con l'infortunio che sto patendo.
Passando in rassegna i vari referti, cominciamo col primo seguito alla risonanza magnetica nella quale mi si diagnosticava, sostanzialmente, una frattura da stress al calcagno. Sento un caro amico che lavora nel centro dove mi hanno fatto la risonanza e che sente il parere del medico che ha preso visione dell'esame. La cura, indicativamente, doveva consistere in 30/40 giorni di riposo con qualche terapia indicata dall'ortopedico cui avrei sottoposto l'esame.
Piuttosto ringalluzzito dal periodo breve di stop cui mi sarei dovuto attenere fisso dunque appuntamento con medico ortopedico. Questi studia l'esame, borbotta qualcosa e scuote la testa. Caro mio - mi dice - qua c'è una frattura da stress piuttosto importante ma c'è anche del versamento che evidenzia una certa sofferenza dell'osso. Se non vuoi che ti ingessi ti prescrivo stampelle, iniezione del farmaco x (usato per la cura dell'osteoporosi) e, soprattutto, 20 sedute da due ore di camera iperbarica (per la quale avrei dovuto sottopormi a RX del torace e a Elettrocardiogramma). Me ne esco bello abbacchiato ma piuttosto convinto a sentire una seconda opinione. Dura sostenere la cura prevista.
Prendo appuntamento con un secondo ortopedico il quale capovolge la diagnosi. Non si tratta di frattura da stress ma di Algodistrofia dovuta all'intenso allenamento dell'ultimo periodo. Due mesi di magneto terapia.
Va già meglio, i tempi si dilatano ma almeno ho una cura sostenibile che mi consente anche di praticare nel frattempo qualche altra attività, nuoto o bici. Come anche il primo ortopedico anche questo mi informa che ho piedi sostanzialmente piatti e mi consiglia dunque di adottare dei plantari.
Successivamente a questo esito, risento il mio amico della risonanza magnetica e gli racconto della diagnosi di Algodistrofia. Il mio amico si stupisce e torna a verificare l'esame col medico radiologo il quale, dopo attento esame, conferma non si tratta di algodistrofia ma proprio di frattura da stress.
Alla fine, le cure da sostenere, bene o male sono le stesse. Camera iperbarica se voglio metterci un mese, magneto terapia se mi accontento di guarire per Natale.
Alla fine opterò per la seconda delle ipotesi, curioso il modo in cui sia giunto alla cura. Per vie, diciamo così, perlomeno traverse.
Detto questo, ci tengo a precisare che non ce l'ho affatto con la medicina moderna. Tra la medicina e la preghiera, per guarire da un malanno, mi affiderò sempre alla prima. Resta il fatto che non la si può considerare come una soluzione perfetta per tutto. Anche la medicina ha le sue imperfezioni, l'importante è prenderne atto. A quanto pare però, i primi a saperlo sono proprio i medici stessi e questo, forse potrà sembrare strano, ma mi tranquillizza molto.