• Twitter
  • Facebook
  • Google+
  • RSS Feed

giovedì 29 agosto 2013


Stasera in quel di Zurigo si svolgerà l'ultimo appuntamento della Diamond League, il meeting più importante dell'atletica mondiale. Ed io sarò li a vedere le gare dal vivo!
Non vedo l'ora, mi aspettano una serie di grandissime gare con i migliori atleti del mondo.
Qui c'è il dettaglio di gare e atleti impegnati: http://www.diamondleague-zurich.com/en/Results/

Personalmente nutro grandissima attesa in particolare per vedere Shelly Ann Fraser Pryce nei 200 metri, Robles e David Oliver nei 110 ostacoli, Nick Symmonds (quello del Beer Mile) negli 800, Harting nel disco.
E, soprattutto, non vedo l'ora di vedere Kenboy nei 3000 siepi.
Ma quella che si prospetta essere la gara più bella di tutti è il salto in alto maschile dove si sfideranno Bondarenko, Barshim e Ukhov. Bondarenko è il favorito (2 metri e 41 saltati così)e potrebbe addirittura tentare l'assalto al record del cubano Sotomayor che risale al lontano 1993.
Ci sarà pure Bolt nei 100 metri ma personalmente mi interessa meno della gara di salto in lungo. Gara che non ho citato ma che presenta comunque un paio di partenti davvero di notevole spessore (Menkov 8 e 56 quest'anno).

Insomma, ci sarà da divertirsi. Quando torno parto quasi subito per la Marcialonga ma prima o dopo vi racconto tutto. Nel frattempo, c'è twitter

lunedì 26 agosto 2013


Manca davvero poco al raggiungimento dei 2000 km annui, ad oggi sono a quota 1992. Al prossimo allenamento ci arriverò.
Facendo un confronto con l'anno passato mi ritrovo avanti di una settantina di km (a quest'ora lo scorso anno ero a quota 1925).
La tabella di allenamento sta facendo sicuramente il suo. Questa settimana ho piazzato addirittura due lunghi. Uno lunedi (30 km a 4'16 di media su percorso non proprio semplice) ed uno sabato (28 km progressivi a 4'20 di media con qualche pausa per l'acqua ma anche qualche collinetta nel mezzo).
Quantità ma anche qualità viste le medie tenute, quando, solitamente, negli allenamenti lunghi, non rendo particolarmente bene.
La strada per Berlino insomma è tracciata e sono a buon punto del percorso. Siamo a quasi un mese dalla gara e la preparazione prosegue bene.
Domenica andrò a Moena per concludere il periodo di ferie con la bellissima Marcialonga Running. L'anno scorso impiegai 1 ora e 41' per completare i 25 abbondanti km del percorso. Quest'anno confido di fare un po' meglio.
Vediamo se saprò essere di parola.


Sto seguendo i mondiali di Atletica di Mosca. Li sto seguendo perchè sono appassionato di sport, di corsa e Atletica in particolare e perchè in questo periodo non ho molto da fare. No, non è vero, li seguirei anche se avessi qualcosa da fare.
Sabato Mo Farah ha vinto l'oro nei 10000 metri piani confermando, dopo la vittoria alle olimpiadi di Londra del 2012, di essere attualmente il più forte nella specialità. A londra vinse anche nei 5000 e proverà a fare altrettanto nella manifestazione mondiale.
Eppure, quando vedo le sue gare, non riesco ad esaltarmi. Mo Farah è il più forte attualmente e ne è ben consapevole. Ha un finale pazzesco e se arriva nelle posizioni di testa al suono della campanella sa che, al 90%, la vittoria è sua. Mi chiedo allora perchè nessuno provi ad inventarsi qualcosa per evitare di arrivare in sua compagnia ai 400 metri finali. La risposta, evidentemente, è che nessuno prova qualcosa perchè non è abbastanza forte per poterlo fare.

Per verificare questa mia sensazione di poco entusiasmo nei confronti di Farah, sono andato a guardarmi i risultati di alcuni grandi fondisti del passato.
Ho preso in esame tre atleti, questi si, considerati immensi:
- Paul Tergat
- Haile Gebreselassie
- Kenenisa Bekele

Considerando i personali e i tempi di gara ottenuti quando vincevano le medaglie ecco che le prestazioni di Farah vengono sostanzialmente ridimensionate.
Nei 10.000 i personali, in ordine di velocità, sono i seguenti
  1. Bekele - 26' 17" (attuale record del mondo)
  2. Gebrselassie - 26' 22"
  3. Tergat - 26' 27"
  4. Farah - 26' 46"
Sui 5.000 questi i personali
  1. Bekele - 12' 37" (attuale record del mondo)
  2. Gebrselassie - 12' 39"
  3. Tergat - 12' 49"
  4. Farah - 12' 53"
Se consideriamo poi i tempi ottenuti in alcune rassegne balzano all'occhio dei casi particolari come ai mondiali di Parigi del 2003 dove si sfidarono Bekele e Gebrselassie e, nei 10.000 arrivarono rispettivamente 1° e 2° con 26' 49" Bekele, un secondo più tardi Gebrselassie.
Tanto per dire, a Mosca, Farah ha vinto con 27' 21" confrontando le due gare, che ok mi rendo conto non ha molto senso ma giusto per curiosità, in termini di distacco, corrispondono a circa 250 metri.
Gebrselassie e Tergat, oltretutto, non si sono fermati alla pista allungando le distanze fino alla maratona e cambiando, probabilmente, la storia di questa disciplina. Farah sembra intenzionato a fare altrettanto, vedremo perchè sulla maratona credo potrebbe trovare qualche ostacolo in più.
Ad ogni modo, numeri alla mano, Farah un grande ma per la leggenda mi sa che non ci siamo.

domenica 11 agosto 2013

Valieria Straneo e Emma Quaglia (foto by www.fidal.it)


Parte tecnica ON.
Ieri sono cominciati i mondiali di atletica a Mosca. Visti i deludenti risultati dell'Italia alle recenti competizioni, la nostra spedizione partiva decisamente in sordina. Profilo basso e si puntava a qualche buon piazzamento. Un paio di medaglie, magari, se ci scappano.
Pronti via e, alla prima occasione, ecco che subito arriva un bellissimo argento. Lo conquista la maratoneta piemontese Valeria Straneo che, con una condotta di gara meravigliosa, fa corsa di testa dal primo al 40° km. In molti avranno pensato ad una tattica di gara scellerata ma Valeria aveva fatto bene i suoi conti. Aveva deciso di correre sul ritmo. Si era preparata e sapeva di poter tenere un ritmo di 3'25/km per tutta la gara. E così è stato.
Ad una ad una tutte le sue avversarie hanno ceduto. Tutte tranne una, la Kenyana Kiplagat la quale, evidentemente più forte, a due km dalla fine ha cambiato ritmo e se n'è andata lasciando alla Straneo la medaglia d'argento.
Qualche minuto dopo, mentre Straneo celebrava la sua bellissima medaglia, ecco che arriva la seconda italiana della spedizione: Emma Quaglia. Emma ha interpretato la gara all'opposto rispetto a Valeria, è partita cauta, passando alle prime rilevazioni intorno al 30° posto, aumentando via via che i km passavano. Alla fine chiuderà addirittura 6^ quando la previsione, e la speranza, dei suoi tecnici era per un 15° posto.
Due tattiche di gara completamente differenti dunque ma, in entrambi i casi, due grandissimi successi.

Parte tecnica OFF.
Quante emozioni. Il fatto di praticare lo stesso sport di Valeria ed Emma sicuramente aiuta ma mi sono davvero esaltato ed emozionato per la gara di ieri. Valeria è stata superlativa. Ha condotto dall'inizio fin quasi alla fine. Per oltre 2 ore di gara le sua avversarie, Kiplagat compresa, hanno avuto la sua schiena davanti.
Diversamente a quel che si può pensare però il culmine dell'emozione per me è stato l'arrivo di Emma Quaglia con il suo sesto posto. E' stato fantastico vedere le nostre due atlete esultare, ognuna felicissima per il risultato dell'altra.
Io credo che chi non corra, o comunque non faccia sport di fatica, capisca un po' meno quel che si prova.
E poi, ogni tanto, si sente parlare di atletica come sport minore.
Sport minore tua sorella!

lunedì 5 agosto 2013


Abbiamo un coach!
Dopo la dichiarazione intercettata di Fassino che disse "abbiamo una banca" ** ecco un'altra dichiarazione, piuttosto simile, che passerà alla storia.
Mai, in Fulminea, c'era stato un allenatore. Abbondavano da sempre l'improvvisazione e il metodo katzen, vero artefice dei nostri (in)successi.
Da quest'anno al professor katzen si è aggiunto coach Schwarz. L'origine del  nome mi è ignota ma, dalle prime sedute di allenamento, i rimandi al governator della California paiono sempre meno casuali tanto ci fa sgobbare.
Perchè, ebbene si, alla fine mi sono piegato ad una preparazione mirata. Non più allenamenti a sensazione e gare tutte le domeniche. Qui si fa sul serio, il 29 Settembre si corre a Berlino e l'intento è di migliorare di un bel po' il 2h e 55' di Treviso. Il diktat del coach è di lavorare sodo e di non gareggiare. Occorre tenere la fame da competizione per quando conterà sul serio.
Io mi adeguo. Adesso aspetto si adeguino anche i solei e poi, testa bassa, mi metto a macinare km su km. Da bravo mulo.
Se non ci sono intoppi i risultati verranno. E' matematico dice Schwarz.
Vediamo. Sono curioso di vedere quel che accadrà per decidere poi quale dei due coach sia quello che più fa per me.
Katzen Vs. Schwarz la sfida ha inizio.

** a tal proposito invito ad andare a rileggere, per chi le avesse dimenticate, le vicende riguardanti Fassino, il quale rinunciò all'immunità parlamentare per difendersi. E non aggiungo altro (http://it.wikipedia.org/wiki/Piero_Fassino#Affare_Telekom_Serbia)

venerdì 2 agosto 2013


Foto by http://www.flickr.com/photos/gore-tex-products/

Il disastro cui faccio riferimento nel titolo del post non riguarda tanto la gara e non riguarda nemmeno la caduta che mi ha visto protagonista. Riguarda semmai i postumi della corsa. Ma andiamo con ordine che è meglio va.
Domenica 31 Luglio, avevo in programma una simpatica garetta, la Montefalcone Downhill, una gara di trail in discesa della lunghezza di 8 km e mezzo nella quale si partiva da Montefalcone 1620 m. di altitudine e si arrivava a Recoaro Terme 445 m. di altitudine. Circa 1200 metri di dislivello in poco più di 8 km di gara.
Avevo deciso di prendere parte a questa competizione per testare il mio effettivo livello in discesa. Generalmente, nei trail che ho corso, ho visto come in discesa riesca a rendere particolarmente bene. Non ho però mai avuto un confronto con gente forte in questa specialità. Ecco dunque l'occasione per un test.
Purtroppo l'iniziativa non ha avuto successo. Alla partenza eravamo in pochissimi tanto che la prova è stata annullata. Gli organizzatori hanno però pensato di fare una sorta di edizione 0 in modo da testare il percorso e la logistica.
Quindi pronti via, pettorali appuntati e si parte tutti assieme. Oltre a me e a qualche altro incosciente avrebbero corso anche due top runner del mondo trail. La grandissima Federica Boifava, giunta 5^ alla Trans D'Havet del giorno prima, e il buon Zigor Iturrieta, atleta spagnolo The North Face che alla Trans D'havet aveva chiuso in 11^ posizione.
Pronti via e lo spagnolo schizza in avanti precedendo il resto del gruppo. Lo osservo una decina di metri più indietro e decido che stargli appresso è cosa fattibile. Accelero e mi aggancio, assieme ad un altro ragazzo, al suo treno.
Nonostante il giorno prima si sia ciucciato 80 km e 5500 metri di dislivello sembra non accusare la fatica. Anzi, nei tratti più ripidi è quello che va meglio di tutti. Perde un poco quando la strada si fa più piatta o quando, in brevissimi strappi, addirittura sale.
Proseguiamo così, in tre, per un 4 km, dopodichè la strada si fa più corribile e decido di attaccare. Aumento il passo e mi porto avanti di 5/10 metri. Sento che dietro reagiscono ma mantengo comunque un po' di vantaggio.
Si corre nel sottobosco. La frescura che c'era alla partenza lascia il posto ad un caldo opprimente. A metà gara sono in testa quand'ecco che, ad un tornante a destra, mi parte il piede interno e spatatrack, sono per terra. I due mi riprendono subito, mi chiedono se è tutto a posto, dico di si e mi rialzo ma ho preso una bella botta. Riparto ma capisco subito che devo rallentare il passo. Vabbeh, poco male, al traguardo ci si arriverà comunque.
I postumi della caduta

Proseguo meglio che posso fino a che arrivo nell'abitato di Recoaro e finalmente taglio il traguardo.
All'arrivo posso constatare lo stato della mia gamba. Ho una bella escoriazione e qualche botta qua e la. Tutto sommato niente di così grave.
Archivio così quindi questa gara proseguendo nel post corsa a chiacchierare con gli altri atleti. Bella la compagnia e complimenti a Federica e a Zigor per la loro semplicità oltre che per la loro bravura. Confermo, tra l'altro, che pure questi due potrebbero tranquillamente entrare nelle rispettive nazionali di Berr Mile. Più per la qualità nel Beer che nel Mile ma si parla di veri campioni!

Federica Boifava, si vede subito che è una campionessa


Ma il disastro, quello vero, doveva ancora arrivare.

L'indomani, infatti, ecco che mi ritrovo a pagare i postumi della mia follia podistica. Gambe inchiodate e tutti i muscoli doloranti. Capisco subito che la discesa ha fatto i suoi danni. Metabolizzo la cosa e decido di dedicarmi al riposo.
Il problema, a 4 giorni di distanza, è che ancora non sono in grado di correre. Ieri un massaggio mi ha aiutato un poco ma il tentativo di corsa di questa mattina è fallito miseramente. Dopo 400 metri avverto una fitta ad entrambi i solei. Pare quasi un crampo. E' molto frustrante perchè quando parto a correre pare sia tutto ok ma nel giro di poco i solei si irrigidiscono e quindi mi impediscono di proseguire.
Non so dire cosa potrebbe essere, forse entrambi i muscoli infiammati ? Di solito i solei si affaticano in salita più che in discesa. Mistero.
Procederò con lo stretching e con qualche esercizio di allungamento, altro per il momento non posso fare.
Un bel disastro, ma da qui a Berlino il tempo per recuperare c'è tutto quindi niente panico. Keep calm e via con lo stretching.
 
© 2012. Design by Main-Blogger - Blogger Template and Blogging Stuff