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mercoledì 31 luglio 2013

http://www.flickr.com/photos/skynoir/

Con colpevole ritardo sono a raccontare della mia ultima avventura podistica degna di nota. Degna di nota in quanto a prestazione intendo dire.
Si tratta del Beer Mile corso il 6 Luglio in una remota località sperduta nella provincia vicentina. Tanto sperduta che non me ne ricordo nemmeno il nome.
Il regolamento del Beer Mile, per chi non lo sapesse, prevede un miglio di corsa intervallato dalla bevuta di quattro birre.
La gara è strutturata nella seguente progressione:
- Birra
- 400 metri
- Birra
- 400 metri
- Birra
- 400 Metri
- Birra
- 400 metri

Il giudizio finale è: una figata!
Divertentissimo ma per niente semplice. Nonostante il caldo assurdo della giornata, una volta bevuta la prima birra e completato il primo 400, la voglia di scolarsene una seconda si approssima allo 0. Figurarsi la difficoltà nel mandar giù il terzo e il quarto bicchiere.
La cosa più divertente è comunque stato vedere dei runners veramente forti nella distanza corta soccombere di fronte a bevitori professionisti. Gente che, magari su un 10000 può vantare un 35' è stata umiliata da corridori che sulla stessa distanza faticano a scendere sotto ai 45'.
Noi della fulminea ci siamo difesi alla grande, ovviamente non v'era dubbio alcuno. Abbiamo conquistato il primo ed il secondo posto a squadre non riuscendo a far segnare il miglior tempo assoluto solo per pochi secondi.
Ad ogni modo una gara divertente da ripetere assolutamente. Magari con temperature più miti e con qualche allenamento sulla distanza in più.

sabato 20 luglio 2013



Gran bella gara questa Poleo - Santa Caterina, una non-competitiva che di non  competitivo ha solo la dicitura. Si tratta infatti di una gara in salita "storica" per quel che riguarda la tradizione corsaiola dell'alto vicentino e tutti i partecipanti ci tengono a fare bene. Avevo preso parte a questa competizione lo scorso anno completando il percorso, con grande soddisfazione, in 33' e 08.
L'obiettivo, per quest'anno, era tentare di battere il tempo o e cercare di scendere sotto ai 33 minuti.
Nonostante il caldo e la disabitudine a correre la sera sono riuscito a centrare l'obiettivo centrando un ottimo 32' e 27.
Qui il resoconto del Garmin:


La cosa più bella è stata però ritrovare (e un po' anche riportare) l'amica Anne ad una corsa. Dopo un lungo infortunio è tornata ad indossare un pettorale proprio in questa occasione correndo una grande gara e finendo addirittura quinta tra le donne.Chapeau.
Oltre a ciò segnalo che ho scoperto su Youtube, grazie a questa gara, dei video piuttosto bizzarri che però in rete hanno un certo seguito. Si tratta delle campane che suonano. Cercavo infatti sul tubo qualche video della gara dello scorso anno. Della gara non ho trovato niente ma, tra i primi risultati, mi è comparso il video Campane della chiesa di Santa Caterina di Tretto (Schio) per curiosità ho aperto il video e questo riprende le campane che suonano.
Ma la cosa fantastica è che nella colonna a fianco, quella dei suggerimenti, compaiono una serie di altri video di campane in concerto.
Insomma, se mi dovessi stancare della corsa, potrei cimentarmi coi filmati dei campanili che suonano.
E' rassicurante sapere che la vita può offrire tante belle possibilità.

lunedì 15 luglio 2013

(segue da qui)


Transito a metà gara in 6 ore e 07. La proiezione dice 12 ore e 14 e per me va benissimo.
Al ristoro di metà gara trovo la sacca con gli indumenti di ricambio che avevo consegnato alla partenza. Non avrei mai pensato di trarre tanto giovamento da un accorgimento semplice come questo. Il fatto di poter sostituire calzini e maglietta intima con dei capi asciutti mi ha infatti dato un grande sollievo, tanto che persino la fatica sembrava essersi ridotta una volta vestiti i nuovi panni.
Successivamente al cambio di abiti mi sono fermato al ristoro dove, finalmente, ho trovato la minestra che ormai per me è diventata un classico negli ultra trail.
Cambiato e rifocillato sono quindi ripartito. Il percorso a questo punto prevedeva una breve salita e quindi una bella picchiata lungo una discesa caratterizzata da prati impregnati d'acqua e di fango. Non il massimo per i calzini cambiati di fresco. Una volta terminata la discesa ci si immetteva nella ciclabile tanto cara agli amanti della Cortina - Dobbiaco. Su quel tratto di strada bianca, tanto agevole quanto noioso per un trail che si doveva snodare tra i sentieri di montagna, si poteva pure correre di buona lena. In realtà la pendenza era comunque sempre in leggera salita e, giunti a quel punto, con 50 km sulle gambe, correre non era poi così semplice. Mi sono quindi armato di pazienza ed ho alternato tratti di corsa a tratti al passo con la speranza di vedere spuntare al più presto il ristoro di Cima Banche.
Devo dire che la tecnica ha abbastanza funzionato, tant'è che in questo tratto ho fatto segnare il passo migliore della gara (se si escludono i tratti prevalentemente in discesa) con una fantasmagorica media di 7'51/km.
Giunto al ristoro ho appreso che il primo aveva già tagliato il traguardo. Quasi 30 km di distacco tra lui e me.
Una volta fatto il pieno di frutta secca e cioccolato si riparte ed ecco che una nuova ascesa ci aspetta. Si sale fino a quota 2000 per scollinare in corrispondenza di Forcella Lerosa. La salita è abbastanza agevole, si transita lungo un sentiero largo e ben battuto, se uno avesse delle energie potrebbe persino pensare di poter correre. Non è il mio caso.
Mi metto buono buono al passo cercando di concentrarmi sulla gente che mi precede. Allo scadere di ogni ora raccatto qualcosa dallo zaino e mi alimento. I km, a questo punto sono 60, ne mancano 25 al traguardo. Una mezza maratona con un po' di defaticamento, penso. In fondo è poca roba.
Il metro dopo però la visione cambia e quei 25 km mi paiono ancora un'eternità.
Proseguendo di questo passo, finalmente si passa la vetta e si può scendere lungo bel sentiero alla caccia del penultimo ristoro, quello di Malga Ra Stua.
I km qui sono quasi 70, ormai sento che il traguardo è vicino. Comincio a fare piani sul tempo finale e scopro che, se continuo così, riesco a stare sotto alle 12 ore. Comincio a messaggiare gli amici che mi aspettano all'arrivo in modo che siano li quando arriverò. Fatto ciò riparto con buona convinzione.
Ormai manca un tratto di discesa, quindi un'ultima breve salita e, successivamente, la picchiata verso l'arrivo a Cortina. Sono fiducioso.
Lungo la discesa mulino per bene le gambe e procedo con buona velocità. L'odore del traguardo mi infonde nuove energie. Quel che significa ritrovare la fiducia.
Terminata la discesa imbocco quella che dovrebbe essere l'ultima salita. Dapprima la strada sale leggera ma poi mi si presenta davanti una rampa dalle pendenze impressionanti. Vabbeh, penso, una rampa e poi è finita, via il dente e via il dolore. Peccato però che terminata la rampa la strada spiani per qualche decina di metri e torni poi a salire di nuovo. Mi armo di pazienza e affronto questa nuova rampa al termine della quale, anzichè la discesa, mi si presenta davanti dell'altra salita.
Comincio a dubitare di aver sbagliato strada ma i segnali ci sono, il percorso è quello giusto. Quella che doveva essere un'ultima breve rampetta, a sentire gli addetti all'ultimo ristoro, si rivela essere una delle più dure salite della gara. Forse proprio perchè posizionata verso la fine della corsa e perchè così inaspettata.
A forza di salire, e di smadonnare, giungo finalmente in cima all'asperità. Ormai i km che mi separano dal traguardo sono solo 3, e tutti in discesa. Controllo il crono e mi rendo conto che, con un po' di impegno, riuscirò a finire intorno alle 11 ore e 30 minuti. Sono molto soddisfatto.
Percorro così l'ultimo tratto cercando di godermi gli ultimi momenti della gara.
Una volta entrato nell'abitato di Cortina ecco che la fatica magicamente svanisce. Percorro l'ultimo tratto tutto di corsa, persino l'ultimo mezzo km in leggera salita. Dopo una svolta a destra imbocco il rettilineo finale ed ecco, la in fondo, spunta il campanile e subito dopo il traguardo.
Percorro il rettilineo finale applaudito da un nutrito gruppo di spettatori mentra poco prima del traguardo mi aspettano gli amici Simone e Marika che sono venuti ad aspettare me e l'amico Taglia al traguardo. Un grosso ringraziamento ad entrambi, arrivare alla finish line sapendo che c'è qualcuno che ti aspetta è uno stimolo in più a fare bene.
Chiudo la gara in 11 ore e 31 minuti (155^ posizione). Sono molto soddisfatto perchè mi sono divertito ed ho finito la gara in condizioni decisamente buone.


Si chiude così questa bella avventura. Peccato non essersi cimentati con la prova originale ma sarà per l'anno prossimo. Di sicuro.

venerdì 5 luglio 2013

(segue da qui) 


Si parte lungo la via principale di Cortina. Con calma come spesso avviene nei trail lunghi. Sono 745 gli atleti al via. Ci sono molti stranieri ed anche parecchie donne. Sotto un bel sole ci si inerpica lungo le strade asfaltate in attesa del bivio che scambierà la strada con il sentiero all'interno del bosco. Un paio di km e ci siamo, il serpentone rallenta ed è subito salita. Me la prendo con calma, mi fermo a fare foto e scambio qualche chiacchiera con vari partecipanti. Passiamo lo spettacolare lago Ghedina che, per le piogge e le nevicate, è quasi tracimato ma mantiene il suo caratteristico colore verde brillante. Siamo sempre nel sottobosco ma ogni tanto gli alberi si aprono e riusciamo a sbirciare un grandioso panorama. Raggiunta la cima, dopo un'oretta di gara, mi fermo ad osservare le vette innevate che ci circondano. E' uno spettacolo, fermo uno spagnolo e gli dico "In Spagna non ce le avete montagne belle come queste!", "Forse no" - risponde - "però abbiamo Killian!". Sorrisi e pacche sulle spalle che servono pure da incitamento.
Si discende verso rifugio Ospitale dove ci attende il primo ristoro superato il quale si torna a salire sul serio. Le pendenze sono notevoli, la strada si inerpica su per un bel sentiero, è tosta ma so che mi porterà al punto più alto della corsa: Forcella Son Forca a quota 2100 metri. Via via che si sale la temperatura scende e, verso la fine, troviamo anche la neve.
Una volta scollinati trovo un britannico che mi chiede di fargli una foto, gliela scatto volentieri e in cambio gli chiedo di farne lui una a me.

Da qui comincia una bellissima discesa su sentiero. C'è di che divertirsi, anche senza forzare più di tanto. La neve sui bordi si dirada via via che scendiamo, incontriamo un po' di fango e qualche tratto paludoso ma niente di drammatico, lo stato di divertimento rimane intatto.

La discesa termina presso un altro ristoro, quello dell'hotel cristallo al km 32.
Anche a questo ristoro me la prendo con calma. Mi fermo e mangio e bevo a volontà. Sono a 4 ore di gara, la media è incoraggiante e comincio a fare un primo calcolo del tempo con cui potrei chiudere. Direi tra le 12 e le 13 ore, con arrivo al traguardo di Cortina verso le 20.30. Ci sto!
Riprendo controllando mentalmente questi calcoli e imposto la rotta con destinazione Misurina. Li è previsto il ristoro di metà gara dove troveremo la sacca con il cambio di indumenti. Prima però c'è da risalire ancora. 600 metri di dislivello da aggiungere a quelli già percorsi. Senza rendermene conto sono passate 5 ore, sono le 13 e la temperatura non è più così fresca. Continuo ad idratarmi e mantengo la regola di mangiare qualcosa ad ogni ora. All'inizio sono gel, dopo passo alle barrette perchè gusto e consistenza dei gel risultano pericolosi per lo stomaco.
Dopo l'erta, percorsa con buon passo, affrontiamo un tratto di saliscendi piuttosto corribile. Approfitto per aumentare il ritmo. D'un tratto sbuchiamo sul lago di Misurina. Mi guardo attorno cercando il ristoro ma non lo vedo. Percorriamo il perimetro del lago, su ciclabile sterrata, ed ho modo di sciogliere le gambe corricchiando anche in maniera decente. Terminato il periplo dello specchio d'acqua ecco finalmente le tende del ristoro.
Il km è il numero 42, l'arrivo di una maratona, ma per me si tratta soltanto della prima metà di gara.
(continua...)

giovedì 4 luglio 2013



Venerdi 28 giugno, il giorno della verità. Con l'amico Taglia, partiamo alla volta di Cortina, obiettivo quella grande avventura denominata LUT: Lavaredo Ultra Trail. 118 km di trail tra bellissime montagne i cui dislivelli, sommati, producono la cifra di 5700 metri di ascesa. Il programma prevede partenza alle 23.00 e la notte da affrontare all'aperto. Tra boschi e rocce.
Sono un poco preoccupato, non lo nascondo, fa piuttosto freddo per la stagione e pare alle quote che dovremo affrontare ci sia ancora neve. Senza pensarci troppo, arriviamo a Cortina e ritiriamo il pettorale, io quello della LUT, Taglia quello del Cortina Trail che è la versione più breve, anche se son pur sempre 45 km.
Superiamo il controllo materiale obbligatorio e ritiriamo il nostro pettorale facendo poi ritorno al B&B per riposare. Verso le 17.00 controllo il sito della manifestazione ed ecco la notizia: Per ragioni di sicurezza il percorso della LUT verrà cambiato accorciandolo ad 85 km, la partenza è rinviata a domani mattina ore 8.00.
Una parte di me accoglie la notizia con delusione, la parte più razionale con sollievo. Affrontare il freddo e la neve poteva essere decisamente pericoloso. E' senza dubbio la decisione giusta. La sensazione viene confermata al briefing delle 18.00 durante il quale gli organizzatori ci spiegano i motivi della decisione e ci illustrano il nuovo percorso. Come detto è più corto, 85 km, ed è più basso, quota massima 2100 contro i 2500 di Forcella Lavaredo previsti nel giro originale. Il percorso risulta avere molto meno dislivello e si presenta piuttosto "corribile".
Torniamo al B&B dopo aver cenato con una discreta pizza. A letto presto e sveglia puntata alle 5.20. Durante la notte mi sveglio più volte, guardo l'ora e penso al punto in cui mi sarei dovuto trovare se fossi stato in gara. Non posso negare che il fatto di stare al caldo sotto le coperte mi dava un certo sollievo.
Poco dopo l'alba suona la sveglia e ci alziamo. La giornata sembra promettere bene, c'è addirittura il sole. Colazione abbondante e ritorno a Cortina. Deposito la sacca che mi verrà portata a metà percorso e comincio a perdere tempo in attesa della partenza.
20 minuti prima delle 8 sono in corso italia.  Gli atleti cominciano a schierarsi, gli speaker starnazzano a tutto spiano. Ritrovo amici e conoscenti, quasi tutti faranno la "corta" ma sono li per assistere alla nostra partenza. Poco prima delle 8 viene introdotta la musica marchio di fabbrica di questa manifestazione. E' The ecstasy of gold di Ennio Morricone, tratta dal film Il buono, il brutto ed il cattivo.
Un genio chi ha avuto l'idea, è perfetta e mentre la si ascolta, a pochi secondi dal via, la pelle d'oca è garantita.
In un attimo sono le 8.00 e si aprono le danze, comincia la caccia all'oro.

(continua...)
 
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